Qualcosa si muove, ma non basta. Primi risultati dell’indagine OCSE-PISA 2015

Sono fondamentalmente due le buone notizie, di cui una storica: per la prima volta gli studenti italiani hanno raggiunto la media OCSE in uno degli ambiti chiave di PISA, Matematica. Nella figura 1 è rappresentato il cammino per giungere a questo risultato, partendo dal ciclo 2003, quando Matematica è stato per la prima volta l’ambito principale. Dopo uno strappo deciso nel 2009 rispetto agli scarsi risultati precedenti l’evoluzione è stata lenta e costante, e si è incrociata con un parallelo calo della media OCSE, che costituisce su scala globale un preoccupante segnale di allarme. Ma appunto, il nostro paese è in controtendenza, e nel progressivo miglioramento ha raggiunto il dato OCSE.

Figura 1 – Evoluzione dei risultati di Matematica 2003-2015

Fonte: OECD 2016, p.390

N.B. Il dato OCSE si riferisce ai 30 paesi che hanno svolto tutte le rilevazioni, con l’eccezione del dato 2009, che si riferisce a 34 paesi, poiché il dato OCSE 30 è mancante.

Bisogna ricordare sempre che nel 2015 Matematica non era l’ambito di rilevazione principale, per cui la verifica complessiva di questa tendenza sarà da verificare nel 2021, ma i segnali fin qui raccolti sono positivi e devono essere sottolineati, cercando di riflettere sulle cause di questa tendenza a migliorare. Bisogna ricordare che dopo i preoccupanti risultati di PISA 2003 e 2006 è stata propria Matematica l’obiettivo principale delle iniziative di formazione degli insegnanti, in particolare per alcune regioni del Meridione, ma come vedremo dall’analisi dei dati nazionali gli esiti di questi interventi non possono essere considerati una spiegazione esauriente del miglioramento.

La seconda buona notizia riguarda gli studenti immigrati. Nelle scorse edizioni di PISA la differenza in negativo rispetto agli studenti nativi era una delle più forti fra i paesi OCSE (nel 2012 oscillavano fra i 50 e i 60 punti nei tre ambiti principali). In PISA 2015, relativamente ai risultati di Scienze, la differenza si riduce a 35 punti, ma depurando il dato dalle differenze socioeconomiche la differenza scende a soli 11 punti rispetto ai 43 del 2006. (OECD, 2016, p. 440-1). Si tratta ancora di una differenza significativa fra gli studenti italiani nativi e non nativi, ma risulta almeno in linea con il dato OCSE complessivo, per cui anche in questo caso va sottolineata la tendenza al miglioramento. Da considerare che rispetto al 2006 la percentuale di studenti immigrati è più che raddoppiata, passando dal 3,8% all’8%, per cui la loro performance incide sempre di più sul dato nazionale. Anche in questo caso la tendenza positiva dovrà essere approfondita, e una prima suggestione da approfondire viene dall’OCSE: la performance delle scuole che ospitano un maggior numero di studenti non nativi non presenta risultati significativamente inferiori rispetto a quelle che ne ospitano meno (OECD, 2016, p. 436), sempre depurando il dato dall’incidenza di fattori socioeconomici.

Le non buone notizie

Anche se non si può parlare di peggioramenti particolari nei risultati principali di PISA 2015 per il nostro Paese, è innegabile che si riconfermino per l’ennesima volta criticità storiche. L’evoluzione dei risultati di Scienze, dopo due cicli consecutivi in recupero, vede un riallontanamento dalla media OCSE, particolarmente critico perché il 2015 era proprio l’anno dedicato alle Scienze.

Figura 2 – Evoluzione dei risultati di Scienze 2006-2015

Fonte: OECD 2016, p.390

N.B. Il dato OCSE si riferisce ai 34 paesi che hanno svolto tutte le rilevazioni.

Una visione positiva può notare il dimezzamento della distanza dal dato OCSE rispetto al 2006, ma una lettura negativa sottolinea i 13 punti persi rispetto al 2012, differenza statisticamente significativa che riguarda la tendenza recente.

Per Lettura la situazione è molto simile, e forse ancor più significativa perché per Lettura il confronto può considerare tutti i cicli di PISA.

