Senza respiro: un carcere privo di diritti dell’ultimo Rapporto di Antigone

Il XXI Rapporto sulle carceri dell’associazione Antigone, presentato a Roma lo scorso 29 maggio, è frutto di un anno di monitoraggio del sistema penitenziario avvenuto attraverso oltre cento visite effettuate a strutture penitenziarie per adulti e per minori. Il titolo “Senza respiro” intende rimandare a quell’”intima gioia” che il sottosegretario Delmastro raccontò di provare nel togliere il respiro alle persone detenute. Se questa era la sua intenzione, ci è riuscito: oggi in carcere si vive senza respiro, per la mancanza di spazio fisico e per la mancanza di riconoscimento dei più fondamentali diritti.

Il tasso di affollamento reale è al 133%, ben superiore a quello ufficiale raccontato dal Ministero della Giustizia, che non tiene conto delle tante sezioni chiuse da anni per mancanza di manutenzione e che gli osservatori di Antigone incontrano costantemente nelle loro visite. Sono solo 36 su 189 le carceri per adulti che rispettano la propria capienza. Le altre sono sovraffollate, spesso pesantemente. In ben 58 istituti il tasso di affollamento supera il 150%, con picchi introno al doppio delle presenze rispetto ai posti disponibili (212% a Milano San Vittore, 205% a Lucca, 201% a Brescia Canton Mombello, 196% a Varese, 193% a Potenza, e potremmo continuare). La popolazione detenuta cresce al ritmo di 150 unità al mese. Visto che un carcere di medie dimensioni ospita 300 detenuti, ogni due mesi dovremmo costruire una nuova galera, con una spesa soltanto iniziale di circa 30 milioni di euro.

Le scellerate politiche penali del governo – con la continua introduzione di nuove fattispecie di reato, di nuove aggravanti, di aumenti di pena per i reati già esistenti – oltre a essere illiberali sono anche estremamente costose. Secondo una proiezione che abbiamo effettuato nel Rapporto sulla base del monitoraggio degli episodi di protesta pacifica avvenuti in carcere nel corso del 2024, il nuovo reato di rivolta penitenziaria, che si configura anche in caso di resistenza passiva a un ordine impartito, avrebbe comportato nel solo anno trascorso la comminazione di circa 24.000 anni aggiuntivi di pena detentiva. Tutto questo mentre i reati sono in continuo calo e l’Italia si afferma come uno dei Paesi più sicuri al mondo.

Un grido di allarme viene lanciato nel Rapporto per quanto riguarda le carceri minorili. Per la prima volta nella storia d’Italia, il sovraffollamento è arrivato anche qui. I nostri osservatori hanno trovato adolescenti ammassati in celle sovraffollate e luride, con i materassi gettati a terra e dosi massicce di psicofarmaci utilizzate per tenere buoni i ragazzi. Un sistema che era considerato un modello dall’intera Europa proprio per la sua capacità di residualizzare la risposta carceraria e mettere al centro il superiore interesse del minore è oggi completamente allo sbando. Dal momento dell’entrata in vigore del Decreto Caivano nel settembre 2023, i giovani detenuti sono cresciuti di una volta e mezzo. E sarebbero molti di più se non fosse per la nuova norma che facilita il loro trasferimento alle carceri per adulti, con la conseguente interruzione di ogni programma educativo.

Il populismo penale dell’attuale governo sta facendo danni che sarà difficile ricomporre. Ogni populismo è indifferente al dato statistico e si fonda su menzogne raccontate ai cittadini. Il Rapporto di Antigone vuole fornire informazioni puntuali che ognuno di noi possa usare per smascherarle.

Susanna Marietti coordinatrice nazionale di Antigone, associazione che dal 1991 lavora alla promozione dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario.