Contrasto all’illetteratismo: il metodo Roll per gli adulti di medio-bassa scolarità. – di Antonello Marchese.

Le indagini All e PIAAC  hanno evidenziato l’entità del preoccupante  fenomeno dell’analfabetismo funzionale e strumentale della popolazione adulta, la popolazione low-skilled.  L’indagine   OCSE PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies proposta in 24 paesi tra il 2011 e 2012 )  nomina questo fenomeno  come  debolezza di Literacy  in relazione a  contesti d’uso  della vita quotidiana e alle competenze richieste  per  cogliere, per esempio, il senso di una  domanda immediata, leggere segnali stradali, capire istruzioni di sicurezza, leggere un manuale di un dispositivo elettronico, leggere un giornale, comprendere un passaggio di prosa complesso ecc.. Si tratta di un processo di analfabetismo ovvero di dealfabetizzazione che riguarda anche paesi sviluppati, come già da molti anni aveva rilevato il Prof. Tullio De Mauro: la difficoltà nella comprensione porta alla delega  e ad affidarsi ad altri per decodificare e risolvere problemi o situazioni più complesse, cui si accompagna la non percezione delle carenze, una superficiale valutazione  delle necessità e quindi una sostanziale mancanza di motivazione all’apprendimento.

I due articoli   “Laboratori per la  lettura e comprensione di Testi” e “Come si attivano processi di motivazione e partecipazione di apprendimento in età adulta”  presentano un interessante  lavoro sviluppato in un progetto europeo che, con rigore metodologico affronta questioni cui spesso si risponde con  deboli, marginali, proposte pedagogiche di contrasto.  La  sperimentazione  si sviluppa nell’ambito delle  metodologie e delle esperienze del dispositivo ROLL (Réseau des Observatoires Locaux de la Lecture) e  ACT (Atelier di Comprensione del Testo),  acquisite da un gruppo di docenti  durante la formazione prevista dal progetto KA2 2017-1-FR01-KA201-037402 «Prévenir l’illettrisme par des dispositifs pédagogiques innovants et la coopération avec les familles», di cui l’USR Piemonte è partner[1].  Da qui è partita l’attivazione di laboratori in quattro CPIA piemontesi e, tramite un intenso lavoro di disseminazione, ora estesa a più realtà scolastiche, la nostra attività si inserisce nel percorso ancora scarsamente esplorato delle strategie di lettura degli adulti low skilled, ponendo in essere una reale disseminazione di quanto appreso nelle esperienze di mobilità nella città di Beauvais, a 80 km a nord di Parigi, inserita nei “distretti a rischio analfabetismo” da parte del Ministero dell’Istruzione francese, dove abbiamo visitato scuole materne, elementari, licei e osservato a più riprese, in scuole diverse, lo svolgimento degli atelier Roll da parte dei colleghi francesi. Nella città di Konya, a circa 300 km a sud est di Istanbul, abbiamo condiviso le buone pratiche nell’applicazione del metodo.

L’ approccio innovativo  supera la dimensione frontale e trasmissiva dei saperi , promuove una didattica attiva,  mette al centro le studentesse e gli studenti adulti, in particolare  le fasce di istruzione meno elevate, attraverso attività specifiche sulla comprensione del testo, finalizzate al recupero dell’istruzione di base e dell’analfabetismo funzionale, attraverso l’uso delle TIC e la continua  riflessione  sui processi e le procedure attivate.

“ Laboratori per la  lettura e comprensione di Testi”

Il ROLL è un dispositivo del Centro Internazionale di Formazione a Distanza dei Maestri (CIFODEM) diretto dal professor Alain Bentolila[2].  Sviluppato in Francia,  volto a far “apprendere  a comprendere” il testo scritto; il ROLL  attiva  Atelier di Comprensione del Testo (ACT) che permettono agli studenti di prendere coscienza dell’articolazione dei percorsi di comprensione. Il progetto francese ha tra i suoi punti salienti la valutabilità, intesa come capacità di stimolare la riflessione pedagogica e di misurare il progresso effettivo nell’acquisizione delle competenze attraverso test diagnostici e l’utilizzo di griglie di osservazione articolate per competenze. La sperimentazione attivata nei CPIA piemontesi – che ha l’obiettivo di migliorare la comprensione, ma anche di rafforzare le altre abilità linguistiche degli adulti,  sta raccogliendo grande  interesse da parte dei docenti in tutte le occasioni di disseminazioni locali e nazionali. In cui sono state  presentate  le fasi in cui si articola l’ACT, attraverso “l’incontro diretto” con varie tipologie testuali [3],

