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Ma ce l’hai il permesso di mamma e papà?

Pubblicato il: 16/05/2025 21:32:43 -


A partire da questo mese il Centro Studi propone una newsletter (a cura di Margherita Orsolini) scegliendo un tema educativo e/o psicologico che (si spera…) possa essere di interesse per i soci.
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L’educazione sessuale a scuola secondo il ministro Valditara

Il disegno di legge approvato il 30 aprile dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, prevede che le scuole debbano obbligatoriamente richiedere il consenso informato preventivo ai genitori per la partecipazione dei figli ad attività formative che riguardino tematiche relative alla sessualità.

Il provvedimento ridimensiona molto l’idea, formulata circa un anno fa, di un’educazione alle relazioni affettive. Il femminicidio di Giulia Cecchettin, e le attività della fondazione creata da suo padre anche con l’aiuto degli ex compagni di scuola di Giulia, aveva sollecitato la proposta di avere almeno un’ora di educazione all’affettività nelle scuole. Aveva  detto Gino Cecchettin all’Università di Trento, raccontando gli obiettivi della Fondazione: “Vorrei dare gli strumenti a chi come Filippo di fronte alla rottura di una relazione, di fronte ad un ‘no’, non sa come gestire quella situazione. Ascoltando gli esperti, abbiamo detto che bisogna fare cultura, bisogna fare educazione, capire cos’è la violenza, come difendersi da quella violenza”.

Il ministro Valditara non solo ha ristretto l’ambito di intervento togliendo il riferimento più ampio all’affettività, ma ha inserito l’educazione sessuale tra le attività che le scuole possono proporre nel piano dell’offerta formativa. Si tratterà di un’attività opzionale per la cui frequenza sarà indispensabile il consenso informato dei genitori. Il testo della legge approvata prevede che i genitori debbano essere preventivamente informati in modo chiaro e completo su ogni attività didattica a tema sessuale, affettivo o etico – in particolare quando condotta con il supporto di esperti esterni – e che forniscano il loro assenso scritto

Molte critiche a quest’ultimo aspetto del provvedimento sono venute dalla rete degli studenti medi. “La proposta di Valditara limita consapevolmente un diritto educativo fondamentale per le studentesse e gli studenti” afferma Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi. Il sindacato studentesco rivendica da anni l’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva come strumento fondamentale per combattere la violenza di genere, il sessismo e il patriarcato.

https://www.tecnicadellascuola.it/educazione-sessuale-e-affettiva-la-rete-degli-studenti-medi-contro-il-ddl-valditara

Il chiarimento del ministro in risposta alle critiche appare inquietante: “Sul consenso informato, sottolineo alcuni principi come l’articolo 30 della Costituzione che stabilisce che spetta ai genitori educare i propri figli. La nostra Costituzione mette al centro la persona e la scuola mette al centro lo studente”. Dunque per qualsiasi attività che abbia una valenza educativa la scuola dovrebbe chiedere consenso ai genitori? 

https://www.tecnicadellascuola.it/educazione-sessuale-attivita-alternative-se-non-ce-consenso-dei-genitori-arresto-per-chi-picchia-i-docenti-lannuncio-di-valditara

Un interessante articolo di Annalisa Marcantonio (“Educazione sentimentale: se sì, come attuarla? Una breve storia”) ricorda che le proposte di legge per introdurre l’Educazione sentimentale (e non semplicemente sessuale) nelle scuole hanno incontrato forti resistenze in settori di opinione pubblica preoccupati di non agevolare la cosiddetta “ideologia gender” (una teoria infondata usata dalle destre per criticare studi, ricerche e rivendicazioni della comunità LGBTQ+). L’articolo fa riferimento al libro della filosofa Maura Gancitano che argomenta come l’educazione sentimentale sia una costruzione culturale con un forte intreccio tra vissuto emozionale, processo educativo, modelli di comportamento collettivo.

https://www.insegnareonline.com/rivista/cultura-ricerca-didattica/educazione-sentimentale-attuarla-storia

