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La scelta del curricolo per competenze

Pubblicato il: 15/09/2009 18:11:55 -


Il progetto di riforma del biennio della scuola superiore si fonda sul curricolo per competenze. La scelta è obbligata dalle tesi di Lisbona, ma molte buone ragioni si trovano nella profonda crisi della scuola italiana.
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Che cosa è una competenza? Negli anni Ottanta si era tentato di introdurre l’idea di “performance”, possiamo pensare alla competenza come a una sua evoluzione. Una possibile definizione è questa: una competenza è raggiunta quando saperi e saper fare diventano patrimonio di un individuo e vengono spontaneamente applicati alla soluzione di problemi di varia natura.

Quindi, per parlare di competenza, è necessario uscire dall’ambito disciplinare e individuare applicazioni esterne alla materia interessata.

La competenza implica una visione olistica dell’individuo e del suo apprendimento: i saperi, i saper fare, i saper essere devono sintetizzarsi nel soggetto e dare origine ad atteggiamenti sia speculativi che operativi, nella consapevolezza dei processi attuati e nella capacità di controllo e valutazione del processo stesso.

È una grande novità per la scuola italiana. I licei hanno sempre privilegiato gli aspetti speculativi e l’idea di una cultura “disinteressata” e fine a se stessa, mentre le scuole professionali hanno sempre subordinato lo studio alla applicazione pratica dei contenuti, assegnando alle discipline un ruolo puramente strumentale; una sintesi tra i due aspetti si è realizzata in alcuni istituti tecnici.

Con diverse sfumature nei vari ordini di scuola noi docenti pensiamo in termini di sapere e di saper fare.

Ora dobbiamo spostare l’attenzione dal cosa, al come e al perché ed è evidente che ciò non può avvenire solo mediante una strategia didattica di tipo trasmissivo. La consapevolezza del processo di apprendimento è possibile solo mediante strategie di didattica attiva, in cui lo studente è attore propositivo nella progettazione e nella conduzione del processo. Le necessità legate al raggiungimento dell’obiettivo diventano la spinta motivazionale allo studio e all’apprendimento degli strumenti disciplinari, solo quando lo studente è motivato diventano efficaci la lezione frontale e l’esercitazione addestrativa.

La legge sull’innalzamento dell’obbligo distingue le competenze di cittadinanza da quelle di asse, le competenze di cittadinanza riguardano sia la sfera individuale, cioè capacità di stare bene, di vivere con consapevolezza e di migliorare se stessi, che la sfera collettiva, cioè la capacità di interagire per star bene con gli altri e collaborare al raggiungimento di obiettivi comuni.

Sono di natura generale, trasversali alle varie discipline e rappresentano la vera mission del biennio di scuola secondaria perché sono quelle necessarie a tutti i cittadini.

Il loro apprendimento può venire solo dal coinvolgimento di tutti gli assi disciplinari e nell’armonico contributo delle metodologie utilizzate nelle varie discipline.

Sergio Pea

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