Capire il senso di singole frasi e di un numero limitato di periodi che hanno coerenza di contenuto per sviluppare, nel tempo, capacità di comprensione delle varie tipologie testuali sempre  numerose e complesse  è il cammino che iniziamo a piccoli passi. Tutto ciò  ha  a che fare con la capacità di operare  inferenze[4] ma anche con l’affinamento della tecnica di utilizzo della macchina alfabetica. Tre sono quindi le abilità di base poste sotto osservazione: riconoscimento visuale delle parole (vacabulary) (Sabatini 2003); elaborazione del senso di una frase (sentence processing); (Sabatini e Bruce 2009) comprensione sequenze all’interno di brani semplici (passage comprehension), (Samuels 2006). Ma anche Prose e document Literacy competenza alfabetica funzionale relativa alla comprensione di testi in prosa e grafici e tabelle, realizzazione di testi scritti ,necessari per interagire nei contesti sociali, raggiungere obiettivi e accrescere le potenzialità personali (Gallina 2008).

Si tratta di testi originali creati dai docenti CPIA sul modello dei testi ROLL elaborati dal Prof. Bentolila dell’Università Paris Descartes che verranno raccolti in apposite repository per una fruibilità più ampia. Proviamo ad elaborare testi per i livelli di medio – bassa scolarità a partire dal pre alfa, cioè quella platea di studenti che non hanno mai avuto contatto con alfabeto, fino al livello B1/B2 del QCER, di diverse tipologie, dove le righe sono numerate per permettere di ritrovare le informazioni da discriminare e selezionare facendo riferimento al numero di linea corrispondente[5]. Sono testi che prescrivono, per esempio, dove devono essere trovate le informazioni pertinenti per la preparazione di una ricetta, come nel caso dell’attività sulla cucina. La Prof.ssa Alessandra Ferrari, del CPIA1 di Novi Ligure, è partita dalla ricetta del pesto tipica del territorio dell’Alto Monferrato e sul testo ha attivato l’Atelier di comprensione fino alla preparazione, in classe, della famosa salsa grazie all’apporto di ciascuno studente.

Sono testi che spiegano e che richiedono di operare deduzioni e di reperire le informazioni rispetto alla consegna data. La Prof.ssa Stefania Iannucci ha proposto alla sua classe del CPIA4 di Valperga, un testo Roll di Geografia e Scienze sul Sistema solare in cui i significati disciplinari e interdisciplinari sono stati rinegoziati alla luce dei saperi taciti degli studenti.

Altri ancora sono testi densi, con molti distrattori che richiedono di operare deduzioni complesse e usare informazioni specialistiche. Il Prof. Antonello Marchese, del Cpia1 di Torino, ha proposto alla sua classe di livello B2 all’interno del carcere Lorusso-Cutugno di Torino un testo Roll sui primi 12 articoli della Costituzione italiana che oltre ad affrontare la  lettura della Carta Costituzionale nei suoi principi fondamentali, ha consentito di arricchire il lessico. Di particolare rilievo il lavoro di educazione finanziaria che ha coinvolto la classe minori del Prof. Rocco De Paolis del CPIA2 di Torino. Anche in questo caso gli oggetti disciplinari sono diventati vere e proprie bussole che hanno accompagnato i ragazzi fuori dalla scuola, nelle istituzioni deputate per “incontrare” i concetti chiave[6] che poi si si sono fatti testo soggettivo.

Sono, ancora, testi che raccontano, come nel caso di un testo narrativo breve rivolto ad una classe di livello A1, elaborato dal gruppo di ricerca dell’USR del Piemonte, dal titolo “Il mio nome è Mustafa” che è stato proposto nella sezione femminile del carcere ad adulte low-skilled e che è diventato anche un testo multimediale attraverso l’ultilizzo dei tablet. Grazie all’esperienza del progetto Tabula, prima sperimentazione in Italia sull’uso dei tablet nell’EDA, di cui il Prof. De Paolis è il responsabile scientifico, è venuto naturale trasformare il testo roll in testo per immagini, voce e testo scritto didascalico, come possibilità di sostituzione della ben più onerosa machine à lire francese, per rivolgersi ai nostri “pre-alfa”.

 

“Come si attivano processi di motivazione e partecipazione di apprendimento in età adulta ” 

Un  primo bilancio dell’esperienza dei laboratori , in queste iniziali fasi di sperimentazione, come docenti abbiamo subito notato che il lavoro con il Roll porta ad una sollecitazione della partecipazione in classe. All’inizio non tutti gli allievi pronunciano una frase o una parola, ma durante i laboratori successivi anche i poco parlanti si sforzano di dire qualcosa. È anche una grande sollecitazione all’ascolto da parte degli allievi perché bisogna validare o meno la frase/ o la parola del compagno.

