Recensione a Cittadinanza e Costituzione     di Benito Melchionna

Il libro di Benito Melchionna (Edizioni Anicia 2021) approfondisce il progetto di educazione civica delineato dalla legge n. 92/2019 per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza e responsabilità nella partecipazione alla vita civica, sociale e culturale della società.

Quello dell’educazione civica è un insegnamento combattente, un combattimento anzitutto contro la sorte. La legge del 20 Agosto 2019, che l’ha reintrodotta e più ampiamente configurata, per un banale ritardo di trasmissione e pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, è slittata nella sua attuazione all’anno scolastico 2020/21, l’anno della pandemia, ed è quindi partita accumulando ritardi di ogni tipo. È anche un insegnamento combattente perché è trasversale a molti altri e rischia continuamente di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro, come del resto è già avvenuto nella precedente edizione.

Ma la trasversalità può essere un punto di forza, come dimostra il libro di Benito Melchionna, che fornisce tutti gli elementi aggiornati per affrontare tematiche di grande potenzialità formativa. In primis le tematiche costituzionali, i cui princìpi hanno saputo mantenere, nei trascorsi 73 anni di vita, caratteristiche di coerenza sistemica e di adattabilità alle esigenze socio-educative via via sopravvenute, tanto da costituire i veri fondamentali della scuola italiana. Già, perché nonostante l’immutabilità dei valori richiamati nelle norme della Costituzione, sarebbe un grave errore non considerare lo straordinario dinamismo che hanno dimostrato di possedere: la scuola italiana è profondamente mutata e i suoi fondamentali sono ancora alla base del rinnovamento.

 

Gli studenti, secondo quanto disposto dalla legge, devono  essere introdotti alla conoscenza dei contenuti della Carta «sia nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, sia in quella del secondo ciclo, per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà».

 

La conoscenza della Costituzione deve essere accompagnata a quella delle istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali.  Il progetto di educazione civica disegnato dalla legge è ad ampio spettro – da qui la scelta della trasversalità con altri insegnamenti sia umanistici che scientifici – e comprende una serie di aree,  in particolare l’Agenda 2030, adottata dall’O N U per lo sviluppo sostenibile alla cittadinanza digitale, declinata nei suoi vari aspetti. Speciali sottolineature riguardano l’educazione alla legalità, la formazione di base in materia di protezione civile, l’educazione alla salute e l’educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale. Una scelta del legislatore forse inevitabilmente accumulativa e che imporrà la verifica dei risultati per valutare l’entità degli scostamenti tra l’ideale e il reale nelle scuole di ogni ordine e grado. 

Per quanto attiene l’educazione alla cittadinanza digitale una verifica biennale è demandata alla Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale;più in generale, il Ministro, con cadenza biennale, deve presentare alle Camere una relazione sull’attuazione della legge. 

Il libro di Melchionna è un utile strumento per affrontare il combattimento di cui parlavo perché ha il pregio di approfondire queste aree tematiche nello stesso tempo in modo sufficientemente esaustivo e accattivante, e di puntare il dito nella direzione del contrasto attivo alla povertà educativa per sfruttare «le opportunità dell’alleanza virtuosa tra umanesimo e tecnologia e di aiutare nel contempo i giovani a maturare un ethos» che è alla base di ogni cittadinanza. 

 

Giuseppe Fiori