Figura 3 – Evoluzione dei risultati di Lettura 2000-2015

Fonte: OECD 2016, p.378

N.B. Il dato OCSE si riferisce ai 24 paesi che hanno svolto tutte le rilevazioni.da qui

Il dato italiano non risulta significativamente diverso dal 2012, e neanche da quello degli anni in cui Lettura era l’ambito principale (2000 e 2009), continuiamo a galleggiare appena sotto la media OCSE, a differenza di quanto successo per Matematica.

Ma il dato forse più preoccupante è un altro. Nella strategia comunitaria per l’istruzione di Europa 2020 uno dei risultati di PISA rappresentava un obiettivo prioritario: la riduzione della percentuali di competenza scarsa (Studenti Low Achievers) fino al 15% della popolazione. Considerando come dato di partenza il 2009, ecco come evolvono i dati per l’Italia.

Figura 4 – Evoluzione degli studenti italiani Low Achievers 2009-2015

Fonte: OECD 2016, pp.321, 374, 387.

Anche se nella recente revisione della strategia questo obiettivo non è stato più sottolineato (i problemi della sua effettiva realizzabilità riguardano la maggior parte dei paesi europei), si tratta pur sempre di un indicatore sintetico che testimonia l’impegno di un Paese per garantire alla maggior parte della popolazione un completamento dell’obbligo scolastico basato su una preparazione almeno sufficiente, per cui la stagnazione in Lettura dei Low Achievers, la brusca risalita in Scienze, e la troppo lenta discesa in Matematica non rappresentano certo segnali positivi, ricordando che bisogna lavorare prioritariamente sugli studenti maggiormente in difficoltà, a partire dai cicli primario e secondario inferiore, perché è li che si consolidano i livelli di base delle competenze.

Ultime note

L’enorme massa di dati fornita da PISA, e le possibilità comparative fra i diversi cicli, non può naturalmente essere riassunta nel poco spazio a disposizione. Ma è doveroso aggiungere un paio di di annotazioni.

Le differenze interne al sistema italiano trovano conferma, sia a livello territoriale fra le macroaree (ricordiamo che in PISA 2015 non era previsto un campionamento regionale integrale), sia fra i diversi indirizzi di studio. I dati illustrati da Laura Palmerio, Carlo di Chiacchio e Sabrina Greco nel corso della presentazione ufficiale, messi a confronto con quelli dei cicli precedenti mostrano per esempio che la differenza in Scienze fra la macroarea migliore (sempre il Nord Est) e quella peggiore (sempre il Sud Isole) passa dai 72 punti del 2012 ai 90 punti del 2015. Per Matematica lo stesso confronto vede salire la differenza da 63 a 79. Per i diversi indirizzi di studio le differenze restano molto simili, quindi molto alte: i Licei passano da 105 punti di vantaggio sugli istituti Professionali a 102 per Scienze; in diminuzione invece in Matematica (da 107 a 97). Si tratta naturalmente di variazioni complesse e da analizzare con attenzione, ma la tendenza indubbia ad un consolidamento delle differenze, in una scuola che dovrebbe essere “buona” in modo simile in tutta Italia, è un segnale preoccupante e purtroppo non nuovo.

Infine la questione di genere, con una preoccupante flessione dei risultati delle nostre ragazze in Scienze (-20 punti) e Lettura (-18 punti), laddove i compagni maschi perdono meno (Scienze, -6 punti) o addirittura crescono (Lettura, +6 punti). E’ vero che siamo diventati uno dei paesi dove il genere incide meno sui risultati in Lettura (OECD 2016, p. 171), ma questo è avvenuto soprattutto per il crollo significativo della performance delle ragazze. Ancora una volta una luce viene dai risultati di Matematica, dove c’è un piccolo e simile miglioramento per entrambi i generi. Anche questa controtendenza delle ragazze rispetto a Lettura e Scienze dovrà essere indagata con attenzione.

Per approfondire

OECD (2016), PISA 2015 Results. Excellence and Equity in Education. Volume I. OECD Pubblishers, Paris. link

Invalsi (2016), Indagine OCSE-PISA 2015. I risultati degli studenti italiani in Scienze, Matematica e Lettura. Invalsi, Roma. link

La documentazione relativa alla presentazione OCSE dei dati link

La documentazione relativa all’incontro di presentazione dei dati in Italia link

Giorgio Asquini