Sull’argomento dell’educazione affettiva e sessuale Save the children ha condotto un’indagine intervistando un campione di 800 adolescenti tra i 14 e i 18 anni e di 400 genitori. Il 35% degli adolescenti riferisce di non aver ricevuto un’educazione sessuale adeguata, mentre solo il 15% dichiara di aver seguito un percorso formativo approfondito. Questa lacuna, più ampia nei ragazzi che nelle ragazze, porta molti a cercare risposte su internet.  Il 47% dei giovani dichiara di ricorrere a siti web e articoli online,  il 57% si informa sulle infezioni sessualmente trasmissibili (IST) tramite internet. Il 22% dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni utilizza video pornografici come fonte informativa.

https://www.welforum.it/leducazione-affettiva-e-sessuale-in-adolescenza/

Il progetto Fuoriclasse in Movimento di Save the children richiama i programmi di  Comprehensive Sexual Education (CSE), raccomandati dall’UNESCO e dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’obiettivo, condiviso a livello europeo, è prevenire la disinformazione e contrastare fenomeni come la violenza di genere e il cyberbullismo. Inserire l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole dovrebbe avere diversi obiettivi specifici:

  • Aumentare le life-skills personali, relazionali, comunicative ed affettive;
  • Favorire le capacità riflessive sui propri stati affettivi e sui modelli di relazione tra compagne/i e con gli adulti;
  • Aumentare la consapevolezza della sessualità come dimensione globale della persona, nei vari aspetti: biologico-riproduttivo, psico-affettivo e socio-relazionale;
  • Contrastare fenomeni di violenza di genere, stereotipi e discriminazioni
  • Incrementare le informazioni corrette su temi legati al periodo di crescita degli studenti e delle studentesse.

https://www.savethechildren.it/blog-notizie/educazione-sessuale-e-affettiva-perche-e-importante-a-scuola

In conclusione, il disegno di legge del ministro Valditara presenta notevoli limiti, essendo espressione di una rigida demarcazione tra educazione e istruzione, e dell’idea che la scuola non debba educare ai valori (sono una sfera della persona, e dunque ambito dei genitori) né alle relazioni affettive. Nonostante questi limiti, le scuole potrebbero avere l’opportunità di organizzare attività formative che colmano un vuoto nel panorama italiano? Sembra essere questo il pensiero di Maria Antonietta Gulino, neo presidente del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, in un’intervista al Corriere della sera.

«Sull’educazione all’affettività, a fianco degli insegnanti possiamo lavorare noi perché studiamo le emozioni, perché sappiamo intervenire nel mondo degli adolescenti senza spaventarli. In generale bisogna rispettare la libertà e l’identità di ogni persona: guai a passare il messaggio che essere se stessi sia sbagliato. C’è chi pensa che gli adulti, avendo più esperienza, abbiano le chiavi per leggere la realtà. Non è così semplice: se io sono in difficoltà a parlare di me per via dei pregiudizi che ci possono essere, come faccio a chiedere aiuto ad un contesto che magari non è attrezzato? Se uno studente non ottiene il consenso dei genitori, ha forse così risolto il suo problema? Forse prima si dovrebbero dare gli strumenti anche ai genitori altrimenti finiamo per ottenere come risultato un aumento della solitudine, dell’isolamento e del malessere».

 

https://www.corriere.it/scuola/maturita/25_maggio_05/educazione-sessuale-non-sempre-i-genitori-hanno-gli-strumenti-per-decidere-bisogna-rispettare-l-identita-e-la-liberta-di-ogni-c6dab5d6-eb7a-48e9-83f0-9dd345fd5xlk.shtml?fbclid=IwY2xjawKGyndleHRuA2FlbQIxMAABHtOfNz0n_nOn3QP1pz6_FCtn-bhnwAGjmb8qpXGus33fT1UtwGf9NyYbmuzT_aem_7P_xXjZrTDO9uSyPBh-m4g

Margherita Orsolini già professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, ha insegnato Disturbi dell'apprendimento e bisogni educativi speciali alla Sapienza Università di Roma. Tra le sue ultime pubblicazioni: Orsolini, M. (a cura di)(2019) Pensando si impara- Stimolare l'attenzione, le funzioni esecutive e la memoria di lavoro nei bambini con bisogni educativi speciali. Milano: Franco Angeli

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