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Biblioteca 2.0

Pubblicato il: 26/02/2013 18:32:27 -


Reading literacy e nuove tecnologie.
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Come approntare strategie di incentivazione alla lettura utili, formative e motivanti con l’ausilio delle nuove tecnologie? Perché il lettore classico è oggi in affanno di fronte all’incalzare di un homo videns sempre più significativamente intento a muoversi, “a videate”, su PC: è la simultaneità che si impone sulla sequenzialità, mentre linearità e compiutezza del testo scritto lasciano spazio a tendenze anti-analitiche. Certamente destabilizzanti, se tese a scardinare la continuità della proposizione, eppure dalle potenzialità tutte da esplorare, se intese come una rinnovata modalità di reperimento e organizzazione delle informazioni e delle conoscenze, certamente repentina, a tratti frammentaria, eppure al contempo interdisciplinare e interconnessa come mai sino ad ora.

Può una biblioteca scolastica prender le mosse da siffatto ordine di considerazioni per interrogarsi sulle ragioni della propria esistenza, sulle sue finalità?

In origine, ovviamente, la lettura, attività nella quale ciascuno di noi giornalmente si cimenta. Vi è una “lettura per lo studio”, vi è una “lettura per il piacere”, perché le esperienze di lettura si stagliano su diversi livelli, rispondono a diversi scopi. Ve ne sono di complesse e difficili, a cui la scuola può “iniziare”, fornendo strumenti e procedure di decodifica dei testi, ma guai se la lettura diventasse senz’anima: disamina ora lessicale, ora morfo-sintattica, ora semantica.

Si commetterebbe un reato: uccidere il giovane lettore, uccidere il futuro lettore!

Auspicabile, naturalmente, per noi docenti il tentativo di promuovere, quale obiettivo a lunga gittata, da una parte una lettura ragionata, che sappia porre ipotesi e valutare criticamente, dall’altra una estetica che induca lo studente a percorrere gli spazi del suo mondo interiore, immaginifico, affettivo. Questo è l’obiettivo di una didattica orientata, questo anche, opportunamente declinato, l’obiettivo di una biblioteca scolastica.

Spazi spesso angusti e scaffali asetticamente metallici, quali quelli di cui si dispone nella maggior parte degli Istituti scolastici, sembrano avere poco delle meravigliose architetture lignee senza tempo delle biblioteche dei nostri sogni, poco anche delle meraviglie virtuali pronte a svelarci inesauribili raccolte librarie a un click di mouse.

Ma che il “contenente” non svilisca il “ contenuto”.

Lecito chiedersi in partenza quale importanza rivesta la lettura nell’ambito dei processi di apprendimento linguistico. Perché è indubbio che i ragazzi d’ oggi, anche se intellettualmente vivaci, leggono meno di quanto potrebbero o dovrebbero, soprattutto perché affascinati e catturati dalle lusinghe di mille altri linguaggi, di maggiore impatto.

Quanto stimolante, allora, il concorrere da parte della scuola, alla elaborazione di strategie inedite, capaci di salvare “la tradizione”, ma di accogliere assai utilmente “l’ innovazione”, nonché il creare un’autentica interfaccia con il mondo delle nuove tecnologie, nella consapevolezza che l’uso sbrigliato che le nuove generazioni fanno del computer e del web non sempre garantisce che l’informazione reperita si traduca in effettiva conoscenza, comprensione, cultura, e che i ragazzi, anche quando disinvolti fruitori delle nuove tecnologie, vanno educati alla media literacy, che è capacità di ricerca, selezione, valutazione dell’informazione, altro rispetto alla “alfabetizzazione informatica” di cui i più evidenziano il possesso.

È in pratica il tentativo di noi docenti di suscitare anche nelle nostre ultime generazioni di studenti, con l’ausilio delle nuove tecnologie, curiosità, interesse e affezione verso i molti volumi che costituiscono il prezioso patrimonio librario di un istituto scolastico.

È il consegnare, in ultima analisi, un bandolo nel labirinto del sapere, nonché la ricerca del “pretesto” per tentare di far sì che l’accostarsi, anche fortuito, al microcosmo del libro, rappresenti un’esperienza importante: l’ingresso in altri mondi.

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Immagine in testata di Ian Britton (licenza free to use)

Maria Daniela D'Alonzo

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