Socializzarsi con, nei Social Media. Processi sociali e comunicativi

Nella società della conoscenza, l’incremento delle “performances” degli individui, delle organizzazioni e dei territori non dipende più dalla disponibilità di una specifica base di conoscenza né dalle capacità di accesso all’informazione in quanto tale, bensì dalla reale capacità di creazione, gestione e sviluppo della conoscenza, soprattutto quella tacita.

Nella società moderna e globale la formazione s’imbatte inevitabilmente in una serie di questioni come quella del suo rapporto con il Web. Lo sviluppo di Internet ha cambiato profondamente ogni dimensione della nostra vita pubblica e privata, dal lavoro alle relazioni affettive, dalla comunicazione alla nostra percezione del tempo e dello spazio. Tutto è cambiato, direbbe Drucker, meno che il modo di concepire e realizzare la scuola. Nonostante i rilevanti cambiamenti degli ultimi anni abbiano introdotto un segno di discontinuità nei sistemi educativi (L. 59/97; L. 275/99; L. 341/90; L. 53/2003), avviando un faticoso processo di autonomizzazione di tali sistemi e un ripensamento dell’architettura formativa complessiva, la scuola e l’Università hanno continuato a ignorare in larga parte Internet. La L. 53/03 ha dato molta enfasi all’introduzione dell’insegnamento del computer nella scuola ma il sistema educativo non è chiamato (o, meglio, non è soltanto chiamato) a realizzare un’alfabetizzazione informatica, bensì a socializzare i giovani alla penetrante diffusione degli “old” e “new media”.

Il nuovo attore sociale è rappresentato dalla metafora del “cyborg” che si muove con disinvoltura nella “rete”: qui il tempo è senza tempo, tutto è compresente e le opportunità di sviluppo personale estremizzano i meccanismi di accesso e selezione incardinati nella struttura sociale, creando nuove disuguaglianze. Anche il modo di produrre e gestire la conoscenza è mutato, grazie a uno straordinario sviluppo tecnologico che immette sul mercato strumenti sempre più versatili e capaci di accedere e gestire quantità crescenti e diversificate di informazioni, attraverso una varietà di codici comunicativi (audio, video, scrittura ecc.).

I sistemi di condivisione e comunicazione resi possibili dalla rete si presentano come tecnologie ad alta densità socio-relazionale che richiedono al soggetto abilità competenze più elevate e complesse del passato. Nessun educatore può oggi ignorare le sfide poste dalle nuove tecnologie della comunicazione ai processi di apprendimento.

Le tecnologie, con lo sviluppo di avanzati sistemi di comunicazione e “knowledge sharing”, sono andate più avanti della stessa capacità degli studiosi e degli educatori di farne uso e di riflettere sulle loro implicazioni sociali. Il rischio è quello di investire in tecnologie sempre più potenti a scapito delle persone che le devono utilizzare, scaricando sulla dimensione tecnologica aspettative e responsabilità che attengono invece alla sfera politico-decisionale e/o metodologica. Né la tecnologia né i provvedimenti di legge possono, da soli, avviare processi di cambiamento e miglioramento, perché tali processi sono frutto di complesse e articolate dinamiche sociali dove si confrontano diversi interessi e razionalità, differenti valori e visioni del mondo.

Questo pare particolarmente vero per i sistemi educativi, dove la componente organizzativa si rivela articolata e dispersa e l’azione individuale dei molti attori che compongono il variegato “education system” appare quanto mai determinante. La formazione di un soggetto post-moderno, capace di muoversi con consapevolezza nel mondo globale, non può prescindere dalla capacità dei nuovi sistemi educativi di confrontarsi con il Web, con le potenzialità e i rischi a esso connessi, con la nuova economia della conoscenza e la velocità di diffusione dell’informazione che stabilisce un continuum inscindibile tra l’agire e la sua rappresentazione sociale.

In questo gioco di relazioni che si dipana tra reale e virtuale, è necessario immaginare un rinnovato percorso di inclusione/socializzazione che abiliti il soggetto a un uso consapevole e critico di tali strumenti. Ciò richiede una politica incrementale di sostegno alla traduzione in pratica dell’innovazione tecnologica, in special modo all’interno dei sistemi educativi, considerando che la rete si costituisce come primo vettore di accesso all’informazione e alle opportunità di sviluppo per soggetti, organizzazioni e territori.

PER APPROFONDIRE:



Intervista all’autrice (Giornale radio Rai, maggio 2012)

Percorso di riflessione del testo (sintesi per PowerPoint)

Stefania Capogna