Gli studenti, poi, sono anche sollecitati alla correttezza sintattica nella produzione orale poiché si sforzano di fare una frase corretta per far comprendere a tutti che cosa vogliono dire e soprattutto perché quella frase viene scritta alla lavagna e quindi fissata ed esposta al gruppo classe (come spiegheremo tra breve). È facile che ci sia chi vuole arricchire il suo intervento tirando fuori contenuti che magari ha letto su quell’argomento anche se non erano citati nel testo. Lo sforzo della narrazione diviene dunque occasione di migliore chiarificazione di ciò che si è compreso oltre che vero e proprio oggetto culturale da mettere in comune per la narrazione che si fa man mano collettiva.

Viene stimolata l’autonomia nella ricerca delle informazioni e l’ impegno nella comprensione e riformulazione della frase. La rilettura della frase semplice e della frase complessa permette di ascoltare lo stesso contenuto due volte, ma con parole o frasi diverse.  Contemporaneamente si sollecitano concentrazione e memoria: maggior concentrazione nella lettura, ripetizione delle frasi a bassa voce promuovendo l’acquisizione di un metodo di studio. Qualcuno memorizza parole chiave o una frase semplice da riportare e scrivere alla lavagna. Gli esperimenti svolti nei nostri Atelier hanno assunto, quasi, le vesti di un vero e proprio metodo di studio di un testo innescando: lettura autonoma;  memorizzazione “primaria”; produzione orale; ricerca informazioni sul testo in autonomia; manipolazione -s e è giusto ok, ma se è sbagliato riformulo- riflessione metalinguistica; memorizzazione “secondaria”.Il ruolo del docente è quello di un mediatore consapevole che non incoraggia, che rimane neutro comunicando con tale atteggiamento l’assoluta libertà nell’accogliere le risposte degli studenti, senza alcun giudizio ma con fiducia nelle possibilità di crescita che offre il metodo. In tal modo gli studenti comprendono anche la natura ludico didattica del metodo sentendosi più liberi di intervenire. Dopo una lettura silenziosa e autonoma dello studente, segue infatti uno scambio libero sulla comprensione del testo in cui si riportano sulla lavagna le risposte date dagli studenti. Tale scambio può essere anche incoraggiato con domande. Le risposte degli studenti vengono riportate sulla lavagna che è stata divisa in tre sezioni: 1)sono d’accordo; 2)non sono d’accordo; 3)non ho capito. In presenza anche di una sola posizione discordante la frase riportata dallo studente viene inserita nella sezione 2) mentre nella 3) vengono inserite le cose non comprese. Dopo la fase di scambio segue la fase della validazione che impegna gli studenti a cercare nel testo, orientandosi sulle linee numerate, le frasi che sono state da loro dettate all’insegnante e che sono state inserite nelle tre sezioni. L’Insegnante con colori diversi sottolinea le frasi corrette, che corrispondono effettivamente al testo, quelle non corrette, quelle corrette in parte. Possono infatti emergere anche errori morfologici su cui lavorare poi in seguito.

Particolarmente rilevante è il lavoro sulla metacognizione, previsto al termine di ogni atelier, che  consente di raccogliere una consequenzialità dei processi di memorizzazione, immaginazione, aspetti emotivi o procedurali che favoriscono una rilettura complessiva di tutta l’esperienza roll a distanza di mesi o anche anni. Interessanti le riflessioni che ne possono scaturire rileggendo Feuerstein e le implicazioni relative alla deprivazione culturale dello studente[7]. lavorando secondo un protocollo molto particolareggiato ben sperimentato sui giovani in obbligo scolastico, si realizza una didattica laboratoriale innovativa ma semplice al tempo stesso, facilmente disseminabile e riproducibile anche nella forma di produzione multimediale.

La sperimentazione avviata nei CPIA piemontesi mediante l’attivazione dei laboratori di comprensione e di machine à lire semplificate,rappresenta un tentativo di contrasto all’analfabetismo funzionale e strumentale attraverso un dispositivo tic accessibile e fruibile. Si tratta di una sperimentazione originale perché rivolta ad adulti di bassa scolarità. Se è vero che “è necessario un incrocio tra diversi linguaggi, tra diversi media in senso culturale”[8]. Se è vero che la formazione libresca gutenberghiana non è più adattabile all’ambiente multimediale che va pensato con categorie nuove. Se è vero che le tecnologie sono materie prime che riplasmano l’esistenza e la consapevolezza perché vengono rivoluzionati i processi di apprendimento, di memorizzazione ed elaborazione del sapere[9]. Certamente le tecnologie intaccano la struttura intima delle conoscenze: si amplifica la condivisione sociale dei saperi, aumenta il dialogo fra senso comune e scienza. Riteniamo allora che nell’utilizzo delle tecnologie il problema che deve affrontare la didattica sia quello del rapporto  tra tecniche e valori; fra uomo inteso come soggettività e fini, procedure, strumenti. Ma al di là dei contenuti, gli ambiti disciplinari necessitano di esperienze di fruizione piena, esercizi di gusto, approcci di interpretazione. In un contesto in cui i social media propongono l’infobesity o la pocket culture con le informazioni che si sovrappongo ai fatti puntando, forse, alla cyberstupidity, il docente deve comprendere e utilizzare le nuove tecnologie didattiche con l’attenzione alla formazione di spiriti resistenti all’indottrinamento.

