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Intervista a Bray, direttore generale della Treccani

Pubblicato il: 18/03/2020 07:40:17 -


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Con la sospensione dell’attività didattica a causa dell’epidemia da coronavirus le scuole si sono dovute attrezzare per la didattica on line. Diverse istituzioni culturali si sono attivate per mettere a disposizione le proprie risorse. Lo ha fatto anche una delle più importanti, l’Istituto della Enciclopedia Italiana. Abbiamo sottoposto alcune domande al suo direttore generale Massimo Bray per capire cosa si sta muovendo in questo campo e che tracce potrebbero lasciare queste iniziative con il ritorno alla normalità

  1.  In questa situazione eccezionale di interruzione dell’attività didattica, molti centri di cultura stanno mettendo a disposizione le proprie risorse on line. So che anche l’Istituto da te diretto, che è un riferimento culturale essenziale a livello nazionale, si sta muovendo in tal senso. Mi puoi raccontare quali sono in particolare le iniziative che avete intrapreso?

Nonostante la situazione complicata che stiamo vivendo, il lavoro dell’Istituto non si ferma: continuiamo a pubblicare articoli su tutti i nostri magazine online e, in particolare, su Atlante abbiamo avviato un progetto specifico dedicato a questa emergenza, per fornire a tutti notizie, infografiche e dati certificati. Vogliamo offrire informazione di qualità, ben ponderata, che rifugga le semplificazioni, per arginare l’infodemia (ne abbiamo parlato proprio su Atlante: L’infodemia e i tre conflitti che stanno favorendo l’ansia da Coronavirus).

In queste giornate in cui i libri possono rivelarsi dei preziosi alleati, inoltre, abbiamo dato la possibilità di scaricare gratuitamente, in formato digitale, un primo titolo del catalogo di Treccani Libri: Libertà di Salvatore Veca.

Anche i nostri social, naturalmente, fanno la loro parte, con i video party che organizziamo ogni pomeriggio su Facebook alle 14.30, per rivedere e commentare insieme gli incontri che si sono tenuti nella nostra sede. Abbiamo proposto anche un canale per segnalare ‘dal basso’ iniziative di socialità digitale, per tenersi compagnia a distanza, per suggerirsi a vicenda passi di libri, per commentare film o alimentare riflessioni di qualunque natura.

  1. In particolare, l’Istituto ha previsto iniziative specifiche nei confronti degli insegnanti nel campo formativo?

Nei primissimi giorni di questa emergenza siamo stati contattati dal Ministero dell’Istruzione per prendere parte a una task force che potesse fornire, in breve tempo, strumenti e risorse per la didattica a distanza. Abbiamo deciso di mettere a disposizione gratuitamente di tutte le scuole la nostra piattaforma per la didattica digitale, Treccani Scuola (www.treccaniscuola.it). 

Treccani Scuola è un vero e proprio archivio digitale, in costante evoluzione, ricco di risorse selezionate e certificate da Treccani, suddivise per disciplina e per ordine di scuola. I contenuti multimediali possono essere condivisi all’interno di classi digitali in cui scambiare lezioni, test, messaggi, file, appuntamenti e scadenze. 

Nell’ambito di questa emergenza abbiamo messo a punto nuove misure per facilitare il proseguimento delle attività didattiche, servendoci anche della collaborazione di due marchi editoriali di lunghissima tradizione: Giunti T.V.P., di cui siamo azionisti, e Giunti Scuola.

  1. Quando questa emergenza finirà, secondo voi rimarrà modificato in modo permanente il rapporto tra e-learning e insegnamento dal vivo? In particolare, prevedi una maggiore integrazione tra queste due modalità e quale ruolo specifico affideresti ad ognuna?

 Alla fine di questa emergenza ci ritroveremo tutti cambiati, sotto tanti punti di vista. Sicuramente questa situazione ha portato i docenti a doversi confrontare con strumenti e modalità di insegnamento nuove. Quello che noi stiamo percependo, dalle mail, dai messaggi e dalle telefonate che riceviamo, è che anche chi era più diffidente nei confronti del digitale, inizia a comprenderne le potenzialità. 

Così come l’insegnamento dal vivo ha qualcosa che l’e-learning non possiede, in termini di empatia, ascolto e partecipazione, lo stesso può dirsi a parti invertite. Si tratta di due ‘modalità’, appunto, che non necessariamente si escludono a vicenda. Quello che conta sono le persone e la loro volontà, che si trovino in un’aula fisica o virtuale, di sentirsi parte di una comunità, di portare avanti una missione, di lavorare per il bene degli studenti.

  1. La scuola ha sempre sofferto la limitazione di essere (tranne eccellenti eccezioni) un universo un po’ isolato. Pensi che questa esperienza la possa avvicinare in modo sostanziale e strutturato alle grandi istituzioni culturali e scientifiche?

Più che isolata, potremmo dire che la scuola italiana è spesso abbandonata. E questo è davvero paradossale, perché la scuola è lo specchio della nostra idea di futuro per il Paese. 

Nonostante le difficoltà che tutti stiamo vivendo, per la scuola questa può essere una grande occasione per riprendersi il ruolo che le spetta: se vogliamo costruire una società migliore all’uscita dall’isolamento, dobbiamo imparare ad ascoltarla di più. Credo che questo ascolto debba rivolgersi a tutto il personale scolastico, cioè alle persone che ogni giorno lavorano per formare i cittadini del domani.

  1. La Treccani ha una grande tradizione di controllo delle fonti e di accreditamento delle informazioni. Nel campo didattico questi aspetti sono particolarmente rilevanti, non solo per la qualità delle informazioni ma anche per le modalità con cui vengono comunicate. Come ha affrontato l’Istituto questo particolare aspetto nel campo dell’educazione che lo vede attivo da tempi abbastanza recenti rispetto alla sua tradizione? 

Il progetto della piattaforma Treccani Scuola nasce proprio per dare una risposta al crescente bisogno di informazioni certificate, in un’epoca dominata dalle fake news e dalla post-verità, un bisogno che abbiamo colto già a partire dai dati delle visite del nostro portale treccani.it, che ad conta circa 700.000 visitatori unici al giorno, e che assume un rilievo ancora maggiore quando proviene dal mondo della scuola.

I contenuti multimediali di Treccani Scuola vengono realizzati con lo stesso rigore scientifico che caratterizza da sempre la produzione di Treccani. Cambia, naturalmente, il linguaggio: sia per la varietà dei media che utilizziamo per trattare un singolo tema (dal video alla traccia audio, dall’immagine alla voce enciclopedica), sia per l’attenzione specifica con alle esigenze di studenti e docenti, per i quali questi contenuti sono stati pensati. Proprio per comprendere a fondo queste esigenze abbiamo deciso di testare la piattaforma con più di 300 scuole, distribuite su tutto il territorio italiano. Questa fase di sperimentazione ci ha permesso di costruire un prodotto ‘a misura’ dei suoi utilizzatori finali.

Andrea Turchi

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