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Autovalutazione: nuova frontiera della partecipazione?

Pubblicato il: 01/04/2010 17:28:35 -


Il rapporto scuola-famiglia rischia di essere ulteriormente impoverito e compromesso. Non più la condivisione di un unico progetto educativo, ma semplice attività di giudizio, senza spazi per individuare le criticità ed elaborare insieme un processo di cambiamento. Eppure non è ancora tardi per una proposta condivisa…
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Esaurita l’avventura del programma annuale con il previsto adempimento, l’on. Valentina Aprea ha preannunciato, nella sua recente intervista a Tuttoscuola, la fase “due” della riforma, che interesserà carriera e reclutamento dei docenti nonché la nuova governance della scuola. Centrale il ruolo della valutazione, realizzata anche con il coinvolgimento di studenti, famiglie ed “organismi tecnici”.

Di valutazione e suoi strumenti si discute da tempo, quale attività di verifica e miglioramento della qualità espressa in termini di “efficienza” – in relazione all’attività svolta – e di “efficacia” – rispetto ai risultati conseguiti – in base alle risposte di valutatori.

In quanto rispondente a un principio di rendicontazione e di superamento dell’autoreferenzialità, essa ha tra le sue fonti normative: la Carta dei Servizi (DPCM 7 giugno 1995), in attuazione del principio della trasparenza e della qualità del servizio, il quale richiede anche che affinché la scuola, come comunità organizzata, operi al meglio, ogni componente agisca conformemente al proprio ruolo, nel rispetto di regole condivise anche attraverso l’adozione di un vero e proprio “contratto sociale”; nonché, soprattutto, con maggiore chiarezza ed evidenza, l’art. 21 comma 9 ultima parte della L 59/97 il quale prevede l’“obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi”, sebbene di fatto rimesso alla libera ed autonoma iniziativa in mancanza di reale cogenza.

Sono molteplici le esperienze di autovalutazione, sia limitate al singolo istituto che in rete, e hanno destato interesse talune iniziative che hanno visto il diretto coinvolgimento anche degli studenti, comunque occasioni di riflessione e analisi per acquisire consapevolezza dei punti di criticità e di forza per poi promuovere processi e adottare opportune strategie di riconversione, modifica e riqualificazione del servizio attraverso anche un modello di ricerca-azione.

La “misurazione” della qualità presuppone l’individuazione di “indicatori”, cioè di “obiettivi” espressi magari in “liste di controllo”, nonché di “valutatori” , esterni o interni all’istituto scolastico, per verificare la conformità del servizio a predeterminati standard ed è collegata anche a un concetto di gestione partecipata dove il controllore dell’efficacia e dell’efficienza del processo educativo è un soggetto estraneo a chi “eroga” il servizio ma interagisce con esso. Tuttavia nell’attuale prospettazione la valutazione sembra assolvere una prevalente funzione di premialità, mentre la nuova governance appare ridurre gli spazi di partecipazione e collegialità. Quella collegialità “ottriata” e mai davvero utilizzata. Senza rappresentanti di classe e collegio docenti viene meno la possibilità di un’autovalutazione condivisa, mentre la mancanza di luoghi comuni di dialogo e riflessione sui risultati impedirebbe l’adozione di condivise azioni di riconversione e miglioramento.

D’altra parte se già oggi il governo della scuola si presenta complesso in un contesto in cui gli attori non hanno imparato ad accettarsi, dialogare e a utilizzare gli strumenti della partecipazione nel rispetto dei propri ruoli, in un momento in cui però si richiedono alle famiglie contributi sempre maggiori, è difficile pensare che queste nuove frontiere partecipative possano migliorare i già difficili rapporti.

Premesso poi che il procedimento di valutazione intanto ha un senso se affidato ai protagonisti della scuola e quindi a soggetti interni a essa, rimettere la competenza esclusivamente a strutture associative presupporrebbe o una sorta di “sindacalizzazione” dei genitori o degli studenti (posto che la fine della rappresentanza segnerebbe anche l’impossibilità di costituzione degli attuali organismi dei comitati genitori o studenteschi) al fine di assicurarne la costante presenza all’interno di ogni istituto.

A meno che l’intento di semplificazione non induca contro ogni auspicio recuperare, tra le pregresse proposte, la figura del “garante dell’utenza”.

Se è vero che la valutazione può costituire per studenti e genitori una nuova modalità di partecipazione, rischia a questo punto di restare anche l’ultima opportunità riconosciuta all’interno della nuova governance, riducendo la funzione di genitori e studenti a semplici “fruitori” di un servizio. Desta opinioni contrastanti questa funzione premiale. Le preoccupazioni maggiori riguardano il possibile condizionamento dell’autonomia didattica, in particolare qualora la percezione di qualità dei valutatori dipenda dai “risultati” conseguiti non rispetto a standard di efficacia ma al giudizio del docente. Con il rischio di una sorta di premialità retributiva.

Il rapporto scuola-famiglia rischia di essere ulteriormente impoverito e compromesso. Non più la condivisione di un unico progetto educativo, ma semplice attività di giudizio, senza spazi per individuare le criticità ed elaborare insieme un processo di cambiamento. Eppure non è ancora tardi per una proposta condivisa…

Genitori in Movimento
http://www.apritiscuola.it/genitori/inmovimento

Per approfondire, da Tuttoscuola:
Aprea a Tuttoscuola: “Pure gli studenti potranno valutare i docenti”

Dall’Unione degli Studenti preoccupazione per il disegno Aprea

La Flc Cgil boccia la proposta Aprea

Mo.I.Ge. ok alla proposta Aprea: “Fatto positivo il coinvolgimento dei genitori”

L’A.Ge.S.C. incoraggia l’Aprea: “Sia definita presto la nuova governance del sistema scolastico”

Il C.G.D. sulla proposta Aprea: “Gli studenti di quale età valuteranno i docenti?”

L’A.Ge. a Tuttoscuola: “Bene la proposta Aprea”

Da altre fonti:
• Mario Rusconi – I genitori daranno i voti agli insegnanti

• Mario Rusconi – Roma. SMS Majorana: un caso concreto di autovalutazione – in RAS (Rassegna dell’Autonomia Scolastica), n° 6/2002, Edizioni romane, Roma 2002
• Sebastiano Pulvirenti – Rete FARO: 130 scuole coinvolte in un modello di autovalutazione – in RAS
• Antonio Gariboldi – Un esempio di autovalutazione di professionalità – in Infanzia
• Giancarlo Bello, Presidente Comitato InterIstituti di Vicenza e Dino Cristanini, Ispettore del Ministero P.I. – Atti del Convegno di Rovigo del 6 novembre 2000 – I Nuovi Organi Collegiali della Scuola Italiana
• Corriere della Sera – Quando i genitori danno il voto ai prof – di Giorgio de Rienzo
• Corriere della Sera – Gli studenti danno i voti ai prof. E il liceo li fa esporre in bacheca – di Annachiara Sacchi

Dello stesso autore:
Lettera (Aperta) alle associazioni, ai candidati, agli eletti, agli elettori

Scuola e famiglia allo stato dell’arte dopo 40 anni

Genitori in movimento

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