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Educazione patriottica nelle scuola russa

Pubblicato il: 07/04/2025 14:58:30 -


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Un’ampia letteratura pedagogica ha descritto le caratteristiche del sistema educativo in Unione Sovietica come controllo della vita intellettuale che poteva esercitarsi in diversi campi della società, ma che aveva una particolare efficacia sul sistema scolastico e della comunicazione, con il partito come garante dell’interpretazione della storia. L’impegno sociale sviluppa un forte senso di solidarietà per avviare la gioventù ad una partecipazione attiva alla vita di lavoro, come fatto d’onore e di fedeltà al dovere; gli studenti vengono stimolati a sentire il servizio della gioventù come un’esperienza di valore tutto particolare, che arriva ad abbracciare gradualmente l’intero mondo degli adulti osservando le regole e favorendo il senso di appartenenza, mentre i piccoli sviluppano la personalità nel gruppo, facendo propri i fini della collettività.

Lo Stato assume la responsabilità per la cura dei bambini e i genitori sono delegati alla loro crescita; fin dai tre anni devono svolgere un programma determinato, la scuola non ammette neppure una materia che non prepari gli allievi alla vita ed al lavoro produttivo di utilità sociale. L’educazione dunque è un’opera mediante la quale è possibile influire sul carattere dell’allievo e in tale contesto l’uomo nuovo diventa capace di svolgere la sua parte nello Stato; dev’essere sempre presente agli insegnanti il patrimonio ideologico che si congiunge ad un sentimento di patriottismo sovietico e di orgoglio nazionale, che si fa più elevato man mano che si procede nel corso degli studi.

La prima legge post-sovietica per la riforma della scuola russa è del 1992, che introduceva nuovi principi democratici come base della sfera educativa, ma è stata modificata tantissime volte in pochi anni fino ad essere sostituita con gli standard educativi statali, la norma che ha riconfigurato l’insegnamento in Russia ed ha promosso una nuova educazione patriottica, un nuovo paradigma che definisce il ruolo del governo per creare un alto livello di coscienza patriottica nei cittadini.

Su Repubblica del 10 marzo 2025 Rosalba Castelletti ci fornisce un ampio racconto di come venga riformulata questa educazione patriottica, in una Russia in guerra, che vuole rivolgersi ai suoi giovani. Si comincia con la partecipazione all’alza bandiera nel cortile della scuola, dopo l’inno, a passo di marcia, si entra ordinatamente in classe: così ogni lunedì in tutte le scuole. Dall’inizio della guerra i docenti dovevano attenersi a linee guida che indirizzavano ad interpretare certi fenomeni, ad esempio Aleksej Navalny o la Crimea; la Russia combatte in Ucraina per liberare ancora una volta l’Europa dai nazisti: le autorità usano la scuola per costruire un mondo a loro immagine.

Le generazioni future devono imparare a combattere, dallo scorso settembre è stato introdotto il corso sovietico di addestramento militare; sempre al lunedì gli allievi devono seguire lezioni sui valori familiari tradizionali, la memoria storica e l’amore per la patria, fino a difenderla con le armi o con la vita. I programmi scolastici sono stati unificati e i manuali di storia sono stati aggiornati con capitoli intitolati “neonazismo ucraino”, “lotta all’occidente”, “nuove regioni”.

Le scuole sono tenute ad organizzare eventi patriottici, tutti collegati in vario modo al conflitto in Ucraina; i bambini cuciono reti mimetiche e maglioni, realizzano barelle e candele da trincea, indossano maschere antigas, scrivono lettere o raccolgono fondi da spedire al fronte. Ovunque si realizzano giochi di guerra con tanto di droni; i piccoli soldati si dicono orgogliosi del loro Paese e della sua storia. Spesso vengono invitati i veterani per tenere “lezioni di valore” o indire piccole parate.

Nell’anno scolastico scorso sono sta allestiti oltre 14 mila “banchi degli eroi” decorati con i volti e le biografie degli ex studenti caduti in Ucraina e in loro onore vengono installate targhe commemorative. Le organizzazioni giovanili paramilitari aumentano gli iscritti; tutto questo avrà un effetto indelebile sulle future generazioni.

Un piano di studi basato sul patriottismo è andato in parallelo con le azioni militari degli ultimi anni, l’educazione patriottica si contrappone, secondo il Cremlino, al drammatico declino del patriottismo e dell’identità nazionale, per promuovere un’identità civica russa sulla quale viene riconcettualizzato l’insegnamento della storia con l’imprescindibile impatto della Russia sulla storia mondiale. La storia patriottica è stata usata come strumento per influenzare la percezione pubblica della politica e raccogliere il sostegno delle masse sulle organizzazioni militari.

Le nuove linee guida per l’insegnamento dal 2024 raccomandano di sfruttare l’”orientamento comunicativo” della materia per “risvegliare e sviluppare sentimenti civici” e assegnare temi sul patriottismo; i bambini saranno incoraggiati a provare orgoglio per la grandezza del proprio Paese attraverso lo studio delle pagine eroiche della sua storia. Dette linee guida sottolineano l’importanza di familiarizzare gli scolari, soprattutto i più piccoli, con i concetti che caratterizzano le qualità morali e i sentimenti di una persona tra cui il patriottismo, la giustizia, l’eroismo, l’umanesimo e il sacrificio di sé.

Amnesty International nel rapporto del 12/5/2022 sugli insegnanti che non si adeguano alla direttiva dello Stato, evidenzia come, sull’onda della delazione, come nelle migliori tradizioni sovietiche, vengono licenziati se non esiliati; quasi 200 mila docenti si sono dimessi soltanto nel primo anno del conflitto; docenti che hanno lasciato il Paese dichiarano che non potevano lavorare in una società militarizzata, ne vivere in un clima di paura costante, controllo totale e persecuzione della parola. L’apparato educativo diventa pratica di indottrinamento. 

 

Gian Carlo Sacchi  Esperto di politica scolastica. Ha fatto parte del Consiglio di amministrazione dell’INDIRE e ha fatto parte del comitato Scientifico della Regione Emilia Romagna per le esperienze di integrazione tra istruzione e formazione professionale.

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