Un esempio di FAD (Formazione A Distanza) prima dell’emergenza

Una ‘intervista’ a Primo Levi

Di seguito presento una delle interviste costruite dagli studenti del Liceo ‘Andrea Maffei’ di Riva del Garda (TN) sul modello del programma di RAIRADIO3, Fahrenheit.

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Il Sistema periodico, di Primo Levi è un libro autobiografico molto particolare: la vita dell’autore è raccontata per episodi, il che comporta la presenza di numerose ellissi, ma permette di raccontare solo lo stretto indispensabile, con «massimo rigore e minimo ingombro»appunto. La vita dell’autore si intreccia con quella del chimico e, nel periodo del lager, la caratteristica che determina la vita del protagonista è la sua ‘religione’. Il libro infatti è un elogio alla chimica, come lo stesso titolo ci suggerisce; i capitoli inoltre hanno titoli di elementi del sistema periodico e in ogni capitolo si narra un episodio di vita che ha a che fare con l’elemento stesso.

FABIO

Signor Levi, che cosa l’ha spinta a scrivere un libro autobiografico così ricco di particolari personali?

PRIMO LEVI

Il mio libro non può essere interpretato come una mera autobiografia: sono sì presenti molti particolari anche personali, molti miei pensieri sulle persone che mi circondavano o sulla situazione sociale e politica del tempo; ma il libro non parla solo di me, Il sistema periodico racconta delle storie con una visione particolare del mondo: sia essa quella del chimico o dell’ebreo vittima delle leggi razziali, e proprio per questo può essere definito una sorta di biografia collettiva. Cerco di spiegarmi meglio: la mia situazione all’interno della cava di amianto era quella di molti ebrei del tempo, costretti a negare o perlomeno a nascondere il proprio credo, e allo stesso modo la mia situazione una volta date le dimissioni alla fabbrica in riva al lago erano quelle di molti altri chimici che tentavano una carriera da liberi professionisti

FABIO

Questo libro è un grande elogio alla chimica, il racconto della Sua vita è fortemente legato al mondo del chimico, gli stessi titoli dei capitoli e il titolo del libro suggeriscono al lettore di focalizzarsi più sulla “chimica narrata” che sui singoli racconti: perché questa scelta?

PRIMO LEVI

Ho scelto di orientare il mio libro in questa direzione principalmente per due motivi: in primo luogo, come scrivo anche nel libro, da molto tempo volevo raccontare alcune storie legate al mondo della chimica, prendo ad esempio il “salto qualitativo” del carbonio da atomo di una molecola inorganica a parte di un sistema molto più grande come l’organismo e quindi all’approdo nel mondo della chimica organica, ma in realtà anche molti episodi della mia vita meritavano effettivamente di essere raccontati. In secondo luogo, essendo io un chimico, era impensabile per me raccontare di me stesso senza scomodare la chimica: non tanto per la quantità di tempo che mi ha occupato, ma per gli insegnamenti che il contatto con la materia mi ha regalato, penso che un mestiere come quello del chimico cambi davvero l’uomo, e allo stesso tempo penso che il chimico sia tale quasi per nascita, perché un chimico ha bisogno di una fortuita combinazione di curiosità, intuizione e praticità.

FABIO

Il sistema periodico è un libro che parla di molti argomenti, ma molto spesso specialmente nei primi capitoli, troviamo una descrizione e talvolta anche una critica al modo in cui la comunità ebraica si è o non si è integrata con le varie comunità, in particolare quelle piemontesi e del dramma dell’antisemitismo di Hitler e Mussolini: Io vorrei chiederLe se quando definisce i suoi antenati “gas nobili” ne attribuisce ad essi o ai loro contemporanei in qualche modo una colpa, o se semplicemente il Suo intento è quello di descrivere oggettivamente la vita di questi uomini e di queste donne?

PRIMO LEVI

Nel primo capitolo del libro parlo molto dei miei antenati e della loro comunità, ma non dimentichiamoci che parlo in primo luogo di storie quasi leggendarie e della lingua dei miei avi; questo perché il mio intento non era individuare in quel periodo la causa di tutti i mali che afflissero i rapporti tra le comunità ebraiche e quelle cristiane negli anni a venire, anzi, era quello di consegnare al mondo moderno un quadro, il racconto di una società che ora non esiste più o almeno non con le stesse caratteristiche. È vero che i miei antenati erano dei “gas nobili” ma forse fu proprio questo a permettere loro di restare uniti, di mantenere alcune tradizioni, alcune usanze e soprattutto una lingua vera e propria della quale nel libro fornisco un piccolo assaggio

FABIO

Nel suo libro afferma che il mestiere del chimico è uno dei mestieri essenziali per l’umanità, forse il più importante, perché ha a che fare direttamente con la materia, la studia in prima persona, Il sistema periodico è un po’ un tentativo di far conoscere questo nobile mestiere al vasto pubblico: Lei quale cosa pensa che possa dare questo mestiere a chi lo pratica?

