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Scrivere in contesti autentici (anche nei bagni!)

Pubblicato il: 10/06/2011 19:25:01 -


Come insegnare ai ragazzi il rispetto degli spazi pubblici e dei bagni della scuola? Come insegnare loro l’uso appropriato di comandi e divieti, secondo le precise caratteristiche linguistiche di questi generi testuali? Forse la risposta può essere la stessa... Il racconto di un’esperienza nella primaria e la presentazione multimediale in calce all’articolo.
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Durante lo svolgimento del percorso su “Comandi e divieti” (Piscitelli, 2007), previsto dalla sperimentazione dei curricoli verticali di Italiano nelle classi quarte della Scuola Primaria “G. Dupré” di Siena, noi insegnanti ci siamo imbattute in un problema banale e urgente a un tempo: il comportamento scorretto degli alunni nei bagni della scuola. Visto che il percorso in questione richiedeva l’analisi dei testi regolativi/informativi, nonché la riflessione sul messaggio veicolato in relazione ai comportamenti, abbiamo ritenuto opportuno cogliere la valenza educativo/didattica che questo problema ci offriva. Abbiamo così coinvolto i ragazzi nella ricerca di una possibile soluzione, che, alla fine, si è concretizzata nell’elaborazione di cartelli con regole di comportamento, da appendere nei bagni.

Il problema educativo ci ha condotto direttamente verso un problema di ordine linguistico: le scelte comunicative da adottare. Tali scelte hanno portato gli alunni a riflettere sulle caratteristiche linguistico/testuali dei micro-testi ideati, rilevandone subito l’affinità con la pubblicità della carta stampata, cosa della quale hanno avuto conferma attraverso una ricerca mirata nelle riviste, dopo aver lavorato sulla struttura grafico/comunicativa della pagina pubblicitaria. È stato facile rilevare che lo scopo di questo tipo di comunicazione è persuadere-convincere il destinatario del messaggio, che è sempre personalizzato.

Il confronto di messaggi autentici, raccolti dagli alunni nei bagni pubblici, con i loro messaggi ha subito evidenziato interessanti differenze, sia da un punto di vista comunicativo/testuale che delle forme grammaticali utilizzate. Un lavoro di trasformazione dei messaggi dei cartelli in veri comandi/divieti ha fatto emergere anche la funzione determinante della punteggiatura e ha immediatamente messo in risalto lo scopo dei cartelli autentici: regolare i comportamenti in forma impersonale e con tono imperativo.

L’attenzione si è poi spostata sulla funzione delle immagini realizzate nei cartelli degli alunni, anche in relazione ai rari simboli reperiti nei cartelli autentici. Mentre la funzione dei simboli appariva quella di rendere il messaggio comprensibile a tutti, ripetendo il concetto espresso dalle parole, i disegni dei cartelli degli alunni erano veri e propri argomenti a sostegno del messaggio, tanto che è stato possibile trasformarli tutti in brevi testi argomentativi, nei quali sono state individuate le congiunzioni, parole-gancio indispensabili all’articolarsi coerente del testo.

Tra i cartelli autentici, si distinguevano dagli altri alcuni micro-testi informativi, formati da pochissime parole, generalmente nomi e aggettivi (bagno guasto-acqua non potabile…); frasi scorciate (nominali) che restituivano, in quel contesto, un messaggio breve, ma chiaro e perfettamente comprensibile.

La ricerca di cartelli autentici è poi continuata in lingua inglese, con l’aiuto della nostra lettrice di madrelingua di origine statunitense. Abbiamo scoperto che, fatta eccezione per il divieto di fumare, i messaggi, espressi tutti con brevissime frasi ellittiche, hanno l’evidente scopo di facilitare l’uso dei servizi igienici (out of service-free-push-pull-caution wet floor…). Alcuni comandi non hanno proprio motivo di esistere, perché certe azioni che qui si richiedono perentoriamente all’utente, lì sono automatizzate. La lettrice ha poi sottolineato che regole corrette di comportamento vengono efficacemente impartite ai bambini dai loro genitori, in forma orale.

I cartelli, plastificati e dislocati nei bagni secondo un ordine stabilito in base al messaggio espresso, hanno indotto i ragazzi a riflettere sul problema e a cambiare in positivo i loro comportamenti, dell’andamento dei quali, peraltro, gli alunni delle quarte si sono costantemente informati.

Avvicinarsi al problema quotidiano e non lasciarlo cadere nella banalità e nell’inefficacia dei rimproveri quotidiani, ha consentito agli alunni: un lavoro articolato e approfondito sulla lingua nel rispetto degli obiettivi previsti, una riflessione autentica sul valore del rispetto delle regole, nonché l’attivazione di strategie capaci di incidere realmente e positivamente sui comportamenti.

Per approfondire:
• Scarica la presentazione multimediale dell’esperienza

Francesca Fattorini

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