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Il doping e la mafia non esistono

Pubblicato il: 10/09/2012 17:08:14 -


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Parole d’ordine per una scuola che sia congrua con la società di cui è espressione.
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Alex Schwazer, un atleta simbolo di cui si predicava la costanza, la tenacia, la qualità, l’agonismo, preso con le mani nel sacco per positività all’epo, ha confessato di doparsi. Rimane dunque un esempio dello sport italiano. Di un gran numero di comportamenti presenti nello sport italiano. Ora scatta la gara dei commenti ipocriti, di chi non sapeva che su Schwazer c’era un’inchiesta in corso, non voleva sapere che l’olimpionico, medaglia d’oro a Pechino per la 50 km di marcia, era chiacchierato. Questi avvenimenti devono essere sempre “un fulmine a ciel sereno” Troppi sono gli interessi, gli investimenti, i guadagni di enti e singoli, per i quali il giocattolo dello sport deve essere preservato intatto, pulito, coinvolgente.

Alcuni docenti, non solo di educazione fisica, vorranno discutere di questi accadimenti in classe, far condurre ricerche ai ragazzi che possono essere vittima del doping, profittare dei materiali preparati dall’allora ministro Berlinguer e dal suo Capo dell’Ispettorato Educazione Fisica. Nell’ambito del Programma Perseus fu impegnata la ormai fantastica cifra di un miliardo di vecchie lire per la formazione ad hoc dei docenti.

La scuola, affermano questi docenti, tutela la salute dei giovani, il loro benessere e valori come la lealtà, l’onestà la lotta all’illegalità, il rispetto verso se stessi e verso i propri compagni, la dignità personale.

La scuola tutela uno spazio dove sia ancora possibile uno sport educativo, fonte di benessere, di confronto, di sana competizione, di crescita umana e culturale.

Gli insegnanti che si battono per contrastare l’uso del doping si trovano, spesso, a combattere contro un muro di silenzi, costruito da chi guadagna somministrando doping o assumendolo per raggiungere successo, fama e gloria anche a costo di perdere la salute.

In molte scuole a settembre si lavorerà così.

Ebbene tanta competenza e buona volontà va dissuasa. Sembra quasi che alcuni docenti vogliano fare della scuola una riserva protetta dove di certi argomenti si può e si deve parlare, dove gli studenti devono capire e padroneggiare gli argomenti che da più vicino li riguardano, senza infingimenti e senza ipocrisie. Non è possibile, si devono invece ripetere a scuola parole d’ordine che rendano la scuola congrua con la società di cui è espressione.

Il doping non esiste, come si diceva una volta per la mafia. Lo sport è la sede dove nascono e si fortificano valori indiscutibili e solo loro. Lo sport fa sempre bene, aiuta ad allontanarsi dal pericolo delle droghe. I ragazzi non si dopano mai e tantomeno gli studenti che fanno sport. Gli atleti non si dopano (come non scommettono e non si fanno comprare dalla malavita). Non esistono relazioni segrete e inconfessabili o comunque rapporti tra alcune istituzioni dello Sport e il Doping come sbagliano quelli che continuano a esplorare le relazioni segrete e inconfessabili o comunque i rapporti tra alcune istituzioni dello Stato e la Mafia.

Non c’è stato un letale asservimento dello sport allo spettacolo o al gioco d’azzardo, non esiste la violenza negli stadi e non è vero che Pierre De Coubertin è morto e che la cosa più importante è vincere, non partecipare. Il nostro è un paese sportivo poiché è falso che un paese possa dirsi davvero sportivo solo quando la maggioranza dei suoi abitanti sente lo sport come una necessità personale.

Anche Braccio di Ferro si aiuta con gli spinaci, Asterix e Obelix con la pozione magica, Pippo con le arachidi! Le sostanze dopanti non costituiscono certo uno dei peggiori e più subdoli attentati alla salute dei giovani. È ammesso, in ogni caso scusabile utilizzare decine e decine di farmaci per frodare lo sport e ottenere prestazioni atletiche al di sopra del normale rendimento, per ottenere il successo.

Non bisogna diffondere il pregiudizio che sia doping l’utilizzo di qualsiasi sostanza o pratica medica che possa in modo fraudolento (cioè con inganno, imbroglio, truffa) arrecare un vantaggio a chi ne fa uso nelle gare sportive.

Evitare le generalizzazioni per cui chiunque si “dopi” bara, cerca di vincere e di prevalere con l’inganno, procurandosi mezzi e strumenti illegali, a danno di tutti quelli che, ancora, gareggiano in maniera onesta.

Evitare di approfondire cosa c’è dietro la parola doping. Non dire che ci sono sostanze che non fanno sentire la fatica, che aumentano la forza fisica, che sviluppano la muscolatura in maniera abnorme e in breve tempo, che permettono di recuperare gli sforzi effettuati in maniera molto rapida. Non dire che tutte comportano gravi rischi per la salute di chi ne fa uso.

PER APPROFONDIRE:
Parlare a scuola di doping, di Luigi Calcerano

Approfondire a scuola gli avvenimenti legati alle recenti notizie sul doping e la crescente mancanza di valori positivi nello sport è opportuno e possibile.

Aggiungiamo anche un racconto sul doping e i giovani studenti dello stesso autore, e una scheda operativa.

Luigi Calcerano

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