Perché serve occuparci della lingua e della cultura italiana

La Flc-Cgil ha partecipato con convinzione, insieme a FDV e la Cgil, alla predisposizione di una proposta di riordino del sistema per la diffusione della lingua italiana nel mondo e delle istituzioni scolastiche e formative all’estero: garantire un diritto alle persone, a cominciare dai nostri connazionali all’estero, e assieme sviluppare una grande opportunità per il futuro del Paese rappresentano i presupposti di questa iniziativa. In questi anni, invece, il blocco della contrattazione, la riduzione progressiva delle risorse e una discutibile gestione del personale da parte del MAE, hanno determinato un progressivo svuotamento di queste attività provocando un lungo contenzioso e condannando lo stesso sistema ad un inesorabile declino.
Abbiamo arginato i danni più rilevanti ma se vogliamo rispondere alle nuove domande di cittadinanza, se vogliamo fare della diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo un volano anche per stimolare e sostenere una ripresa della crescita e tornare, così, a creare occupazione e lavoro, serve un salto politico di qualità. C’è un immenso patrimonio culturale, artistico, artigianale, produttivo, che attende di essere reso fruibile anche attraverso il rilancio della cultura e della lingua italiana nel mondo.

Serve allora una proposta politica che riconduca alle dirette responsabilità del Governo la gestione e il coordinamento dell’insieme delle politiche per la diffusione della lingua italiana all’estero. La proposta propone pertanto l’esigenza di un intervento legislativo, non più rinviabile, per un profondo riordino delle istituzioni scolastiche e dei corsi di italiano all’estero, attraverso un nuovo impegno per l’apprendimento della lingua italiana come veicolo di una strategia economico-culturale moderna e adeguata a rispondere alle sfide che la globalizzazione ci impone. Per realizzare questo obiettivo, è fondamentale riaprire una contrattazione di settore a tutto campo che si innesti nel contesto di un nuovo quadro normativo e che innovi procedure e strumenti più avanzati per la diffusione della lingua, dell’arte e della cultura italiana nel mondo.
Serve questo salto politico perché del tutto nuovo è il contesto mondiale ed europeo di riferimento.
In una Europa plurilingue, la competenza linguistica che dobbiamo assicurare deve saper mettere in comunicazione culture diverse ed insieme valorizzare le proprie radici.

Ci convince la modalità scelta per realizzare questo obiettivo ed è importante che sia la CGIL, la Fondazione Di Vittorio e tutte le strutture della CGIL che a vario titolo si occupano di italiani all’estero e di migrazione ad avanzare una unica proposta condivisa e sostenibile. È del tutto evidente che spetterà alle forze politiche la responsabilità di un nuovo provvedimento legislativo. Ma il coinvolgimento attivo di lavoratori e cittadini, attraverso proposte di merito sostenute anche con la sottoscrizione di una petizione da far pervenire a tutti i soggetti a vario titolo interessati, acquista oggi un valore particolare: quello di tornare a sollecitare la partecipazione attiva, l’ impegno in prima persona, per la costruzione di un efficace movimento e consenso su cui rilanciare la nostra politica culturale nel mondo.

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Immagine in testata di PasGabriele/Wikipedia (licenza free to share)

Mimmo Pantaleo