Numero 126
Articoli pubblicati nel mese di Febbraio
Indice
Redazione, Revisione delle Indicazioni Nazionali: contrastare gli attacchi
Paolo Sciclone, Che fare per l’istruzione degli adulti oggi in Italia?
Ada Maurizio, Istruzione degli adulti nel/del futuro
Rita Bramante, La ricerca di ISMU per comprendere le migrazioni
Sebastiana Fisicaro, L’educazione dimenticata: il declino della scuola nel Sud Italia
Rita Bramante, Infanzia e tempo schermo
Gian Carlo Sacchi, Vecchi concorsi e nuove figure professionali nella scuola
Antonella Zampieri, Davvero sarà tutto più chiaro?
Presentazioni
Della redazione una nota Revisione delle Indicazioni Nazionali: contrastare gli attacchi. Il dibattito sulla revisione delle Indicazioni Nazionali ha riacceso le polemiche sul ruolo della pedagogia democratica nella scuola italiana. Al centro della discussione, le Dieci tesi per un’educazione linguistica di Tullio De Mauro, accusate di aver indebolito l’insegnamento grammaticale. In occasione del cinquantenario del documento, i docenti di linguistica italiana delle Università siciliane hanno promosso un appello per riscoprirne il valore attraverso lezioni aperte e una rilettura collettiva. Numerose le adesioni, segno di un interesse vivo per il dibattito sull’educazione linguistica e la sua evoluzione.
In Che fare per l’istruzione degli adulti oggi in Italia? Paolo Sciclone analizza lo stato attuale del settore, evidenziando come FierIDA Incontro annuale tra varie relatà operanti nel settore non debba limitarsi a una vetrina delle buone pratiche, ma diventare un laboratorio di idee e strategie concrete. L’autore sottolinea la necessità di superare gli ostacoli che finora hanno impedito la costruzione di un sistema nazionale integrato, con un forte coordinamento territoriale e un adeguato supporto finanziario. La formazione continua è essenziale per affrontare le sfide della transizione demografica, tecnologica ed ecologica, ma per realizzarla servono investimenti, politiche mirate e una rete strutturata di attori istituzionali e sociali. La vera sfida, dunque, è passare dall’analisi alla costruzione di un sistema solido ed efficace.
Ada Maurizio nell’articolo Istruzione degli adulti nel/del futuro sostiene che si tratta di una sfida cruciale per il futuro dell’Italia e dell’Europa, in un contesto in cui le competenze richieste dal mondo del lavoro e dalla società sono in costante evoluzione. L’indagine PIAAC ha messo in luce un divario persistente tra l’Italia e altri Paesi OCSE, evidenziando l’urgenza di politiche efficaci per l’apprendimento permanente. FierIDA 2025, il più importante evento nazionale dedicato a questo tema, ha offerto uno spazio di confronto tra istituzioni, esperti e operatori del settore e delineato strategie per il potenziamento dei Cpia e l’innovazione della didattica. La necessità di aggiornare le Linee guida del 2015 emerge come il primo passo verso un sistema di istruzione degli adulti più inclusivo, flessibile ed efficace.
L’articolo di Rita Bramante, La ricerca di ISMU per comprendere le migrazioni, analizza il fenomeno migratorio in Italia attraverso il 30° Rapporto ISMU 2024. Il rapporto evidenzia il cambiamento demografico negli ultimi trent’anni, con un aumento della popolazione straniera da 700 mila a 5,8 milioni di persone, concentrata prevalentemente nel centro-nord. Si osserva un calo degli arrivi, una maggiore stabilizzazione dei migranti e una crescente transizione alla cittadinanza italiana. Un focus particolare è dedicato alla scuola come osservatorio delle trasformazioni multiculturali, con dati sull’aumento degli studenti con cittadinanza non italiana (CNI) e sulle disparità educative, come il ritardo scolastico e le difficoltà linguistiche. Si evidenziano anche le criticità legate ai minori stranieri non accompagnati e l’importanza di politiche di inclusione. Nella parte finale dell’articolo si cita lo scrittore Paolo Giordano e la sua esperienza a bordo della nave Life Support di Emergency che offre una prospettiva più umana e diretta circa il fenomeno migratorio, prospettiva lontana dalla narrazione politica e mediatica tradizionale.
