Primo convegno delle reti di biblioteche scolastiche: strategie di rete per una biblioteca scolastica sostenibile

Nonostante siano ancora, come sosteneva anni fa Carlo Revelli, l’“anello debole nel sistema bibliotecario”[1], le biblioteche scolastiche – troppo spesso relegate a un ruolo marginale – riscoprono ora la loro vocazione, grazie all’attenzione di docenti e professionisti della biblioteconomia. La biblioteca scolastica è stata dunque al centro della riflessione del primo «Convegno nazionale delle reti di biblioteche scolastiche», ospitato nella sede romana dell’Università  Lumsa. L’esistenza di una rete di biblioteche scolastiche ha fatto in modo che si siano potute presentare e discutere le modalità e le esperienze di cooperazione, analizzando punti di forza e criticità. Tale percorso è stato concretamente avviato nel corso del Convegno Strategie digitali per la scuola (Milano, Stelline, 14 marzo 2019) e col successivo incontro tra i referenti delle reti di biblioteche scolastiche, avvenuto il 12 maggio 2019 all’interno del Salone internazionale del libro di Torino (9-13 maggio 2019). Quest’ultima occasione diede vita al Coordinamento nazionale delle reti di biblioteche scolastiche con lo scopo di:

Creare una mappa delle realtà esistenti a livello nazionale;

Condividere e far conoscere le diverse realtà ed esperienze;

Stimolare la nascita di nuove reti, anche nei territori più isolati;

Individuare problematiche e esigenze comuni alle varie reti, da far sentire successivamente anche a livello istituzionale[2].

Il Convegno si è aperto con i saluti della dott.ssa Giuliana Sgambati, attuale bibliotecaria dell’università Lumsa che ha illustrato la nuova avveniristica sede della biblioteca d’ateneo.

Fabio Venuda, docente di Bibliografia e Biblioteconomia presso l’Università degli studi di Milano e coordinatore della sessione antimeridiana del Convegno, ha ribadito come non esista una legge sulle biblioteche scolastiche, il che significa non avere finanziamenti continuativi per le scuole ma solo per bandi e progetti a cui le scuole partecipano. Le biblioteche scolastiche – fa notare inoltre Venuda – hanno uno status politico ibrido poiché non sono dipendenti dal Mibac (come le altre istituzioni bibliotecarie) ma afferenti al Miur per un’evidente questione didattica e amministrativa. Inoltre l’autonomia scolastica può comportare per le biblioteche scolastiche una grande varietà e difformità di atteggiamenti e servizi, delegati molto spesso alla gestione “illuminata” del dirigente scolastico di turno. Venuda ha infine tenuto a sottolineare come le richieste nei confronti del Miur vadano esplicitate nella creazione del ruolo del docente bibliotecario, visto che il Miur non è disposto a riconoscere il ruolo di bibliotecario scolastico come pure prevede il Manifesto IFLA – UNESCO sulla biblioteca scolastica[3].

Gino Roncaglia, il quale ha già dedicato attenzione alle biblioteche scolastiche in alcuni suoi saggi, ha articolato il suo intervento su tre traiettorie: a) politica scolastica: riconoscere la professionalità specifica del docente bibliotecario e insistere affinché il Miur istituzionalizzi un Ufficio biblioteche scolastiche con almeno due funzionari ministeriali; oltre a ciò, Roncaglia ha avanzato la proposta di una più integrale formazione dei dirigenti scolastici sulle biblioteche, attualizzabili anche con campagne di sensibilizzazione; b) organizzazione: cercare di trovare  modelli condivisi e  riferimenti comuni su spazi e regolamenti, affinché le biblioteche non siano lasciate a una disorganizzazione dispersiva; c) attività: incrementare progetti di “lettura aumentata” e information literacy; la biblioteca scolastica – ha concluso Roncaglia – deve essere in primis  un luogo di approfondimento degli interessi degli studenti. Le realtà delle biblioteche scolastiche non possono essere affidate all’episodico illuminismo dei dirigenti scolastici o al volontariato  (docenti, studenti, famiglie), sebbene Carlo Revelli facesse notare – nel suo articolo già richiamato – che sulle biblioteche scolastiche negli Stati Uniti è “fortemente sentito il controllo dei genitori, il cui intervento nel consiglio della biblioteca scolastica costringe a prestare particolare attenzione alle proteste migliorando il servizio e accentuando di conseguenza il prestigio dei bibliotecari”[4]. In questo settore è auspicabile, in ogni caso, una vera politica di cooperazione tra Ministero, enti locali, sindacati, editori, corpo docenti e famiglie.

Simonetta Buttò, dell’Istituto Centrale del Catalogo Unico (Iccu), ha ricordato l’impegno del Sistema Bibliotecario Nazionale (Sbn) per integrare le biblioteche scolastiche nel catalogo nazionale. L’automazione dei processi catalografici ha poi fatto sì che delle 791 biblioteche scolastiche censite nell’Anagrafe delle biblioteche, 567 partecipino al Sistema Bibliotecario Nazionale. . Tutto ciò è stato possibile solo grazie alla cooperazione e alla formazione, nonostante restino casi di dispersione, marginalità e confusione. L’Iccu – ha ricordato Simonetta Buttò – ha inoltre coinvolto gli studenti nei percorsi dell’Alternanza scuola-lavoro e in quelli di educazione al digitale e di catalogazione.

