La comprensione del testo: un compito esclusivo del docente di italiano? – di Maria Lucia Preti

Leggere scrivere far di conto, questo il terzetto con cui in altri tempi si indicava il patrimonio che la scuola doveva garantire a tutti. Una domanda: dopo la scuola elementare quale docente è investito del compito di coltivare nei giovani la competenza della lettura?  Provate a parlare con docenti della secondaria di I e II grado, circa gli obiettivi relativi al proprio insegnamento, chi mette al primo posto la lettura?

Sicuramente chi insegna italiano, ma gli altri?

Presentiamo di seguito una esperienza interessante che dimostra quante cose si possono, anzi si dovrebbero fare, per sostenere e arricchire SEMPRE la capacità di lettura.

La redazione

 

Una scuola, l’Istituto Comprensivo “Renzo Gasparini” di Novi di Modena: circa 1.000 alunni, di cui 300 di scuola Secondaria di I grado, oltre il 30% di studenti stranieri, ESCS (indicatore Stato Socio Economico Culturale) d’Istituto basso.  Questo è lo scenario entro il quale si svolge l’esperienza, il senso di un lavoro volto a suscitare nei ragazzi la voglia, il gusto e il desiderio di leggere per imparare.

Su quali riferimenti ha ragionato il gruppo di docenti impegnati in questo lavoro? Sicuramente la padronanza della materia, la preparazione didattica e la capacità di confrontarsi dentro la scuola, a tutto questo si è aggiunta anche l’opportunità delle rilevazioni INVALSI, che nel corso degli anni, hanno permesso alle singole scuole di misurare e misurarsi con situazioni simili ovvero sostanzialmente diverse, entro dimensioni teoriche e confronti internazionali.

Proprio i primi dati INVALSI, non positivi per l’Istituto arrivati nel 2009, sono stati un ulteriore strumento, che ha arricchito e arricchisce la riflessione che gli insegnanti svolgono durante il proprio lavoro.

Punto di partenza. Analisi delle criticità: svantaggio dipendente dal contesto socio-economico-culturale basso, presenza di molti stranieri, limitate possibilità di approfondimento dei programmi.

Anche se le prove interne per classi parallele ottengono in genere esiti positivi, i risultati delle prove Invalsi costringono ad affrontare il problema.

Secondo passo. Istituzione di una Commissione d’Istituto. Il gruppo di colleghi coinvolti ha studiato i quadri teorici utilizzati dalle indagini internazionali, nazionali (IEA PIRLS, INVALSI, OCSE-PISA) ed ha condiviso i risultati di questo lavoro.

Terzo passo.  I docenti hanno acquisito, o meglio hanno trovato gli strumenti per rinforzare la consapevolezza che la comprensione, la capacità di leggere è sicuramente una COMPETENZA fondamentale, trasversale, perché riguarda il cuore del processo di apprendimento a tutte le età e in tutti i livelli di scuola, indispensabile per comprendere qualsiasi tipo testo, imprescindibile per sviluppare la capacità critica nei ragazzi, cioè nei cittadini di domani.

E allora, nell’a.s. 2011/12, si è sviluppata una ricerca-azione, che è stata così articolata: la valutazione esterna (prove Invalsi) è stata confrontata con la valutazione interna (verifiche interne). La valutazione interna si è effettuata su prove scelte dai docenti durante l’anno sulla base degli obiettivi indicati in fase di programmazione. Per raccogliere i dati sulle verifiche interne di comprensione del testo la Commissione ha distribuito ai docenti di italiano una scheda per la tabulazione delle verifiche. Lo studio ha messo sotto osservazione le tipologie di testo, i processi sottesi ai singoli quesiti e il loro formato.

Finalità di tutto questo è stata la necessità di mettere a disposizione dei docenti uno strumento di autovalutazione del lavoro svolto in classe per verificare, classificare i testi, sottoposti durante le prove di verifica, dal punto di vista della tipologia, della varietà, della corrispondenza con gli obiettivi prefissati nelle programmazioni delle varie classi.

Quarto passo: analisi critica dei risultati della prima indagine interna.

