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Come e dove si formano i Leonardo da Vinci di domani?

Pubblicato il: 02/09/2013 14:30:33 -


L’analisi dei risultati dell’indagine internazionale PISA OCSE 2009 permette di fare qualche previsione sul futuro dei vari paesi e sulla capacità dei diversi sistemi educativi di stare al passo con le esigenze del mondo globale. Ne emerge la necessità di sviluppare talenti multidisciplinari, quelli che Ocse definisce “academic all-rounders students”.
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La necessità di avere a disposizione lavoratori altamente qualificati è uno degli aspetti che caratterizzano sempre più la competizione nel mondo globale: quali paesi avranno nel prossimo futuro il maggior numero di talenti? Uno dei focus che Ocse produce a partire dai risultati della indagine PISA 2009 (“What Students Know and Can Do: Student Performance in Reading, Mathematics and Science”, Volume I, PISA, OECD, 2010) affronta questo problema e, osservando i processi in atto nel modo del lavoro ma non solo, fissa alcuni criteri.

Alti livelli di competenza/abilità (skills) sono cruciali per creare nuovo sapere, nuove tecnologie e produrre innovazione; lo stock di competenze elevate di cui un paese potrà avvalersi in futuro è prevedibile a partire dalla quota di studenti che, a 15 anni (l’età delle rilevazione delle indagini PISA, che corrisponde al momento in cui nei vari paesi i giovani hanno completato o stanno completando il percorso di studi obbligatorio), presentano i risultati migliori in tutti e tre gli ambiti che l’indagine esplora; queste competenze sono: capacità di comprensione critica di ciò che si legge (reading), matematica e scienze.

La novità di queste analisi sta nella definizione del talento come competenza complessa, che evidenzia capacità di trattare saperi appartenenti ad ambiti disciplinari diversi. Il geniale studente uni-disciplinare resta indietro di fronte al talentuoso, che si muove con disinvoltura entro quella costellazione di conoscenze che dovrà saper manipolare con capacità critica nella prosecuzione degli studi e nella futura esperienza di lavoro e di partecipazione sociale. Ocse-Pisa li chiama “academic all-rounders students”, dice che sono pochi, sì, in giro per il mondo, ma rappresentano già quella eccellenza che sarà sempre più necessaria.

È interessante vedere in un quadro sintetico come si presentano le eccellenze uniche, quelle aggregate parzialmente e quelle che aggregano le tutte e tre le abilità/competenze.

Legenda: Scienze 1,20%; Matematica 5%; Reading 1,60%; Reading+Scienze 0,80%; Reading+Matematica 1,20%; Matematica+Scienze 2,50%; READING+SCIENZE+MATEMATICA 4%.


I paesi che hanno le percentuali più alte di studenti talentuosi sono Australia, Finlandia, Hong Kong-China, Giappone, Nuova Zelanda (tra 8 e 10%) Shanghai-Cina (14,6%), Singapore (12,3%), ma anche Islanda, Svezia, Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera, Usa, Belgio, Canada e Olanda si collocano al di sopra della media Ocse; l’Italia si colloca al di sotto della media Ocse (2% circa).

Il concetto sul quale il focus insiste è questo: i sistemi scolastici dovranno ormai preoccuparsi di garantire capacità e conoscenze multidisciplinari e coltivare quindi modalità di apprendimento che sostengano l’abitudine all’approfondimento dei diversi argomenti, ma anche flessibilità, agilità mentale e capacità di operare in modi diversi, ma comunque coordinati/coordinabili in progetti definiti. Salvo che per la matematica, infatti, dove l’eccellenza si può raggiungere in misura maggiore “da sola” – ma Ocse comunque ci dice che questo non basta – le altre discipline faticano a essere eccellenti, se restano uniche.

Forse varrebbe la pena di approfondire il tema per ragionare sui curricoli multidisciplinari e sull’utilità di abituare gli studenti a muoversi tra discipline diverse, considerando che l’83,7% dei giovani di PISA non raggiunge l’eccellenza in nessuno dei tre ambiti disciplinari.

Per approfondire:
Pisa in Focus n. 31 August 2013

FULL ABSTRACT:
L’analisi dei risultati dell’indagine internazionale PISA OCSE 2009 permette di fare qualche previsione sulla capacità che avranno i vari paesi di disporre delle intelligenze e delle capacità necessarie per stare al passo con le esigenze del mondo globale. È vero che alti livelli di qualificazione e competenza saranno sempre più necessari, ma questo non basterà se non si svilupperanno talenti multidisciplinari, quei talenti, che Ocse definisce “academic all-rounders students”, che già si possono scorgere nei ragazzi che, a 15 anni, raggiungono i livelli più elevati di profitto nei tre, e in tutti e tre, gli ambiti disciplinari che l’indagine esplora: capacità di comprensione critica di ciò che si legge (reading), matematica e scienze. Questi talenti sono il 4% (media Ocse) dei quindicenni che hanno partecipato a Pisa 2009, con punte che vanno oltre il 12% (Shangai-Cina, Singapore), mentre più dell’83% di questi giovani non raggiunge punte di eccellenza in nessuno dei tre ambiti disciplinari. Il futuro di molti paesi si giocherà sulla capacità dei sistemi educativi di essere all’altezza di compiti sempre più complessi.

Vittoria Gallina

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