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“Lo sguardo dell’altro su Roma”. Il libro

Pubblicato il: 22/07/2014 16:19:02 -


Raccolta d’impressioni, testimonianze, punti di vista e ritratti degli stranieri che vivono a Roma e frequentano il 1° CTP per apprendere la lingua e la cultura italiana (a.s. 2013/14).
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“Cosa pensate di Roma, cosa vi piace e non vi piace di questa città? Qual è stata la vostra prima impressione di Roma?”
Insegno nel 1° CTP Nelson Mandela di Roma, al quartiere Esquilino, e queste sono le domande che in genere rivolgo ai miei studenti migranti per invitarli a parlare e a utilizzare le strutture della lingua che ho proposto loro durante la lezione di italiano L2.
Questa volta, però, le solite domande mi hanno portato molto più lontano e sono state lo spunto per un bellissimo lavoro realizzato assieme al collega dei corsi di fotografia e che si è trasformato in un libro dal titolo “Lo sguardo dell’altro su Roma”.

Il libro è una raccolta di scritti su Roma e di ritratti fotografici con la tecnica del fotomontaggio, prodotto dai 76 studenti migranti dei corsi di lingua italiana L2, provenienti da 33 diversi Paesi del mondo, insieme ai 22 studenti dei corsi di fotografia, in prevalenza italiani, iscritti nel nostro centro.
I testi sono diversi per tipologia e per livello linguistico: si va dai principianti assoluti appena giunti in Italia, a studenti con un’ottima padronanza della lingua.
Questo libro tocca davvero il cuore di noi romani, perché testimonia un grande amore nei confronti della nostra città. Negli scritti emerge uno spaccato di straordinaria umanità sia nell’incompletezza o nell’assolutezza linguistica di chi si accosta per la prima volta a una lingua straniera, sia nell’uso poetico e culturalmente ricco di chi la domina.
L’idea del libro e dei ritratti è nata all’interno del progetto “Lo sguardo dell’altro su Roma” che vedeva la collaborazione del CTP con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Gnam) sul tema del “Grand Tour”.

Come raggiungere gli obiettivi d’italiano L2 inserendoli in un percorso motivante e gratificante?
Insieme al collega di fotografia, abbiamo pensato a un laboratorio integrato di lingua e fotografia, in cui i differenti codici potessero arricchire o anche compensare la comunicazione a tutti i livelli, finalizzandolo alla realizzazione di un’opera collettiva. Sono state fissate poche e ben chiare abilità da acquisire in entrambe le discipline attraverso una metodologia laboratoriale basata sulla leggerezza, la flessibilità, il divertimento… e lo scopo finale motivante, cioè la produzione di questo libro decisamente originale, è stato annunciato subito ai partecipanti.
Le indicazioni fornite agli studenti sono state semplici: ai corsisti d’italiano L2 è stato proposto di scrivere un testo su Roma scegliendone liberamente la tipologia, la lunghezza dello scritto, il registro e il contenuto; ai principianti è stata proposta una scaletta per aiutarli nella struttura con domande e tracce precostituite. Infine, agli studenti di fotografia è stato chiesto di dare corpo con le immagini agli scritti dei loro compagni stranieri.

La produzione scritta è stata copiosa ed è durata diversi mesi. Si scriveva in classe o a casa, si correggeva insieme, si riscriveva, si facevano modifiche al testo, ci si ragionava su, si fornivano le strutture grammaticali richieste perché necessarie alla scrittura, si rileggevano a voce alta i componimenti… Per scrivere era importante imparare l’ortografia, coniugare un verbo al passato o al presente, appropriarsi di tante parole nuove ma concrete, come concrete erano le opere viste e osservate e come stimolante fosse l’opera da realizzare. Nei loro elaborati gli studenti d’italiano L2 dovevano indicare un monumento davanti al quale farsi virtualmente fotografare. Le foto venivano fatte in studio senza sfondo e poi rielaborate dagli studenti di fotografia con i fotomontaggi per ricreare, rivisitandoli, i ritratti che si facevano fare i viaggiatori del Grand Tour e che avevamo osservato nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna.



“Il mio legame con la fontana di Trevi è iniziato in un passato remoto… da quando vivo in Italia ritorno con piacere qui a passare le mie notti da eremita in uno dei posti più belli di Roma e del mondo”.

I corsi di Italiano L2 e di fotografia si tenevano nello stesso edificio e ciò ha aiutato il superamento della classe: gli studenti si mescolavano, andavano e venivano per portare avanti il lavoro, gli orari e le attività si piegavano al bisogno del momento e non seguivano un percorso lineare e cronologico; come docente di lingua proponevo quello che realmente serviva e che mi chiedevano gli allievi più che attenermi a un programma predefinito. Gli studenti giravano per la scuola, all’inizio un po’ disorientati da quest’apparente mancanza di ordine: chi si truccava per venire meglio nella foto, chi si vergognava, chi voleva andare insieme alla fidanzatina,

chi si compiaceva …ma soprattutto tutti dovevano parlare, comunicare, farsi capire, interagire con i compagni di fotografia per spiegare e chiarire in italiano dove essere fotografati e in quale atteggiamento.

Veniva poi il momento di esaminare insieme i fotomontaggi, di scegliere una foto piuttosto che un’altra, di ammirare la creatività e l’ironia con cui “i fotografi” realizzavano, ad esempio, i fotomontaggi del Colosseo, il monumento più gettonato dagli stranieri e quindi sempre da ripensare per

non renderlo ripetitivo.
Questo lavoro è stato arricchito da tante altre attività programmate: laboratori e visite in Galleria, uscite in città per osservare e studiare le caratteristiche artistiche dei monumenti scelti, i filmati, le immagini, le letture e le narrazioni delle opere dei viaggiatori del passato, i racconti della Roma antica, gli incontri con altri docenti ed esperti di varie discipline.
Il vortice di attività ha bandito qualsiasi monotonia e ha creato un clima solidale e collaborativo tra tutti gli studenti, stranieri e italiani, giovani e meno giovani e di differente preparazione scolastica.

Il libro è stato presentato sia in formato cartaceo sia digitale alla mostra allestita alla Gnam il 4 giugno 2014 e hanno collaborato alla sua realizzazione Alfredo Bernacchia docente di fotografia e Rita Prudente, insegnante d’italiano L2.

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Enrica Zabeo

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