Un’interessante scoperta: le tipologie di prove su cui gli studenti si misuravano, nel percorso scolastico, si riducevano quasi ed esclusivamente al testo narrativo e sollecitavano sostanzialmente un solo compito “Localizzare e individuare informazioni all’interno del testo”; mancava la consuetudine a cercare di ricostruire il significato del testo e a riflettere sui contenuti e sulla forma di questo. Le prove inoltre non contenevano altro che testi “continui”, non contenevano tabelle, grafici, figure, ecc. elementi che si trovano ormai in tutte le forme diffuse di comunicazione scritta”.

Con l’elaborazione dei dati raccolti, forniti dal 100% dei docenti coinvolti dall’indagine, si sono potute restituire informazioni puntuali e precise utili per riorganizzare le programmazioni alla luce delle “Indicazioni nazionali per il curricolo” e per confrontarle con i traguardi per lo sviluppo delle competenze da raggiungere al termine della scuola Secondaria di I grado.

 Quinto passo: il coinvolgimento di tutti i docenti (Collegio dei docenti).

Sulla base di un lavoro prodotto dal Dipartimento di Lettere della scuola Secondaria di I grado è stata realizzata e condivisa una programmazione di italiano univoca. Al centro del lavoro è stata posta la comprensione del testo e sono stati selezionati gli obiettivi di apprendimento (riferimento sono state le Indicazioni nazionali 2012*, integrate con gli aspetti/processi tratti dal QdR Invalsi di Italiano 2013); questo percorso ha permesso di sostenere (anno per anno) l’attività dei docenti innovandola  e guidandola nel difficile percorso che gli studenti compiono  in varie fasi e secondo modalità complesse  nei  processi di comprensione  e di acquisizione di conoscenze.

Quali le novità che si sono prodotte nella didattica d’aula?

 I docenti hanno lavorato in molte direzioni

  • Scelta di testi vicini agli interessi dei ragazzi
  • Proposte di diverse tipologie di testo e di generi testuali
  • Aumento del tempo dedicato a “leggere insieme” e alla discussione tra ragazzi e tra ragazzi e docenti.
  • Sollecitazione ad esplicitare, descrivendoli, i passaggi, i processi che si attivano per rispondere alle questioni proposte dai testi (meta-cognizione e impegno nella auto-osservazione e comunicazione)
  • Messa in atto di modalità di discussione tra gruppi per riflettere, osservarsi e auto-osservarsi, al fine  di rendere consapevoli i ragazzi del fatto che “non esiste un’unica strategia” per rispondere ad un problema o ad una sollecitazione.

 

Gli studenti:

  • Si sono posti domande già durante la prima lettura (grammatica dell’anticipazione), a partire da un primo quesito: cosa mi suggerisce il titolo?
  • Hanno imparato a muoversi nel testo: ci sono dei personaggi?  quali? che ruolo svolgono, che relazione hanno fra loro? Quale tipo di testo sto leggendo? Qual è il tema, quale l’argomento specifico? Ma … se mi metto dal punto di vista dell’autore quale messaggio vuol trasmettere, che scopo ha, come osserva, come riflette, quali strategie comunicative utilizza?
  • Hanno prestato attenzione all’organizzazione dei testi (paragrafi, capoversi, e soprattutto ruolo della punteggiatura e dei connettori).
  • Hanno registrato le sequenze che costruiscono una rappresentazione complessiva del testo e delle sue parti.
  • Hanno motivato le risposte formulate indicando il punto o i punti del testo di riferimento.
  • Hanno discusso e compreso anche le eventuali risposte errate ed esplicitato il ragionamento fatto.
  • Sono tornati più volte al testo ed hanno arricchito le spiegazioni.

 

In Conclusione – E’cambiato qualcosa a livello di istituto?

 

Le discussioni tra i docenti delle varie discipline hanno spostato l’attenzione dai contenuti specifici delle singole materie ai processi di apprendimento.

Le prove comuni fra classi parallele sono state riconosciute utili e potenziate.

Si è molto lavorato sul concetto di competenza nei suoi aspetti teorici e nelle ricadute didattiche disciplinari.

Si è iniziato a sperimentare il coinvolgimento dei docenti di tutte le discipline nella didattica della comprensione del testo, perché si è riconosciuta, o meglio, constata la trasversalità di questa competenza e la necessità di coltivarla, SEMPRE, in tutte le attività di studio.

* Annali della Pubblica Istruzione. Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione. 2012 numero speciale –  Ed. Le Monnier

Maria Lucia Preti