PTOF ,organico potenziato, valorizzazione docenti, piano di miglioramento… il cambiamento è iniziato
Non c’è dubbio alcuno. La scuola sta cambiando e lo sta facendo con molta fatica e con molte resistenze, come quelle che naturalmente accompagnano ogni cambiamento.
Le novità introdotte con la “Buona Scuola” sono tante, ma verranno tutte sostenute e utilizzate per avviare il doveroso processo di rinnovamento della scuola italiana? Oltre all’umano istinto di resistenza, cosa è che impedisce alla scuola di innescare un virtuoso processo di innovazione?
Ormai gran parte del dibattito scientifico internazionale attribuisce una chiara mancanza di senso ad un sistema scolastico fondato sulle discipline, sulla trasmissione frontale del sapere e sulla rigidità di processi di apprendimento, standardizzati e uguali per tutti.
La scuola ha bisogno di essere “aperta, laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione”, ha bisogno di valorizzare le potenzialità e gli stili di apprendimento di ciascuno e per far questo ha bisogno di flessibilità, quella flessibilità che anche la L 107/2015, così come già il DPR 275/99, richiama per realizzare: “a) l’articolazione modulare del monte orario annuale di ciascuna disciplina; b) il potenziamento del tempo scolastico ; c) la programmazione plurisettimanale e flessibile dell’orario complessivo del curricolo e di quello destinato alle singole discipline.”
Certamente la rigidità del contratto dei docenti, della scansione del monte orario delle discipline, del curricolo di Stato e degli alunni suddivisi per età anagrafica confligge con tutto quanto elencato sopra. Ma qualche strumento in più ci è stato timidamente donato, uno fra questi: l’organico potenziato.
Vero, non di facile e immediato utilizzo, anche perché spesso sono stati individuati docenti di classi di concorso diverse da quelle desiderate dalle scuole. Ma la sfida è partita e l’arbitro ha fischiato il calcio di inizio. Tocca alle scuole giocare con il miglior schieramento possibile, e senza possibilità alcuna di cambiare i giocatori nel mentre del gioco. L’obiettivo però è vincere, non arrendersi. La recente normativa, tutta, non solo “la 107”, costringe le scuole ad una visione di insieme che vede RAV, Piano di Miglioramento e PTOF integrarsi a vicenda focalizzando l’attenzione sulle priorità strategiche che la comunità scolastica si è data e su alcuni strumenti di leva come l’organico potenziato e le risorse per la valorizzazione dei docenti.
La nostra scuola non è abituata a ragionare in maniera aperta e flessibile. E non si può condannarla per questo. Sono anni (molte decine….) che il sistema va avanti in questo modo. Pretendere ora un indolore cambio di paradigma sarebbe eufemistico. Ma lo sforzo va fatto.
Un bravo dirigente e una seria comunità professionale possono essere perfettamente in grado di utilizzare al meglio le risorse dell’organico potenziato per realizzare gli obiettivi di processo individuati nel piano di miglioramento e le priorità strategiche evidenziate nel PTOF. Vero, i vincoli esistono e sono difficili da rompere, ma si può cominciare a scalfirli. Articolare l’orario in percorsi interdisciplinari e opzionali, magari anche per classi aperte, è oggi possibile; e lo è anche grazie alle risorse di organico potenziato. Sviluppare forme di didattica più attiva e coinvolgente per lo studente – in apprendimento cooperativo – è oggi più facile proprio grazie alle risorse di organico potenziato. Così come più semplice risulta anche rafforzare le fragilità degli alunni, personalizzare l’insegnamento, potenziare le didattiche inclusive.
Il dibattito sul ruolo dell’organico potenziato è, non solo auspicabile, ma anche doveroso. Ma la partita è cominciata e non si potrà interrompere. La sfida sarà trovare la strategia vincente.
Concretamente, quest’anno la mia scuola ha impiegato le risorse di organico potenziato per progettazioni riguardanti l’impresa formativa simulata (in alternanza scuola-lavoro), il gruppo sportivo studentesco e il potenziamento delle competenze di base di matematica nel biennio. Ha liberato, in parte, preziose risorse per alcune attività di coordinamento organizzativo e, là dove è stato usato per le sostituzioni, ha proposto attività formative sull’educazione alla cittadinanza attiva. Il prossimo anno poi il nostro PTOF prevede un’identità e un curricolo specifico di scuola che privilegi l’internazionalizzazione e il potenziamento delle competenze trasversali degli studenti (soft skills) anche articolando l’orario delle singole discipline secondo una programmazione plurisettimanale e flessibile. Gli studenti potranno finalmente scegliere alcuni percorsi opzionali, considerati parte integrante del percorso scolastico e inseriti nel curriculum personale dello studente (art. 1, co. 28 e 30 L 107/2015).
Questo tipo di progettazione, seppur limitata in flessibilità e autonomia, tuttavia oggi è possibile. E lo è proprio grazie alle novità introdotte con la L 107/015 e al “suo” organico potenziato. Trovo dunque semplicistico e fortemente dannoso ridurre il ruolo di questi docenti a docenti a “tappabuchi” o a “panchinari”, per continuare con la metafora calcistica. La singola scuola, il singolo dirigente, le comunità dei docenti hanno la responsabilità di utilizzare al meglio queste risorse, seppur inserite in una cornice ancora troppo rigida e inflessibile.
Risulta inoltre quasi paradossale definire inutile il loro utilizzo, quando la scuola è oggi chiamata a rispondere a compiti sempre più complessi e articolati. Trovo altresì vero che il sistema, così come è oggi concepito, non riesca ad esaltare e ad esprimere al meglio le possibilità di tale organico (per sua stessa natura flessibile), ma come credo che, in generale, le rigidità del sistema non permettano nemmeno la massima espressione di tutte le risorse umane e professionali che governano quotidianamente la scuola.
Beatrice Aimi