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Il cinema di Bambina Fiorellina

Pubblicato il: 04/04/2013 11:50:41 -


Un progetto pilota che attraverso l’attività laboratoriale avvicina i bambini al cinema in un modo nuovo: sviluppa in loro il senso critico e il pensiero autonomo legato alla sperimentazione pratica e aumenta le loro potenzialità espressive. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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Nell’attuale contesto mediatico audiovisivo, tra la fruizione dei contenuti e le pratiche di elaborazione e rielaborazione vi è uno squilibrio che riguarda ambiti sensoriali e linguistici.

L’irriconducibilità di una parte delle componenti sensoriali del messaggio all’esperienza reale e l’inesperienza pratica, di fatto, negano ai bambini il pieno accesso al mezzo, limitano le loro potenzialità espressive e favoriscono l’uso di stereotipi.

Per rispondere al problema, si è scelto di creare un format cinematografico di animazione i cui elaborati fossero paragonabili a quelli proposti in tv e la cui prassi realizzativa fosse alla portata di bambini di fascia 2-5 anni.

La pratica laboratoriale avrebbe consentito di generare competenze e senso critico, riequilibrando il sistema, mentre la consuetudine alla lettura audiovisiva avrebbe permesso ai partecipanti di autovalutare i propri elaborati; la sperimentazione, espressiva e compositiva, infine, avrebbe evitato il rischio di replicare lo stereotipo.

Con queste premesse nasceva “Il cinema di Bambina Fiorellina”.

Il progetto è stato realizzato nella sua edizione pilota a Gorizia, tra gennaio e marzo del 2010.

Grazie all’impegno dei Servizi Educativi del Comune, ha coinvolto quattro Scuole dell’Infanzia Comunali, tre Nidi d’Infanzia Comunali e il Centro Bambini e Famiglie, complessivamente oltre 200 partecipanti.
Nidi e CBF si sono dedicati alla sonorizzazione dei film, mentre le Scuole si sono occupate tanto della fase grafica e di animazione, quanto della sonorizzazione stessa.
Ogni struttura ha realizzato il proprio cortometraggio, dedicandovi da uno a quattro giorni di attività.

Metodologicamente, l’attività si è articolata in un primo momento comune, dedicato alla comprensione del soggetto, seguito dal laboratorio grafico e cinetico, seguito a sua volta dal laboratorio di sonorizzazione.

Nella prima fase l’intervento ha coinvolto tutti partecipanti di ogni struttura; i laboratori hanno invece funzionato con microgruppi di 4-6 partecipanti per volta, a rotazione.
Ogni microgruppo ha elaborato l’unità narrativa minima di una inquadratura, valutando comprensibilità e qualità del proprio operato.

I partecipanti hanno disegnato, ritagliato, disarticolato, riarticolato, mosso e fotografato, con una webcam, fotogramma dopo fotogramma tutte le figure, secondo la tecnica dello stop motion (cut out).
Le immagini, scattate e messe in sequenza grazie a uno dei tanti freeware disponibili in rete, sono state poi passate al programma di montaggio.
Questa categoria di programmi consente anche la registrazione audio e tale funzionalità è entrata in gioco nel secondo laboratorio.

Ai partecipanti è stato proposto, a fronte di un film ancora muto, di immaginare i rumori che mancavano e provocarne di “convincenti” in un percorso di generazione realizzata con l’uso improprio e sperimentale dei materiali presenti nelle strutture.
Il suono registrato è stato quindi composto con la figura animata mentre una base musicale originale, extradiegetica e parte del format, ha reso coeso ogni elaborato.

Nei tre momenti dell’attività, i partecipanti hanno potuto sperimentare gli elementi fondamentali della comunicazione audiovisiva: dal pensiero associativo (storyboard e montaggio) alle potenzialità espressive e comunicative giocate sui meccanismi della percezione.

Lo strumento laboratoriale, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha dimostrato la sua validità didattica, mentre la digitalizzazione dei processi ha consentito il lavoro in gruppo e nei tempi adatti.

La valutazione da parte di insegnanti e coordinatrici è stata entusiastica, mentre la presa di possesso del mezzo ha portato bambine e bambini a voler confrontare subito i “propri” film con gli “altri” presenti a scuola, facendo raggiungere al progetto i propri obiettivi.

Una parziale criticità è emersa nella relativa fatica dei partecipanti dei Nidi, probabilmente dovuta all’impegno che la stilizzazione della figura imponeva a livello generativo della percezione; criticità superata del tutto, infatti, in un’attività successiva analoga ma realizzata a partire da un film di pupazzi animati.

L’esperienza goriziana ha permesso di verificare la validità educativa dell’iniziativa e il suo alto indice di realizzabilità pratica; insieme a questo, il conferimento al progetto del Premio Nazionale Innovascuola 2011 per l’innovazione didattica da parte del MIUR e del Ministero per l’Innovazione ha determinato la decisione di trasformare l’iniziativa locale in un progetto di respiro nazionale.

Per questo, a supporto del progetto stesso, è stato realizzato, con finalità promozionali, informative, ma soprattutto crossmediali, il sito di BambinaFiorellina.

Gli elaborati prodotti nel corso del progetto, poi raccolti in un DVD, sono ora disponibili anche in rete a questa pagina del sito di BambinaFiorellina.






Maurizio Silvestri

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