L’obbligo che non c’è

Sono trascorsi quasi vent’anni dall’istituzione dell’obbligo di istruzione come percorso decennale, comprensivo del primo biennio della secondaria di II grado e dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale. Ma siamo lontani dall’aver realizzato compiutamente tutte le condizioni, anche di natura ordinamentale, per aver reso effettivo il nuovo diritto. Molte questioni restano tuttora aperte, a partire dalla persistenza di un esame di stato collocato ormai irragionevolmente alla conclusione della scuola media invece che alla conclusione del percorso decennale, con tutte le criticità che ne derivano in termini di scelta troppo anticipata degli indirizzi di studio successivo degli studenti e delle loro famiglie, di non attuazione del profilo orientativo dei bienni della secondaria di secondo grado, di orientamento nella transizione tra scuola media e percorsi successivi, di prevenzione della dispersione e degli abbandoni. Tutto ciò ha effetti particolarmente problematici per gli studenti con back ground migratorio, in particolare per i “nuovi arrivati”, sul piano delle iscrizioni, della documentazione dei titoli di studio pregressi, del ruolo dei CPIA, dell’accesso ai percorsi di istruzione e formazione professionale.
In seguito alle proposte di subordinare il riconoscimento della cittadinanza italiana al completamento del percorso di istruzione obbligatoria, nell’ottobre del 2024 la Fondazione ISMU ha organizzato un lavoro di riflessione seminariale coinvolgendo un gruppo di esperti che si occupano del tema a vario titolo. Ne è risultato un documento di riflessioni e proposte che, muovendo dalle specificità del diritto all’istruzione degli studenti con background migratorio, affronta questioni che riguardano il diritto di tutti.

Documento dell’ISMU