Colleg@Menti con il Futuro

Colleg@Menti con il Futuro è il nome di un progetto educativo che è stato realizzato nel periodo maggio – ottobre 2024 presso l’IIS Via Copernico – Pomezia, progettato dalla Dirigente Scolastica dell’Istituto Prof.ssa Anna Coppolelli in collaborazione con Antonella Maucioni, Ambra Tedeschi, Mariaida Carducci e Monica Dabbicco.

Il progetto è stato ispirato dal bando “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica” nell’ambito del PNRR Next Generation EU[1].

Abbiamo centrato l’intervento, in coerenza con gli obiettivi specifici previsti dal bando, su un percorso di potenziamento cognitivo e di implementazione delle competenze cognitive, metacognitive e trasversali attraverso il Metodo Feuerstein. È stata quindi progettata un’offerta formativa che prevedesse l’utilizzo dell’approccio Feuerstein e l’applicazione di alcuni Strumenti del Programma di Arricchimento Strumentale Standard – cosiddetto “P.A.S.”, in un contesto scolastico di grandi dimensioni.

La pedagogia Feuerstein ha come assunti le teorie della Modificabilità Cognitiva Strutturale (MCS) e dell’Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM). Reuven Feuerstein è uno psicologo ebreo, nato in Romania, che già a 19 anni insegnava ai ragazzi rumeni con difficoltà ad apprendere la lingua ebraica. Emigrato nella Palestina mandataria, pratica il suo metodo con gli adolescenti fuggiti in Israele dalla Shoah; ha un “belief system” secondo il quale tutti gli esseri umani sono modificabili, nel corso di tutta la vita, indipendentemente dalle cause, dalla severità delle condizioni cliniche e sociali, dall’età. La teoria della MCS si basa dunque sulla tesi che ogni essere umano è un sistema aperto e che l’individuo sia in grado di adattarsi flessibilmente alle richieste dell’ambiente, anche esso in costante cambiamento e a miglioramenti nel corso di tutta la vita, capace di modificarsi in funzione di stimoli interni ed esterni, al fine di condurre una vita maggiormente significativa. Inoltre, le capacità cognitive, in virtù della loro plasticità, sono idonee a essere modificate grazie all’intervento educativo mediato, attivo e intenzionale.

L’EAM come qualità universale dell’interazione, è intesa come la possibilità che l’adulto-mediatore ha di organizzare, prevedere e analizzare le interazioni necessarie all’educabilità cognitiva dei discenti e nello sviluppo dell’individuo. Il Mediatore lavora per conoscere, attraverso domande e risposte, “le modalità del pensare” dell’individuo e provocare quindi una modificazione strutturale del funzionamento cognitivo a prescindere dalle condizioni di partenza e a qualsiasi età.

Il progetto Colleg@Menti con il Futuro ha reso possibile la realizzazione di quattro Percorsi formativi e laboratori co-curriculari”. La proposta da noi elaborata è stata strutturata e organizzata tenendo in considerazione principalmente due fattori: organizzazione in orario extrascolastico e offerta diretta a gruppi eterogenei di almeno nove partecipanti, con un diverso livello di scolarizzazione, alcuni provenienti anche dai corsi serali e da altri  Istituti del territorio. Gli studenti destinatari degli interventi sono stati individuati dal “Team per la prevenzione della dispersione scolastica” e presentavano profili cognitivi e difficoltà molto differenziate tra loro. Ciascun percorso è stato erogato, in presenza e congiuntamente, da un Docente e da un Tutor (il Docente Esperto Formatore specializzato nella applicazione del Metodo e il Tutor, Figura Professionale in possesso di adeguata formazione al Metodo)[2].

Per ogni laboratorio sono stati previsti dieci incontri di due ore ciascuno.

Uno degli obiettivi primari è stato quello di creare un gruppo in cui ogni partecipante si sentisse in relazione con il resto della classe al fine di far emergere occasioni di condivisione, di ascolto e di attenzione verso gli altri. Anche l’organizzazione dell’aula è stata funzionale a supportare l’aspetto metodologico e gli obiettivi prefissati: i banchi sono stati posizionati in modo circolare, affinché ci potesse essere una condivisione e uno scambio tra i partecipanti favorita anche dalla Peer Education. Tutti i ragazzi sono stati invitati e sollecitati a intervenire e a esprimere il proprio pensiero relativamente a quanto si andava affrontando. Alcuni hanno potuto sperimentare le loro capacità di mediazione con compagni che necessitavano dell’aiuto di un facilitatore per completare il compito. Piccoli esempi chiariscono quanto sperimentato nel corso del lavoro. Durante l’esecuzione di un compito dello strumento Organizzazione di Punti un’allieva, su nostra richiesta, ha affiancato una compagna ponendole alcune domande guida che potessero permetterle di risolvere il compito. Questa modalità facilitante ha permesso all’allieva mediata di focalizzare la sua attenzione, di non lavorare per tentativi ed errori e giungere in modo autonomo alla soluzione del compito in autonomia, potenziando così la sua autostima. Nel momento della condivisione del compito, l’allieva mediata ha sottolineato l’efficacia dell’intervento della compagna e la propria soddisfazione nell’aver raggiunto in autonomia un risultato positivo; ha inoltre affermato che il compito precedentemente le era sembrato di difficile soluzione.  In seguito, nei gruppi di lavoro, è stato proposto lo strumento Istruzioni che è sembrato ad alcuni allievi semplice; questo, dopo le prime pagine di lavoro individuale, richiede un lavoro di coppiaOgni componente della coppia deve riprodurre una forma geometrica sulla base delle istruzioni fornite dal compagno. Una coppia, che all’inizio non è stata molto attenta alle richieste del compito, si è trovata in difficoltà quando entrambi gli studenti hanno dovuto lavorare in base alle indicazioni fornite dal compagno. I ragazzi si sono resi conto di averlo svolto non precisamente, hanno compreso che il compito richiedeva attenzione, capacità di mettersi nei panni degli altri, precisione e accuratezza nel vocabolario. Hanno potuto ri-mediare grazie all’intervento e alle domande guida delle mediatrici.

