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Incongruenze e paradossi di una scuola non sempre sicura

Pubblicato il: 15/02/2011 16:33:00 -


Nel 1996 per la prima volta con la legge Masini, la politica affrontava il delicato problema dell’edilizia scolastica, stabilendo sia l’aiuto finanziario alle regioni da parte del governo atto a risanare le strutture edili più deficitarie, che la strategica istituzione della anagrafe scolastica. Oggi a 15 anni dal suo avvio l’anagrafe scolastica non è stata del tutto completata, condizionando la sicurezza di buona parte dei 42000 edifici scolastici italiani.
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Nel mondo scolastico le opere strutturali più urgenti saranno programmate sulla base di un censimento di tutte le scuole del nostro Paese, ovvero si scatterà, metaforicamente parlando, una fotografia dei 42000 edifici scolastici che dovrebbe evidenziare tutte le problematiche strutturali riscontrabili dalla ancora non ben definita anagrafe scolastica.

In Italia molte scuole non hanno il certificato di collaudo statico, non possono vantare un impianto elettrico a norma, non hanno un impianto idrotermosanitario conforme, e infine, spesso non sono in possesso di un certificato di conformità dell’impianto di protezione antincendio.

Per la ripetuta assenza di queste importanti certificazioni il Ministero dell’Istruzione ha chiesto ai dirigenti scolastici, in quanto “datori di lavoro” deputati a gestire quotidianamente la sicurezza delle strutture, un aggiornamento dei dati attraverso apposite schede informatiche, di conseguenza i comuni, dove risiedono le scuole, al fine di agevolare il compito dei suddetti dirigenti scolastici, si sono resi e si stanno rendendo disponibili a fornire lo stato dell’arte delle certificazioni da rinnovare e da ottenere ex novo, relative agli edifici scolastici presenti sul loro territorio.

Oggi si sviluppano progettazioni finalizzate a un’edilizia scolastica ecosostenibile, individuando meccanismi amministrativi per facilitare gli enti locali a mettere in opera, nelle loro scuole, sistemi energetici da fonti rinnovabili (fotovoltaici), con il fine di reinvestire i guadagni provenienti dal conto energia per ottimizzare le qualità del sistema d’istruzione territoriale (vedi PON e POIN FESR 2007-2013 Bandi per la riqualificazione e l’efficientamento energetico degli edifici scolastici).

A prima vista appare necessario adottare delle priorità rispetto a queste politiche di finanziamento, dando necessariamente la precedenza al completamento dell’anagrafe scolastica prevista dalla legge 23/96. In questo modo è possibile superare, per quanto riguarda il trasferimento delle risorse, l’azione della emergenza favorendo, a livello nazionale, quella della programmazione.

L’assenza di alcuni tipi di certificazione in territori con particolare vulnerabilità ambientale come quelli dichiarati a rischio sismico, evidenzia ancora di più le contraddizioni tra i nuovi parametri numerici di formazione delle classi e i limiti massimi di affollamento delle aule previsti dalle normative edilizie vigenti. Per questo motivo il fronte delle certificazioni necessarie al funzionamento degli edifici scolastici diventa nevralgico per il raggiungimento di una scuola strutturalmente sicura, superando quelle incongruenze che fondano le proprie radici nell’utilizzo colpevole e forzato di strutture sprovviste dei necessari permessi che la normativa edilizia prevede.

Per trovare delle soluzioni efficaci ai problemi esposti occorre agire con il massimo rigore nelle gare d’appalto dei lavori di manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, che non dovrebbero essere al ribasso onde evitare gli attuali tragici esempi rappresentati dalla scuola Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia, edificio crollato perché mancante di fondamentali condizioni strutturali, o dalle tre scuole del Crotonese, dove partite di scorie tossiche erano smaltite illegalmente, finendo nell’impasto del loro manto stradale. Quindi a tal proposito si devono favorire processi per garantire gare d’appalto legalmente controllate, che migliorino la sicurezza delle nostre scuole.

Il maggiore dei paradossi è quello di aver raggiunto un discreto livello programmatico nel redigere il documento riguardante la Sicurezza nei luoghi di lavoro, in altre parole un documento per la sicurezza che si prefigga gli obiettivi della valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza, della eliminazione dei rischi in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico e, ove ciò non sia possibile, della loro riduzione al minimo, e infine della riduzione dei rischi alla fonte, il tutto riferito al TU 81/08, ma purtroppo eseguito in contesti di irregolarità strutturale.

Come detto queste programmazioni sulla sicurezza sono eseguite il più delle volte in ambienti scolastici che sono sprovvisti del collaudo statico o del certificato di staticità, del certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.), dei certificati di conformità (L. 46/1990) degli impianti antincendio, elettrico, gas, idrotermosanitario, e della verifica di impianto di scariche atmosferiche, evidenziando tutte quelle incongruenze che ci accompagnano quotidianamente in ogni momento delle attività didattico-organizzative all’interno dei nostri istituti.

Aldo Domenico Ficara

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