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La voce della carovana dei pacifici

Pubblicato il: 10/01/2024 04:15:05 -


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“La carovana dei pacifici” è il titolo di un progetto di educazione alla Pace assunto, promosso e diffuso nelle scuole italiane e nel mondo dalla Rete di Cooperazione Educativa. La denominazione è usata per definire un esercito di pupazzetti di carta, Lego, argilla o di stoffa e materiali di riciclo, inventati allo scopo di sensibilizzare i bambini e le bambine al tema della guerra, per accogliere le loro domande e per fare esperienza di pace attraverso piccoli gesti quotidiani[1].

Una carovana di pacifici in carne e ossa: mi piace definire così circa settemila bambini e bambine di età compresa tra i 7 e i 12 anni, provenienti dai cinque continenti, radunati a Roma il 6 novembre scorso da Papa Francesco per dare vita all’iniziativa “Impariamo dai bambini e dalle bambine”.

L’evento, incentrato sui temi della fraternità, della pace, del rispetto della persona e della Terra, è stato patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e promosso in collaborazione con numerosi enti e associazioni ecclesiali e civili[2].

L’idea è stata sollecitata proprio dalla provocazione di un bambino, il figlio dodicenne dello scrittore e pilota Aldo Cagnoli, che ha ricevuto in dono dal Papa una copia con dedica dell’enciclica “Laudato si’”. Un testo molto importante da leggere “da grande”, secondo il papà, ma il bambino ha ribattuto senza esitazione:  “Se è una cosa così importante, allora se la leggerò quando sarò grande, sarà troppo tardi!”.

Questa risposta ha indotto  Cagnoli  a proporre al Papa il progetto di un incontro su scala globale,  in occasione del quale gli adulti potessero ascoltare le voci e imparare dai più piccoli.  Attorno all’idea si è subito acceso l’entusiasmo del Papa e dei suoi più stretti collaboratori e sorprendente è stata la risposta alla lettera di invito alle scuole – “Cari bambini, vi aspetto tutti per imparare anch’io da voi” – e alla richiesta di far emergere le domande e la fantasia dei bambini e delle bambine, per renderli protagonisti dell’incontro.

Per la prima volta il Papa ha incontrato i bambini provenienti da ogni parte del mondo – anche dalle zone più difficili, povere e significative del pianeta, come Amazzonia, Siria, Marocco, Ucraina, Israele e Palestina -, bambini profughi fuggiti dalle guerre, arrivati attraverso i corridoi umanitari e già inseriti nelle scuole della pace e soprattutto bambini nuovi italiani, cioè figli di immigrati giunti nel nostro Paese per lavorare e avere futuro migliore.

Mettendo in campo la sua squadra di bambini, Francesco ha saputo lanciare un messaggio forte, cioè che la guerra è sempre una sconfitta, che la vita ha tra le sue priorità la crescita e la tutela dell’infanzia e che i bambini devono essere accolti, rispettati e appagati nel loro bisogno d’amore.

«Le guerre sono sempre sbagliate. Ci salveranno i bambini» afferma il Papa anche nel libro uscito in questi giorni, in cui risponde a varie domande autentiche dei più piccoli, raccolte dal vaticanista de La Stampa Domenico Agasso[3].

Anche se c’è chi dice che a volte le guerre sono giuste e inevitabili, Papa Francesco non ha dubbi che i bambini capiscano che invece sono sempre sbagliate e generate dall’incapacità di frenare l’“interesse imperiale”, dalla voglia di prevaricare sull’altro e dalla sete di dominio e di denaro. Non esclude che la pace sia possibile e raggiungibile, ma soltanto se prima o poi i “grandi” si impegneranno a posare le armi, a disinnescare la violenza, a non provocare tensioni e scontri, a investire risorse per contribuire a risolvere i gravi disagi e avviare una trasformazione sociale che consenta a tutti una vita dignitosa.

Durante il raduno romano bambini e bambine hanno dato voce alle loro domande, alle paure e ai dubbi di fronte al dramma e all’insensatezza della guerra:  “Come si fa la pace?” – ha chiesto Ivan dall’Ucraina; “Se comincerà la terza guerra mondiale, non verrà più la pace?” ha aggiunto Rania dalla Palestina; “Perché uccidono i bambini durante la guerra e nessuno li difende?” e “Se non hanno ascoltato Lei, perché dovrebbero ascoltare noi?” hanno domandato un bimbo siriano e una bimba vietnamita.

Francesco non  ha sottaciuto che la guerra è già scoppiata in tutto il mondo, conflitti di cui si parla ogni giorno attraverso i media e guerre nascoste e dimenticate, e ha esortato i bambini a farsi sentire, scandendo a alta voce il loro messaggio di pace: “I bambini sono messaggeri di pace”, “Lavoriamo per la pace. La pace è bella” e “La pace si fa col cuore e con la mano tesa”. L’aula ha risuonato di queste parole, accompagnate dal gesto della mano tesa verso l’altro e dalle strette di mano come segno di pace.

