L’esperienza di Padova. I patti educativi di comunità. Presentazione

Patti educativi di Comunità: dalla collaborazione tra istituti scolastici, enti del terzo settore, enti locali e enti di alta formazione come le università, nascono progettazioni comuni a fini educativi dense di opportunità per i bambini e i ragazzi.

È forte il rischio di far pagare il prezzo più alto degli effetti a lungo termine dell’emergenza Covid ai bambini, ai ragazzi, ai giovani. Le limitazioni imposte dall’urgenza sanitaria di contenere la pandemia, la sospensione traumatica della continuità scolastica, gli spazi fisici e vitali limitati, ma anche le risorse materiali e immateriali intorno ai minori si sono drasticamente ridotte. Ancor più chi vive una condizione di disagio rischia di essere ulteriormente penalizzato da questa emergenza.

Il punto di ri-partenza di qualsiasi progetto educativo e formativo si può basare sul rafforzamento delle alleanze educative, civili e sociali di cui la scuola è il perno ma non  l’unico attore. I Patti riconoscono la funzione costituzionale della scuola e gli obiettivi del sistema pubblico di istruzione e li sostengono, scelgono come priorità la cura e la presa in carico delle situazioni di maggior fragilità, si fondano su un approccio collaborativo finalizzato a costituire un’alleanza educativa stabile.


Gli articoli che presentiamo in questo numero della rivista e nei prossimi partono dall’esperienza concreta di Padova per arrivare a considerazioni più generali e si focalizzano su alcune parole chiave che rappresentano le linee guida che fanno da cornice progettuale: co-progettazione, sostenibilità, innovazione, talenti.

Gli articoli sono quattro:

  • il primo, Comunità educanti e Patti educativi, l’alleanza tra scuole e territorio: un’opportunità di cambiamento per il sistema formativo, di Fabio Rocco,  mostra cosa sono i patti educativi, a cosa servono e perché può essere un’opportunità attivarli. Si tratta di un’introduzione di merito, con alcune considerazioni dei protagonisti (dirigente scolastica, assessora ai servizi educativi).
  • il secondo, Aule all’aperto, una risorsa da valorizzare, di Benedetta Zagni, Carlotta Frison, Francesca Bacchin, tratta dell’ outdoor education dal punto di vista scientifico ed esperienziale. L’articolo è legato all’esperienza delle aule all’aperto, non solo come attività svolte a scuola, ma anche nel rapporto con il territorio e il quartiere. Il contributo è frutto di una ricerca-azione svolta sul campo dal Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università che dimostra i benefici e le potenzialità della didattica all’aperto in termini cognitivi. 
  • Il terzo,  L’isola della calma, di Marta Peruzza, Andrea Lorioni, Sara Scrimin, focalizza il il benessere a scuola come presupposto fondamentale per l’apprendimento, con un’esperienza che sta diventando modello. Un’altra ricerca-azione del DPSS che in questo caso si focalizza sul benessere a scuola attraverso la presenza costante di una ‘squadra’ di tirocinanti di Psicologia dell’Università di Padova, che rivela come il benessere nel contesto scolastico sia pre requisito per l’apprendimento. 
  • Infine il quarto, La collaborazione tra enti diversi nei campus attivati grazie al Piano estate, di Fabio Rocco. Co-progettati e realizzati da enti diversi, sviluppati in un’ottica di coordinamento di tutte le attività educative dei quartieri nei periodi di chiusura delle scuole, nei Campus si svolgono laboratori intensivi in diversi ambiti: STEAM, sportivi, naturalistici, creativi e in lingua inglese, con l’obiettivo di favorire esperienze di apprendimento diverse nel corso dell’estate nelle quali alunni e docenti possono sviluppare un modo di fare scuola più sperimentale, integrando le attività con enti del terzo settore e università. 

Fabio Rocco docente di scuola primaria, Giovanni XXIII, VII Istituto Comprensivo “San Camillo” Padova