La seduta antimeridiana del Convegno è continuata  con la presentazione di realtà virtuose di integrazione tra biblioteche scolastiche e biblioteche pubbliche: è il caso della «Rete delle Reti» di Milano, di «CastellinRete» del Consorzio SBCR e dei validi «Bibliopoint» della realtà capitolina. ossia biblioteche scolastiche aperte alla cittadinanza, che puntano a mettere in rete istituti scolastici anche periferici. Olimpia Bartolucci, della Regione Umbria (Sezione Biblioteche e Archivi Storici), ha inoltre illustrato la rete integrata regionale delle “biblioteche innovative” che sono state finanziate con un bando ad hoc del Miur mostrando così il dinamismo della realtà umbra. Infine, l’ultima comunicazione di Antonella Biscetti e Maria Riccarda Bignamini (entrambe referenti di «Torino Rete Libri») ha mostrato come ci sia ancora un divario strutturale tra Nord e Sud per la dislocazione delle biblioteche scolastiche.

Il Convegno è proseguito – nella sessione pomeridiana – con la presentazione di altre realtà locali/regionali e con la parte più attesa dai partecipanti, ovvero quella dei tavoli di lavoro a cura dei coordinatori delle reti di biblioteche scolastiche, così articolati:

  • Servizi indispensabili: il livello minimo di spazi e servizi per attivare una Biblioteca Scolastica(coordinato da Angelo Bardini);
  • Organizzare una rete di Biblioteche Scolastiche: modalità, vantaggi e criticità della cooperazione(coordinano da Antonella Biscetti);
  • Il ruolo didattico della Biblioteca Scolastica e della Biblioteca Pubblica, anche in una prospettiva di rete(coordinato da Maria Riccarda Bignamini – che faceva le veci dell’assente Mario Priore – e Costanza Travaglini);
  • Verso un sistema integrato: una collaborazione possibile tra Biblioteche scolastiche (nei diversi gradi di istruzione) e Biblioteche Pubbliche(coordinato da Anna Maria Vitale).

 

Il manifesto UNESCO, più volte richiamato dai relatori durante la giornata, pone un forte accento sul ruolo che la biblioteca scolastica può e deve svolgere per una “strategia a lungo termine per l’alfabetizzazione, l’educazione, la fornitura di informazione e lo sviluppo economico, sociale e culturale”.

Premesso che agli studenti spesso manca la prospettiva complessiva nella ricerca dell’informazione, compito dei docenti bibliotecari è aiutarli nel formulare quesiti ben articolati per pianificare poi una ricerca, cercando così di non farli sopraffare dall’information overload. L’utente, nella sua formazione, deve apprendere e interagire in modo dialettico col docente bibliotecario che lo può così sostenere nel processo critico di apprendimento. Il docente bibliotecario deve essere pertanto una figura professionale dotata di capacità didattico-pedagogiche, oltreché naturaliter di esperienza biblioteconomica e gestionale. Il bibliotecario-documentalista scolastico non è dunque un passivo conservatore di libri e/o documenti ma deve saper inoltre mediare tra risorse tradizionali e digitali.

La biblioteca scolastica può intervenire al pari delle biblioteche pubbliche o di centri appositi per aiutare i discenti nei compiti da svolgere a casa, e non solamente per quanto riguarda gli alunni delle scuole primarie. La potenzialità della biblioteca scolastica deve potersi sviluppare oltre il rigido orario scolastico. Occorre una flessibilità maggiore che permetta un accesso più conveniente alla biblioteca che dovrebbe essere dotata di spazi accoglienti e funzionali e attrezzature adeguate, all’interno di una cornice pedagogica ad hoc.

Si è ribadito come la mancanza di un riconoscimento formale della biblioteca scolastica, sia nella legislazione scolastica che in quella bibliotecaria, ha ripercussioni negative sullo sviluppo dei servizi bibliotecari della scuola, che possono così variare notevolmente sia in termini geografici (divario Nord/Sud), sia in termini di qualità, così come è stato messo in evidenza dalla prof.ssa Luisa Marquardt, docente di Bibliografia e Biblioteconomia a Roma Tre e già traduttrice del Manifesto IFLA – UNESCO sulla biblioteca scolastica (leggibile qui: https://www.aib.it/aib/commiss/cnbse/manif.htm). Legislazione e politiche ad hoc dovrebbero sostenere la biblioteca scolastica come fattore vitale nell’apprendimento del discente. L’assenza di un bibliotecario scolastico rende inoltre difficile una programmazione a medio e lungo termine, nonché vana la possibilità di monitorare e valutare più precisamente l’andamento dei processi in corso, specialmente per la promozione della lettura in un Paese con scarsissimi livelli come il nostro.

Infine va rilevato che all’interno dei gruppi di lavoro c’è chi è rimasto perplesso e sconfortato per la situazione come quella italiana in cui le strategie del Miur non sono chiare, le risorse poche e il personale è precario, poco gratificato economicamente e gravato da altri compiti. Tuttavia è stato utile fare uno sforzo di progettualità e fare leva sulle sollecitazioni avanzate, che sono state registrate e riportate dalle responsabili del tavolo di lavoro nelle conclusioni dell’intensa giornata.

[1] C. Revelli, Le biblioteche nella scuola, in “Biblioteche oggi”, apr. 1999, p. 30.

[2] Salone Internazionale del Libro di Torino, Incontro dei referenti delle Reti di biblioteche scolastiche, 12 maggio 2019, https://www.aib.it/wp-content/uploads/2019/06/Report-Incontro-RetiBS.pdf (ultimo accesso: 2 dicembre 2019).

[3] https://www.aib.it/aib/commiss/cnbse/manif.htm (ultimo accesso: 2 dicembre 2019).

[4] C. Revelli, Le biblioteche nella scuola, cit., p. 33.

Valerio Guzzo