Esperienze simili sono state proposte e svolte diverse volte, dopo che il gruppo aveva preso confidenza con le attività proposte.

Man mano che il percorso didattico progrediva, gli studenti hanno imparato a non fermarsi sull’obiettivo operativo del compito, ma hanno iniziato a riflettere sia sulle funzioni cognitive messe in azione che su come generalizzare e riportare nel concreto il principio elaborato.

L’attività proposta ai gruppi ha previsto l’utilizzo di tre strumenti del P.A.S.[3]: Organizzazione di Punti, Immagini e Istruzioni[4]. Il filo rosso che ha guidato la scelta è stata l’intenzionalità di muoverci verso la modalità astratta del pensiero. Degli strumenti, infine, si è fatta un’ulteriore selezione di pagine sia in base al principio di sequenzialità e alle difficoltà che potevano essere incontrate, che all’importanza di riflettere su ciò che va al di là degli obiettivi operativi permettendo di “imparare a imparare”, cioè di maturare delle competenze metacognitive che ci aiutano a capire come pensiamo e apprendiamo diventando sempre più consapevoli dei nostri processi mentali.

Gruppo di lavoro del progetto

Antonella Maucioni, biologa, già docente e dirigente scolastica. Ha al suo attivo vari master e specializzazioni nel campo della didattica e del management dell’educazione. È trainer internazionale del Metodo Feuerstein sia basic che standard nonché valutatrice LPAD per entrambi i programmi del metodo.

Ambra Tedeschi, psicologa, laureata in lingue e letterature straniere moderne, già docente e direttrice del Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani. È trainer internazionale del Metodo Feuerstein sia basic che standard nonché valutatrice LPAD per entrambi i programmi del metodo.

Mariaida Carducci, docente di scuola primaria, in possesso di diploma di laurea triennale in Scienze dell’Educazione, diploma triennale di terapista della riabilitazione logopedista e applicatrice del Metodo Feuerstein sia per strumenti PAS standard che basic.

Monica  Dabbicco,  docente di scuola superiore e arteterapeuta. Da anni lavora nelle relazioni d’auto. applicatrice del Metodo Feuerstein sia per strumenti PAS standard che basic.

 

Bibliografia

  1. Associazione Connessioni – ICELP (a cura di), L’applicazione del Metodo Feuerstein nei diversi ambiti, Rimini, 2008.
  2. DAMNOTTI S. REUVEN FEUERSTEIN: Storia straordinaria di un uomo straordinario, Milano, Simonelli Editore, 2021.
  1. FALIK L. H., Changing Destinies, Xlibris, Amazon Italia Logistics S.r.l. 2019.
  2. FEUERSTEIN R. S.,et al. (a cura di) Feuerstein on Autism, The Feuerstein Institute, 2019.
  3. FEUERSTEIN R. S.,et al. (a cura di) The Feuerstein Method, A Cognitive Approach to Autism, The Feuerstein Institute, 2024.
  4. FEUERSTEIN R.,TheTheory of Structural Cognitive Modifiability and Mediated Learning Experience, ICELP, già FEUERSTEIN The theory of structural cognitive modifiability, B Presseisen ed. 1990 in Learning and Thinking Styles: Classroom Interaction, Washington DC National Education Association.
  5. FEUERSTEIN R., RAND Y., RYNDERS J. E., Non accettarmi come sono, Firenze, Sansoni Editore, 1995.
  6. FEUERSTEIN R., RAND Y., FEUERSTEIN R.S., La disabilità non è un limite, Firenze, Libri Liberi, 2005.
  7. FEUERSTEIN R., FEUERSTEIN R. S., FALIK L. H.e RAND Y., Il Programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein, Gardolo (TN), Erickson,2008.
  8. FEUERSTEIN R., FEUERSTEIN R. S., FALIK L. H., Beyond Smarter, New York and London, Teachers College, Columbia University, 2010.
  9. MINUTO M., RAVIZZA R., Migliorare i processi di apprendimento, Gardarolo (TN), Erickson,2008.
  10. ROSEN R. & FALIK L.H., The Mediated Learning Experience in Action, Xlibris, 2019.
  11. VANINI P. Il Metodo Feuerstein Una strada per lo sviluppo del pensiero, Bologna, I.R.R.S.A.E. EMILIA ROMAGNA, 2001.
  12. VANINI P. Potenziare la mente? Una scommessa possibile, Gussago (BS), Vannini Editoria Scientifica, 2009.

 

[1] Questa Missione mira a rafforzare le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca.  Per questa ragione promuove una serie di azioni per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica e per la riduzione dei divari territoriali nell’istruzione, con la realizzazione di interventi di tutoraggio e percorsi formativi in favore degli studenti a rischio di abbandono scolastico.

[2] Entrambi sono stati valutati in possesso di specifiche competenze attestate attraverso i curricula e il relativo punteggio, previsto dal bando.

[3] Gli strumenti che compongono il Programma sono 14 e sono suddivisi in tre livelli. Questi conducono l’allievo a sperimentarsi con lavori via via sempre più legati al pensiero astratto.

[4] Gli strumenti del P.A.S. sono stati scelti in accordo con la Dirigente Scolastica formata al P.A.S. Standard: Organizzazione di Punti e Immagini fanno parte del I livello mentre Istruzioni appartiene al II livello.

Antonella Maucioni, Ambra Tedeschi