PRIMO LEVI

Nella mia esperienza personale posso dire che la mia conoscenza della chimica mi ha concretamente salvato la vita, non è detto che per tutti sia così. Sicuramente venire a contatto direttamente con la materia consente in qualche modo di “giocarci”, e quindi il mio mestiere è prima di tutto divertente; inoltre credo che questi “giochi” consentano all’uomo di capire meglio ciò che gli sta attorno e di sentirsi parte di esso in modo attivo. Certo è che il mestiere del chimico non è tra i più semplici e le difficoltà anche economiche sono sempre dietro l’angolo, per questo c’è bisogno di impegno e tanta tanta inventiva.»

 

Il cammino didattico per la realizzazione delle interviste

Ma come si è arrivati a questo? Vorrei sintetizzare questo piccolo esempio di FAD prima dell’emergenza (Dicembre 2019 – Gennaio 2020) e che può, a buon diritto, essere replicabile in questo momento di didattica obbligatoriamente a distanza.

La classe coinvolta, una quarta classe del liceo scientifico, già da tempo abituata a lavorare in modo diversificato e a utilizzare abitualmente la piattaforma didattica dell’istituto (nel nostro caso MOODLE) sia in classe sia a casa.

La lettura – si sa – latita anche nelle scuole; allora i docenti cercano di percorrere strade antiche e strade nuove. Così viene proposto alla classe la lettura de Il sistema periodico di Primo Levi, uno scrittore  il cui motto «massimo rigore, minimo ingombro» dovrebbe essere scolpito nelle menti di molti di noi.: Era esaltante cercare e trovare, o creare, la parola giusta, cioè commisurata, breve e forte; ricavare le cose dal ricordo, e descriverle col massimo rigore e il minimo ingombro. »(Primo Levi, Cromo)

Il libro, per i ragazzi di oggi, può tuttavia apparire ostico per molti aspetti: contesto, riferimenti scientifici e, non ultima, la difficoltà crescente dei nostri studente nella conoscenza del lessico. Provo quindi a immaginare una costruzione condivisa di una guida alla lettura: prima di proporre il lavoro, cerco di  costruire un modello analizzando il primo capitolo, Argon. Ne esce un format messo a disposizione degli studenti come modello da seguire per il loro lavoro.

Prima della lettura integrale, assegno a ogni singolo studente e studentessa uno o più capitoli del libro (dopo aver meticolosamente suddiviso equamente le  64.137 rimanenti parole del libro).

Il format prevede di chiosare il testo di Levi sottolineando 

  • gli elementi che gli studenti avrebbero considerato rilevanti;
  • i termini che necessitavano di una spiegazione (lessico specifico, ma non solo);
  • le parti in cui erano in grado di riconoscere un tono particolare (ironico, aggressivo, nostalgico, fantastico ….).

In conclusione è stato chiesto di inserire in piattaforma le analisi puntuali dei singoli capitoli e di contribuire alla costruzione di due glossari digitali: 

  • il glossario del Sistema (i termini più ostici da comprendere);
  • il Sistema in sintesi (gli argumenta dei singoli capitoli)..

A conclusione di questo lavoro parcellizzato, la classe ha avuto a disposizione una guida alla lettura in grado di accompagnare la lettura integrale del testo. Ma si poteva fare ancora qualcosa di più: prendendo spunto dal programma RADIORAI 3 Fahrenheit, ho proposto a studenti e studentesse l’ascolto dell’intervista a Samantha Schweblin per Kentuki, (1° novembre 2019).

Quell’intervista, infatti, mi era subito sembrata un modello da proporre alla classe per ‘intervistare’ i libri letti insieme. Una sorta di ‘intervista impossibile’ del presente, sul modello di quanto ogni giorno il programma propone.

L’attività in piattaforma consente la costruzione di un’intervista al Sistema periodico (più che all’autore), che segua il modello di Fahrenheit e che cerchi, con le sue domande, di far capire all’ascoltatore/lettore gli elementi rilevanti del libro, i focus (in piattaforma). E, in conclusione, la possibilità di valutazione gli uni dei lavori degli altri . 

Per una visione più chiara del lavoro svolto

Un contratto educativo vigente in classe

 

Stefano Lotti docente di Latino e Greco Liceo “Andrea Maffei” di Riva del Garda TN