L’articolo L’educazione dimenticata: il declino della scuola nel Sud Italia di Sebastiana Fisicaro offre un’analisi approfondita della crisi educativa che affligge il Meridione. Attraverso una narrazione vivida e dati allarmanti, il testo evidenzia il degrado strutturale delle scuole, l’alto tasso di dispersione scolastica e le difficoltà di studenti e docenti in un contesto di disinteresse istituzionale e scarsità di risorse. Tuttavia, l’articolo non si limita alla denuncia, ma esplora anche iniziative virtuose come le “Scuole Aperte” e i progetti regionali che dimostrano come, con il giusto sostegno, sia ancora possibile contrastare il declino e rilanciare l’istruzione nel Sud Italia
L’articolo di Rita Bramante Infanzia e tempo schermo esplora l’impatto negativo dell’uso eccessivo degli schermi nell’infanzia, paragonandolo alla leggenda del Pifferaio Magico. Il seminario “L’attenzione contesa” ha evidenziato come la prolungata esposizione ai dispositivi possa compromettere lo sviluppo cognitivo, motorio e sociale dei bambini. Studi mostrano che l’eccessivo tempo davanti agli schermi riduce il gioco all’aperto, la lettura e le interazioni sociali, portando a deficit di attenzione, isolamento e perdita di manualità nella scrittura. Esperti come Simone Lanza e Simona Gavinelli sottolineano l’importanza della scrittura a mano per lo sviluppo cerebrale, mentre Brunella Fiore invita gli adulti a riflettere sul proprio uso degli smartphone. Le famiglie più istruite limitano il tempo schermo, mentre quelle con minori risorse tendono a permettere un uso più esteso. Il contrasto tra la Silicon Valley, che vieta l’uso dei dispositivi nelle scuole, e il marketing digitale aggressivo rivolto ai bambini, solleva interrogativi sulla necessità di regolamentazioni più rigide. Daniele Novara e altri esperti propongono un’educazione digitale consapevole, promuovendo esperienze sensoriali attive come il metodo Montessori, in alternativa agli schermi. L’articolo conclude con un appello a genitori e istituzioni per un’azione immediata a tutela dell’infanzia.
Vecchi concorsi e nuove figure professionali nella scuola di Gian Carlo Sacchi. Negli ultimi anni, il sistema di reclutamento nella scuola italiana ha affrontato sfide complesse, legate soprattutto alla precarietà del personale docente e alla necessità di adeguare le competenze degli insegnanti alle nuove esigenze educative. La tradizionale instabilità degli organici e il ricorso ai supplenti hanno reso difficile una pianificazione efficace delle assunzioni, mentre il PNRR ha cercato di introdurre percorsi di formazione e carriera più strutturati. Tuttavia, la coesistenza di vecchi concorsi riservati e nuove modalità di selezione rischia di rallentare il processo di innovazione. Questo articolo esplora le trasformazioni in atto nella scuola italiana, tra nuove figure professionali, riforme mancate e la necessità di un sistema più moderno ed efficiente.
Il recente intervento normativo sulla valutazione degli studenti, sancito dall’Ordinanza Ministeriale del 10 gennaio 2024, introduce significativi cambiamenti per la Scuola Primaria e la Secondaria di primo grado, con l’obiettivo dichiarato di rendere il sistema più chiaro e trasparente. Tuttavia, queste modifiche – tra cui il ritorno ai giudizi sintetici e l’assegnazione del voto numerico per la condotta – sollevano interrogativi sulla loro reale efficacia nel tracciare il percorso formativo degli studenti. L’articolo Davvero sarà tutto più chiaro? di Antonella Zampieri analizza criticamente queste nuove disposizioni, evidenziando i rischi di semplificazione e impoverimento del processo valutativo, nonché le possibili ripercussioni sulla didattica e sulla comunicazione scuola-famiglia.