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In & out, inclusione/esclusione

Pubblicato il: 06/07/2010 15:37:00 -


La professione educativa, ponendo in relazione individui, grandi e piccoli, richiede continua energia e disponibilità relazionale; perciò gli educatori hanno bisogno, nella propria formazione, di esperire situazioni analoghe per divenire agenti di cambiamento e di crescita per i bambini. L’invito a un laboratorio del Movimento di Cooperazione Educativa (in calce il programma dell’evento).
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Dal 23 al 28 agosto si terrà, a San Felice del Benaco, la scuola estiva del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE). La scuola fa parte del Progetto “Insieme X educare”, una proposta che mette al centro della riflessione gli elementi della relazione educativa nell’intreccio tra saperi, contesti, metodologie e tecniche di insegnamento-apprendimento e guarda alla relazione educativa come a un’esperienza di mediazione culturale e interculturale.

La professione educativa, ponendo in relazione individui, grandi e piccoli, richiede continua energia e disponibilità relazionale; perciò gli educatori hanno bisogno, nella propria formazione, di esperire situazioni analoghe per divenire agenti di cambiamento e di crescita per i bambini. L’ipotesi che sorregge questo spazio/tempo formativo è che la relazione che gli educatori costruiscono con gli allievi possa essere ostacolo o risorsa al processo di insegnamento-apprendimento e di maturazione.

Il progetto punta quindi a coniugare impegno personale, sociale e professionale, superando modalità di formazione basate sulla divisione disciplinare e su una professionalità slegata da valori di riferimento. Questo significa riscoprire l’apprendimento come ricerca e sperimentazione continui e l’atto educativo come globalità, insieme di eventi legati a razionalità, emotività, percezione corporea. Gli educatori che riflettono sulla propria realtà, imparano anche a usare questa riflessione nell’azione educativa.

Ma veniamo al tema dell’anno. Il diffondersi di episodi di intolleranza, il desiderio di separare, allontanare o di espellere il diverso, richiedono alla scuola di ripensare il suo compito di educare a una cittadinanza condivisa, responsabile e partecipe. Se è vero che le identità si scoprono incontrandosi, condividendo spazi, confrontandosi e talvolta scontrandosi, allora il nostro modo di vivere dentro la realtà ha bisogno di reti, di comunità, di relazioni di vicinato. Come possono i contesti educativi diventare luoghi in cui costruire percorsi relazionali, discutere, condividere e vivere conflitti e regole, in cui verificare la propria alfabetizzazione interpersonale e sociale?

A partire da queste riflessioni si è scelto il tema dell’inclusione-esclusione. Ciò implica un dentro e un fuori, ovvero per molti che stanno dentro c’è qualcuno che non ce la fa. Ma una scuola che educa alla cittadinanza deve trovare un posto per ciascuno. Questo è dunque l’ambito della ricerca-azione, nella quale i laboratori hanno un ruolo centrale, come esempi di apprendimento significativo e di pratica didattica di inclusione, che tiene al suo interno tanto l’in quanto l’out.

Accanto a proposte strutturate, quali conferenze, laboratori, scambi di buone pratiche e dibattiti, nel corso della settimana si attivano momenti informali come incontri, mostre, materiali didattici, forum e uscite nel territorio, esperienze connesse tra loro grazie alla tematica.

Alla plenaria di apertura intervengono Gherardo Colombo, già giudice della Corte di Cassazione, autore di testi legati all’educazione alla cittadinanza e alla legalità, e Davide Zoletto, ricercatore di Pedagogia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Udine.

Nei giorni seguenti si tengono i laboratori che fanno riferimento agli assi culturali che connettono saperi, campi e discipline: asse dei linguaggi, matematico, storico-sociale, scientifico-tecnologico.

Un pomeriggio speciale è dedicato all’Integrazione di alunni con bisogni speciali: ne parla Giovanni Sapucci. Direttore della significativa esperienza didattica del CEIS di Rimini.

L’intervento conclusivo è affidato a Marco Rossi Doria, maestro di strada, tra i fondatori del progetto di recupero scolastico Chance di Napoli. Al termine si proporranno alcune chiavi di lettura dell’esperienza complessiva della scuola estiva, individuando possibili piste di ricerca pedagogica sui temi dell’esclusione e dell’integrazione. L’attività è diretta sia a studenti di scienze dell’educazione, sia a insegnanti e operatori psicopedagogici e continuerà, a distanza, utilizzando il sito www.mce-fimem.it.

Per approfondire:
Il programma di In & Out

Il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE)

Domenico Canciani

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