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L’esperienza ICT di una docente di materie umanistiche

Pubblicato il: 25/03/2020 03:00:30 -


Presentazione redazionale. I docenti di ogni ordine di scuola stanno sperimentando un modo nuovo di vivere  professione, cultura, relazione, comunicazione con bambini e ragazzi. Molti già precedentemente si erano cimentati con le ICT, ma nessuno aveva dovuto inventare un rapporto formativo significativo in una situazione inedita. In questo momento la scuola ha molto da dire e da insegnare, non solo a chi è attualmente studente. 
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Gentilmente la professoressa Lilli Ticchi, docente di latino e greco a Roma ha risposto con alcune riflessioni, che ha sviluppato a partire da queste nostre domande: 

Cosa ha scoperto di nuovo, in questi giorni, trovandosi a disporre  “solo” di strumenti didattici,  basati sulle nuove tecnologie ?

Che cosa ha notato negli atteggiamenti, reazioni, ‘sensibilità’ ecc. dei suoi studenti? sono diversi gli studenti DAD dai soliti studenti a scuola? sotto quali aspetti?

Avrebbe voglia di parlare anche di come si sente, in quanto docente, in questa situazione?

 

In questa emergenza coronavirus, come docente di latino e greco in un liceo di Roma mi sono trovata all’inizio disorientata: da anni mi limitavo ad aggiornarmi in informatica solo per l’essenziale come, per esempio, l’uso del registro elettronico.

Eppure venti anni fa, quando insegnavo allo sperimentale Brocca in una classe composita (metà liceo classico, seguiti da me, e metà  liceo internazionale francese), dove facevo ore in compresenza con le colleghe di Diritto e di Italiano, avevo coinvolto i ragazzi nella produzione di CD rom sulla satira o sull’uso dei testi classici nella musica pop. Materiali conservati a scuola in un armadio e poi scomparsi in uno dei vari stravolgimenti avvenuti per il continuo cambio di dirigenti negli ultimi anni. Di quel materiale rimpiango soprattutto una cassetta VHS che partiva dal greco, dalla Medea di Euripide, e arrivava alla riforma del Diritto di famiglia: con un montaggio efficace, e con l’uso di musiche  e danze, avevamo filmato sull’Isola Tiberina il contributo di tutti i ragazzi, anche della parte internazionale francese (ricordo specialmente una studentessa che declamava la Déclaration des droits de la femme).

Oggi, grazie alle indicazioni della Dirigente e all’aiuto dei tutorial trovati in rete, uso gli strumenti Google per la DAD che non sono particolarmente complessi, almeno per instaurare il rapporto diretto coi ragazzi, e impostare qualcosa di molto simile alla lezione frontale. Dunque spiego, rispondo a domande, addirittura interrogo mettendo voti ‘virtuali’. Non abbiamo ancora una direttiva precisa dal Ministero per le valutazioni o per il prosieguo dell’anno scolastico e ci muoviamo un po’ border line, invadendo la privacy dei nostri alunni e offrendo la nostra. Qualche collega  a questo proposito dissente e parla addirittura di una didattica discriminatoria perché non tutti gli studenti né tutti gli insegnanti sono preparati a svolgerla; anche i sindacati hanno richiamato la normativa vigente che non prevede la DAD, ma la maggioranza degli insegnanti lavora comunque cercando il ritmo giusto e monitorandosi di continuo in consigli di classe virtuali.

Nel frattempo i miei alunni (65 in tre classi, in qualche modo privilegiati perché studiano in uno dei Licei storici di Roma e nessuno ha problemi di pc o di giga) rispondono con puntualità all’appello – un solo assente in tre classi in dieci giorni di DAD –e trovano nelle lezioni un momento di aggregazione e coinvolgimento in questi giorni cupi.

Io ho buttato alle spalle tutti i dubbi iniziali, legati soprattutto a un’esposizione mediatica diversa da quella ordinaria, e sento di fare il mio dovere di insegnante anche se il carico non è solo quello leggero che mi deriva dal contatto coi miei alunni ma è anche pesante a causa della tensione, per la fragilità della connessione da casa o della voce stressata.

Molti di noi sentono di dare un contributo importante alla comunità, anche se la stampa o il Ministero stesso se ne dimenticano in questo periodo affannato. Resta la ricompensa che viene dalla partecipazione attiva dei ragazzi e anche dalla voglia di mettersi ancora in gioco: oggi, per esempio, studierò qualche strumento nuovo di condivisione e creazione di materiali. 

 

Lilli Ticchi

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