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Riflessioni sul secondo convegno di Education 2.0 (in attesa del terzo)

Pubblicato il: 02/01/2012 20:23:45 -


Ho colto a Firenze da parte di tutti la preoccupazione per il futuro della scuola pubblica italiana ormai da lungo tempo sofferente ma, soprattutto, un impegno personale nell’intento condiviso di salvarla.
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Mi ero riproposto di partecipare a questo secondo convegno preso dall’entusiasmo che mi coinvolse in occasione del primo dove mi resi conto che una parte della scuola italiana, nonostante tutto, non si era arresa.

La consegna del prof. Berlinguer era chiara: cercare tratti comuni nella molteplicità delle esperienze presentate per ideare un modello di scuola trasferibile in contesti diversi.

A Firenze ho trovato insegnanti che con passione presentavano i propri contributi a un pubblico di colleghi attenti e interessati sotto la supervisione di esperti giustamente critici. Ho colto da parte di tutti la preoccupazione per il futuro della scuola pubblica italiana ormai da lungo tempo sofferente ma, soprattutto, un impegno personale nell’intento condiviso di salvarla. Il tratto comune che ho riscontrato negli interventi a cui ho assistito è sicuramente il porre l’allievo al centro del processo educativo, il che non significa affatto rinnegare il ruolo che hanno i saperi per abbracciare, come pensano i conservatori, “vuoti metodologismi fini a se stessi”.

Quello che conta davvero non è forse che alla fine dell’anno scolastico gli allievi sappiano, sappiano fare e soprattutto ragionino meglio di un anno prima? O conta forse il “programma” svolto, cioè gli argomenti spiegati dal docente ma non necessariamente compresi dagli allievi? E la valutazione deve essere una restituzione mnemonica dei concetti appresi o piuttosto una personale rielaborazione da parte degli Allievi di quello che hanno imparato evidenziata mediante la produzione di “oggetti” anche o soprattutto virtuali? E qual è il ruolo delle I.C.T.? Una questione di moda o peggio una riproposizione tecnologica della lezione frontale o invece una riflessione sul ruolo che possono avere le “nuove” tecnologie nel trasformare la ricchezza del Web in intelligenza connettiva?

È emersa con evidenza la contrapposizione paradigmatica fra la scuola dei contenuti e la scuola delle competenze intese come personale acquisizione e utilizzo di abilità e conoscenze, fra la scuola che è e quella che dovrebbe essere.

A Firenze la scuola del futuro c’era davvero e se “la scuola è la mia casa”, come ha ripetuto Berlinguer, Education 2.0 rappresenta oggi la scuola che verrà e quindi è la casa di tutti noi che eravamo là.

PER APPROFONDIRE:
Il forum del convegno

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Nella foto: fontana in piazza della Santissima Annunziata a Firenze, dove si è tenuto il convegno di Education 2.0

Antonello Pesce

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