Il “maestro” Luigi Berlinguer

Il 21 febbraio u.s., Luigi Berlinguer è stato insignito della laurea honoris causa in Didattica della musica in uno dei templi della musica italiana, il Conservatorio Santa Cecilia di Roma.

Ho avuto l’onore di esprimere la laudatio, come docente più anziana del Dipartimento di Didattica della Musica e dello Strumento, e sono lieta di chiarire prima di tutto a me stessa, in questa sede, quel che sul momento l’emozione mi ha impedito di dire.

La verità è infatti che, pur sforzandomi, non riesco a pensare a un esponente del mondo intellettuale e politico italiano che abbia fatto tanto a favore della musica come Luigi Berlinguer. Per di più, con tanta ostinata perseveranza, che, in vent’anni, ha dato dei frutti: è ancora vero che gutta cavat lapidem!

Nel 1999, quando il Professore era ministro, ha voluto mettere a ordinamento le scuole medie a indirizzo musicale, che venivano da una sperimentazione ultra-ventennale e che, da allora, si sono diffuse a macchia d’olio su tutto il territorio italiano, consentendo a moltissimi ragazzi e ragazze del nostro paese di studiare e suonare – da soli e in ensemble – uno strumento musicale.

Sempre nel ’99, con il Progetto Speciale Musica, sul quale riusci a versare un finanziamento all’epoca straordinario, Berlinguer inaugurò la stagione dei laboratori musicali scolastici di rete, oggetto di due successive ricerche valutative Invalsi (Valutazione dei Laboratori Musicali nel Sistema Scolastico: VALMUSS 1, Valutazione dell’innovazione e VALMUSS 2, Continuità e qualità) e ai quali va il merito di aver in qualche modo “istituzionalizzato” l’idea che nella scuola ci debba essere uno spazio attrezzato non solo per ascoltare la musica, ma anche per produrla e registrarla.

Nel 2006, non più ministro e a riposo dalla docenza, ma sempre sul piede di guerra e deciso a dedicare ancora più energie ai punti deboli della scuola italiana, Berlinguer ha riunito esperti, ricercatori, artisti e studiosi in due Comitati nazionali: uno per l’Apprendimento Pratico della Musica, l’altro per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica. All’epoca era ministro Fioroni, ma i due Comitati esistono ancora ed hanno attraversato – in 13 anni –  una varietà di legislature. Il Comitato per l’apprendimento pratico della musica -pur privo di finanziamenti specifici- si è alleato con le istituzioni più diverse per riuscire a organizzare e promuovere convegni nazionali e internazionali, centinai di corsi di formazione per insegnanti, e anche eventi simbolici e mediatici in vista dei quali mobilitare e preparare plotoni di bambini e di insegnanti, come il Te Deum di Berlioz con la direzione di Claudio Abbado, nel 2008 a Bologna, in collaborazione col CEMAT, o la Piazzaincantata a Napoli, piazza Plebiscito, nel 2016, in collaborazione con Rai Edu. In questo pullulare di iniziative, che hanno coinvolto modesti saloni scolastici ma anche grandi teatri, i centri sociali di Scampia, ma anche la Rai e la trasmissione di Piero Angela, mi piace poter pensare che veramente Berlinguer sia riuscito a smuovere qualche dentello di un ingranaggio mastodontico. Anche a livello normativo, almeno due decisioni -il dm 8/2011, per l’introduzione di corsi di musica pratica con docenti specializzati nella scuola primaria, e il dl 60/2017, per la diffusione delle arti e della cultura umanistica, sono una traccia importante lasciata dalle iniziative  del Comitato e del suo Presidente che, praticamente senza mezzi, ma con la tenacia di un bambino cocciuto, ha marciato con decisione verso l’idea che la scuola, la società tutta, non possano fare a meno della musica pratica, perchè suonare e cantare significa, al tempo stesso, impegnarsi e lavorare sodo, ma anche provare piacere e divertirsi. Lavoro e gioia: due qualità che, in verità, dalla prima riunione del Comitato, tanti anni, fa, ho visto e ascoltato costantemente negli occhi e nelle parole di Luigi Berlinguer, Certo, con i tempi che corrono, e con gli eventi che sono occorsi in tutti questi anni, ce n’è voluta di ostinazione… Giusto l’ostinazione e la fiducia di un bambino. Ed è proprio con questa dichiarazione -“Voglio tornare bambino”- che Luigi Berlinguer ha chiuso la lectio magistralis con cui ha accolto la laurea honoris causa conferitagli dal direttore del Conservatorio Santa Cecilia, M^ Roberto Giuliani,  inondato da un fiume di giovanissimi orchestrali che, ad un certo punto, lo hanno travolto sul palco con i loro strumenti per iniziare il concerto che avevano preparato. Tra di loro, i due migliori laureati di questo anno accademico, Gregorio Maria Paone al clarinetto e Francesco Marini al violoncello. Sul palco della Sala accademica di un’istituzione mitica, un’ondata di bellezza e di gioia, di lavoro bello e di gioia,  per premiare e incoraggiare la tenacia e la fiducia dell’anziano bambino. In platea, un tripudio di applausi calorosi da parte del numerosissimo pubblico presente: Bravo Maestro! E grazie