Come partner di ricerca del gruppo internazionale, il gruppo di ricerca della Rete dei Cpia piemontesi[10], sta arricchendo il Roll della sperimentazione con gli adulti di medio-bassa scolarità. È unica esperienza in Europa per ora. In Francia, infatti, è rivolto solo agli studenti in obbligo scolastico coinvolgendo più di 40.000 studenti dalla scuola materna in su. La Francia ha ritenuto obiettivo di priorità assoluta per il triennio 2018/2021 il contrasto all’illetteratismo.

Nostra ambizione sarebbe  quella di arricchire la piattaforma Roll di materiale autentico, utile agli adulti italofoni L1-L2, di medio-bassa scolarità, per un’eventuale sezione italiana del Roll francese rivolta agli adulti. La sfida più grande che vogliamo affrontare è quella di motivare alla lettura nel senso della formazione culturale permanente della persona secondo principi di partecipazione, globalità e uguaglianza (Demetrio 1996), cercando di mettere a punto metodi innovativi, condivisibili, aperti adatti e significativi per ciascuno. Metodi capaci di “mettere insieme il computer e il pero selvatico”, come direbbe il poeta Franco Arminio. Metodi che tengano conto del fatto che l’alfabeto ha soltanto duemilasettecento anni a fronte dei duecentomila anni di vita dell’uomo. Metodi, insomma, che abbiano a che fare con il corpo dell’uomo, con la sua storia, il suo modo di concepire la terra e le sue visioni del mondo, con i suoi sentimenti profondi. Abbiamo un’ambizione grande com’è grande il nostro desiderio di fare qualcosa di buono per qualcuno. Speriamo di cavarcela.

Per maggiori informazioni:

Sito del Roll

 

[1] Insieme a: Académie d’Amiens   – Francia; Direzione Provinciale Educazione Nazionale Konya – Turchia; Ispettorato Scolastico; Dipartimento di Braila – Romania; Università degli Studi della Basilicata.

[2] Prof. A. Bentolila, linguista franco-algerino, con il suo staff di pedagogisti, linguisti ed esperti di comunicazione web ha elaborato una piattaforma che raccoglie centinaia di testi di tutte le tipologie, suddivisi per livelli di difficoltà, sui quali sono state costruite griglie di valutazione ed esercizi di potenziamento tra cui la “machine à lire”, dispositivo tecnologico che oltre a riprodurre testi vocali consente l’auto valutazione attraverso smart device multitasking. La piattaforma è in uso in tutti distretti scolastici francesi e fornisce i materiali necessari ai docenti dedicati che vengono distaccati per due ore a settimana per il lavoro sul roll. La piattaforma è aperta anche agli studenti che vogliano esercitarsi autonomamente da casa.

[3] L’Atelier di comprensione prevede 4 fasi: fase di lettura silenziosa; fase di scambio; fase di validazione; fase di metacognizione più il laboratorio di potenziamento.

[4] L. Lumbelli, Fenomenologia dello scrivere chiaro, 1989,  Editori riuniti. Le proiezioni evocate hanno a che fare il proprio mondo esperienziale e percettivo, sono legate all’esperienza diretta e costituiscono inferenza nell’approccio al testo.

[5] https://twinspace.etwinning.net/63812/materials/files

[6] Carlo Sini considera che la conoscenza è in ultima analisi un incontro c.f.r “L’uomo, la macchina, l’automa. Lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto “, Bollati Boringhieri, 2009.

[7] R. Feuerstein, Instrumental Enrichment, University Park Press, Baltimore (1980). Il ruolo essenziale del mediatore è quello di permettere al soggetto di appropriarsi delle conoscenze inerenti il proprio ambiente culturale.

[8] Maragliano, Il digitale e la scuola italiana, 2011.

[9] M. McLuhan, Gli strumenti del comunicare, 1964.

[10] http://www.rete-ctp.it/

Antonello Marchese., Alessandra Ferrari, Rocco De Paolis, Stefania Iannucci, Elena Guidoni