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Cantare la Scuola libera e democratica

Pubblicato il: 01/05/2025 02:48:54 -


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Roma 25 aprile 2025, ottantesimo anniversario della liberazione dall’antifascismo[1], la Scuola libera e democratica è sul palco unitario dell’Anpi e canta la resistenza dei popoli oppressi, con il LUScoro, il coro del fu Liceo Unitario Sperimentale, quella sperimentazione didattica che prese vita dal 1970 al 1980 coinvolgendo 500 studenti e una cinquantina di professori e fu una palestra di democrazia, autogestione e ricerca di cui si possono leggere e studiare i documenti, l’organizzazione, e ascoltare le testimonianze nel Fondo “Memorie Sperimentali” Archivio Sonoro “Franco Coggiola” del Circolo Gianni Bosio presso la Casa della Memoria e della storia di Roma.

Un gruppo di quegli studenti ancora si vede e continua a cantare insieme, grazie alla passione generata dall’incontro vitale di scambio e confronto con professori e professoresse, e dedica in questa ricorrenza il proprio canto alla Scuola, quella libera e democratica, si intende; perché oggi, insieme alla Costituzione, insieme all’ Antifascismo è messa in discussione proprio la Scuola e l’insegnamento democratico, quello che si costruisce con il confronto tra le idee, minacciato da una sempre più diffusa coercizione degli insegnamenti e repressione del dissenso.

Per questo il Coro del Liceo Unitario Sperimentale porta questi canti, appresi negli anni 70 grazie a professoresse come Meri Lao, canti contro la dittatura Cilena, Franchista e Nazi-fascista e a difesa delle idee democratiche che una scuola aperta alla contemporaneità fece conoscere ai suoi giovani allievi che di quei canti scoprirono gli ideali, tradussero e discussero i testi, per poi riscriverli e ciclostilare per metterli a disposizione di tutti nella Biblioteca scolastica, uno dei pilastri di quella sperimentazione, in cui non c’erano libri di testo. E quegli “alunni” ancora oggi cantano su quelle riproduzioni, a testimonianza di quanto la Scuola può costruire in valori e conoscenza[2].

Ay! Si es que yo miento, que el cantar que yo canto lo borre el viento.” Ah, se mento, che il vento cancelli quello che canto, fa il refrain de Los Gallos[3], una delle canzoni del repertorio del LUS Coro, inno della resistenza spagnola.

E’ un triste momento questo per la Scuola, le Nuove Indicazioni Nazionali diramate dalla Commissione guidata dalla professoressa Perla per conto del Ministro Valditara, disegnano in maniera apparentemente “giuliva” una stretta autoritaria e verticista dell’insegnamento fin dalla primaria, richiamando le famiglie a inculcare il senso di “reverenza” verso i Maestri (Maschi e Maiuscoli nel testo ministeriale) che stride con quella missione di costruzione di un senso di sé che la scuola dovrebbe avere nei confronti degli alunni e che, necessariamente, passa per il rispetto (reciproco), concetto ben diverso dalla reverenza (unidirezionale).

È un momento però in cui la Scuola si riafferma per la grande istituzione che è in quanto costruzione collettiva di senso e necessariamente rielaborazione collegiale di premesse e contenuti che, lungi dal poter essere fissati in dispensari da somministrare acriticamente, si rinnovano e riattivano ad ogni passaggio con nuovi alunni, ad ogni confronto intergenerazionale tra discenti e docenti.

E questo lo vediamo non in positivo, ma proprio perché queste idee e le pratiche che le affermano oggi sono represse sia in Italia che negli Usa, con episodi estremi, come la criminalizzazione del dissenso anche solo pacifico che in Italia porta il nome di Decreto Sicurezza, oggi contestato con un appello da più di 200 giuristi,[4] e la repressione della libertà di insegnamento che l’amministrazione Trump ha scagliato contro le Università americane, dove si è arrivati al fermo e alla deportazione di persone come Mahmoud Kalil, attivista pro-palestina della Columbia University, ma dove più di 200 istituzioni educative hanno reagito con un invito a “Insorgere” contro queste imposizioni[5].

Ay! Si es que yo miento, que el cantar que yo canto lo borre el viento.”

E allora è un momento forte per la Scuola e per la lotta, che dall’antifascismo necessariamente si allarga a comprendere ogni forma di discriminazione e a combattere ogni forma di omologazione, come hanno ben articolato e descritto le oltre 20 associazioni e enti nazionali che hanno presentato lo scorso 17 Aprile alla Camera le loro Critiche alle Nuove Indicazioni 2025 per la scuola dell’Infanzia e Primo ciclo di istruzione[6] che, al contrario di quelle stilate nel 2012, tendono a definire in modo rigido contenuti e modi dell’insegnare, orientando all’uso di pratiche didattiche trasmissive e riportano a una valutazione classificatoria e selettiva.

La stessa rappresentazione delle bambine, bambini e adolescenti che emerge da queste indicazioni è quella di soggetti passivi, che non sono mai riconosciuti come soggetti autonomi, portatori di saperi, capaci di contribuire e partecipare alla comprensione della realtà e dei cambiamenti.

Basta con la ricerca delle fonti, basta con la confusione nelle menti “dei nostri piccoli”, come si esprime la Professoressa Perla parlando proprio del 25 Aprile; mettiamo ordine nella babele delle interpretazioni, mettiamo in fila quel racconto che possa formare il loro spirito in maniera lineare e guidiamoli con un bel libro di testo a imparare la storia patria e ad aver più rispetto per l’Occidente, tanto ingiustamente vituperato.

E qui torniamo all’esperienza dello Sperimentale con l’assenza dei libri di testo e quella fucina centrale rappresentata dalla Biblioteca scolastica, arricchita dai fondi collettivi e familiari, piena di scienza, poesia e cultura in cui ricercare la propria strada verso la conoscenza e da cui partire per confronti e connessioni con professori e compagni.

È da quell’esposizione alla complessità che nasce quella coscienza sociale e politica che ha portato quegli ex studenti, insieme, dopo 50 e più anni sul palco dell’ottantesimo anniversario della liberazione a cantare El Pueblo, i Dos Gallos, i Maquis e i Morti di Reggio Emilia. Una relazione e una amicizia nate da un incontro con la Scuola che serve da lezione e vale da esempio.

“Ay! Si es que yo miento, que el cantar que yo canto lo borre el viento.

que desencanto, si me borrara el viento lo que yo canto!

Che delusione, se il vento cancellasse ciò che canto.

 

[1] https://www.anpiroma.org/2025/04/25-aprile-2025-il-discorso-della.html

[2] https://www.tpi.it/cronaca/fondo-memorie-liceo-unitario-sperimentale-20210609794194/

[3] Composta nel 1964 da Chicho Sánchez Ferlosio e pubblicata anonimamente in Svezia nell’LP Spanska motståndssånger (“Canzoni della resistenza Spagnola”).

[4] https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/27/decreto-sicurezza-il-testo-integrale-dellappello-e-i-nomi-dei-257-giuristi-che-lo-hanno-sottoscritto/7967103/

[5] https://comune-info.net/rise-up/

[6] https://www.mce-fimem.it/per-una-scuola-democratica-e-costituzionale-critiche-alle-indicazioni-2025/

Claudio Tosi Formatore, educatore, artigiano, dal 1967 attivo nei Cemea, Centri per l’esercitazione ai metodi dell’educazione attiva, italiani e internazionali, segretario della Federazione italiana dei Cemea. Lavora presso il CSV Lazio sui temi del servizio civile e del volontariato giovanile

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