I bambini sanno che è facile arrabbiarsi e perdere la pazienza e Sofia dalle Filippine ha chiesto un suggerimento al Papa: “Tu, quando ti arrabbi, come fai a calmarti?”. Francesco ha fornito una ricetta, che i bambini hanno riproposto convinti: “Quando sei arrabbiato, prima di rispondere, bevi un bicchiere d’acqua!”.

Francesco ha esortato i bambini a non perdere la speranza in un futuro migliore – “L’amore sconfigge la guerra e rende felici” – e ad avere il coraggio di sognare e di trasformare i sogni in realtà, di preferire il dialogo allo scontro,  fino a conquistare la pace.

Ci salveranno i bambini, perché non hanno pregiudizi e dicono la verità in faccia, perché sanno “spiazzare” chi è troppo narcisista e perché sono ambasciatori dell’“amicizia sociale”, naturalmente disponibili a accogliere nuovi compagni e compagne, senza diffidenze sul paese di provenienza, la diversa religione o cultura: “La persona che non ha amici è una persona triste”.  Sono capaci di integrare attraverso il gioco e il dialogo la propria identità con l’identità di chi arriva da Paesi remoti, spesso perché è dovuto fuggire da guerre, violenze, ingiustizie, povertà, fame, persecuzioni. “Voi bambini trasmettete un messaggio importantissimo: isolarsi è sbagliato e controproducente. E la conoscenza reciproca crea del bene a entrambe le parti. A cominciare da amicizie nuove. Anche in questo ambito gli adulti, compresi i leader delle nazioni, dovrebbero apprendere da voi: custodire le radici e allo stesso tempo aprirsi al mondo”.

Inoltre i più giovani sono pronti a una presa di coscienza collettiva sui temi ambientali e hanno capito, spesso anche grazie alla scuola,  che il futuro sono loro e che bisogna agire con urgenza nel presente per salvare l’avvenire. Sono cruciali provvedimenti ecologici degli Stati concordati a livello internazionale, ma anche i comportamenti individuali di ogni giorno, come la raccolta differenziata, l’attenzione a non sprecare l’acqua e il cibo, la lettura di libri che spieghino i dettagli dei problemi della nostra Terra.

Tutti insieme i bambini hanno cantato con la cantautrice veneta Erica Boschiero e con il coro dell’Antoniano “Bellomondo sei casa nostra e noi avremo cura di te” – omaggio al nostro pianeta malato, in perfetta sintonia con i processi avviati in tutto il mondo dal movimento Fridays For Future[4] – e a gran voce hanno ripetuto con Francesco: “Distruggere la Terra è distruggere noi!”; “Custodire la Natura!”; “Non sprecare il pasto, non buttarlo!”.

Il Papa propone in definitiva un rivoluzionario cambio di paradigma che ha per protagonisti i bambini che sensibilizzano gli adulti  e stipulano con loro un nuovo  patto tra le generazioni per un mondo migliore, come leggiamo ne “L’enciclica dei bambini. Rieducare il mondo degli adulti”, pubblicata proprio in occasione di questa straordinaria giornata[5].

Come afferma Stefania Andreoli, i bambini sono dei grandi maestri e possono fare scuola a tanti adulti; le “cose da bambini” sono le più importanti, mentre spesso purtroppo a causa dell’arroganza degli adulti non le consideriamo: l’adulto altro non dovrebbe essere che il tutore del bambino che è stato[6].

Se saremo in grado di accoglierli, rispettarli e tutelarli maggiormente e di passare più tempo con loro, aiuteremo a crescere nuove generazioni costruttrici di pace. Parola di Papa Francesco, un Papa ad altezza di bambino.

[1] L. BERTINATO, E. BUSSOLATI, R. PAPETTI, La carovana dei pacifici, Carthusia, 2020

[2] Le  “Scuole della pace” della Comunità di Sant’Egidio, la Cooperativa Auxilium e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani 

[3] PAPA FRANCESCO, Cari bambini… Il papa risponde alle vostre domande, Mondadori Electa, 2023

[4] https://www.youtube.com/watch?v=Pyq6WXfbw3o; https://fridaysforfutureitalia.it/

[5] PAPA FRANCESCO, A. CAGNOLI, E. FORTUNATO, L’enciclica dei bambini. Rieducare il mondo degli adulti, San Paolo Edizioni, 2023

[6] Stefania Andreoli in occasione dell’evento per i 60 anni di attività di Clementoni. P. Clementoni, Non smettiamo mai di giocare. Il valore sociale del gioco, Clementoni, 2023.

Rita Bramante Già Dirigente scolastica, membro del Comitato Nazionale per l'apprendimento pratico della Musica

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