Don Milani a cento anni dalla nascita

Don Milani,  a cento anni dalla nascita e a 55 dalla morte, rimane un grande punto di riferimento per  coloro che sono impegnati nella scuola, nel sociale, nella Chiesa. Il centenario non deve essere una commemorazione ma una riscoperta e una attualizzazione dei suoi insegnamenti.

La scuola, come la società, dal 1967 quando don Milani  è morto, è profondamente cambiata, alcune marginalità sono state superate,  ma le disuguaglianze restano ancora oggi  profonde.

Il 27  maggio  2023, a Barbiana sono commemorati  i 100 anni dalla sua  nascita,  alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E’ un   riconoscimento all’operato dell’educatore don Milani e a quanto fosse sbagliata quella sentenza che nel 1967 lo condannò per apologia di reato, per aver insegnato che la virtù è la responsabilità e  non l’obbedienza e che ci sono leggi buone perchè giuste e leggi ingiuste.

Alcuni insegnamenti

Chi  conosce don Milani, sa che la cosa più importante per commemorarlo  è quello di  attualizzarne gli insegnamenti con  impegno personale a realizzarli, perché come usava ripetere: non serve avere le mani pulite se poi  le mani si tengono in tasca.

Ci ha insegnato che la scuola non può essere un ospedale che cura i sani e respinge malati… che la scuola è l’arte delicata di condurre i ragazzi sul filo del rasoio, da un lato formare in loro il senso della legalità, dall’altro la volontà di legge migliori, cioè il senso politico… che non c’è nulla che sia più ingiusto quanto fare  parti uguali tra disuguali …, che la povertà non si misura   solo a casa, pane e caldo, ma  sul grado di  cultura e sulla funzione sociale.

Tutte le proposte del Priore di Barbiana sono rivolte a una scuola inclusiva,  ( allora significava che nella scuola dell’obbligo cinque ragazzi  su dieci,  se figli di operai, erano bocciati e, sette su dieci, se erano contadini). La  realtà è cambiata, anche i figli degli operai arrivano all’università, ma  il problema inclusione e  pari opportunità del  diritto allo studio rimangono  problemi  gravi, così come  resta  valida la sua  proposta  di  una scuola a tempo pieno

Ancora oggi nel sistema scolastico,  il diritto allo studio è riservato a pochi, molti sono coloro  che si fermano o si perdono per strada. La dispersione e l’abbandono  sono tornati ad essere un problema grave, che colpisce i figli delle famiglie  più povere e i  figli degli immigrati.

Inaccettabile è la “discriminazione territoriale”  sulla scuola a tempo pieno  che vede  una  partecipazione di due ragazzi su tre al nord,   uno su due al centro e solo uno su sei nel Mezzogiorno e nelle isole

Queste   “marginalità” territoriali e sociali  richiedono  risposte urgenti e spero che i dibattiti su Don Milani  diano un contributo a sensibilizzare governo e opposizione.

Come uscirne insieme : tra politica e esperienze personali

Don Milani in Lettera a una Professoressa  sulla crisi della scuola, richiama anche le responsabilità degli insegnanti, in forme provocatorie, che fecero  molto discutere:  Io vi pagherei a cottimo, anzi no! Multa per ogni ragazzo che non impara una materia,  così vi svegliereste la notte a pensare al metodo  migliore per recuperare  i ragazzi difficili e, se qualcuno non torna a scuola, andreste a cercarlo a casa.

Don Milani chiedeva Come bisogna essere per fare la buona scuola”?,   e affermava che  la buona scuola non è solo un problema di metodo, o di programmi,  per avere risultati  conta molto  la disponibilità  e  l’impegno dei singoli insegnanti e  l’impronta che dà alla scuola un bravo dirigente scolastico.

Nel 2017 dopo la visita  di Papa Francesco a Barbiana, ho dedicato il mio tempo a scrivere Il libro La Repubblica di Barbiana la mia esperienza alla scuola di don Milani, e ciò mi ha portato in numerose scuole per parlare di lui.

L’aspetto che più mi ha colpito quando si entra in una scuola, è l’esistenza di  enormi differenze di “clima “: in alcune scuole si coglie una atmosfera positiva, in altre un senso di degrado.   Penso che in molte scuole sia necessario un salto di qualità nel  servizio,  reso ai ragazzi, alle famiglie, alla comunità . In un territorio con ragazzi dalle stesse caratteristiche  e  con insegnanti con   le  stesse regole ministeriali,  si riscontrano risultati molto diversi. Occorre  chiedersi il perché e come porvi rimedio.

A mio avviso, occorre  “premiare” gli insegnanti che si aggiornano, che si impegnano nella didattica e nell’educazione dei ragazzi, (anche oltre gli orari  richiesti). Sono queste  le persone che contribuiscono a creare quel “clima”   di   scuola “che funziona”.

Ho fatto il sindacalista per 25 anni, nel settore industriale, so  quanto sia importante per migliorare un risultato,  superare  dinamiche salariali  legate solo  all’anzianità. che non incentivano né la  professionalità, né l’impegno, né la  responsabilità. Premiano il  “quieto insegnare”, con la conseguenza di un appiattimento a livello più basso del servizio reso. Mal si conciliano con la buona gestione della scuola anche certi “diritti” individuali come il trasferimento di sede nel corso dell’anno scolastico. Don Milani insegnava che  anche un diritto può diventare un privilegio e ricordava  che nessuna riforma se stesso e che  ogni seria riforma troverà ostacoli e resistenze, ma non per questo dobbiamo desistere.

Il  Ministro dell’Istruzione e  del Merito

Nel sostituire “Pubblica Istruzione ” con  “Ministero dell’ Istruzione e del merito” si è voluto mandare un messaggio?

Don Milani ci  ricorda  che non c’è nulla che sia ingiusto quanto fare  parti uguali tra diseguali e, l’articolo 3 della Costituzione, con parole diverse, afferma lo stesso principio: è compito della Repubblica  rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano l’eguaglianza  fra i ragazzi..

Aver sostituito la parola “Pubblica” con “Merito”  potrebbe intendere la ricerca di una scuola più rigorosa e qualitativamente migliore.  Se invece significa  “annacquare” l’articolo 3 della Costituzione, là dove  impegna  lo Stato   a rimuovere gli ostacoli che sono causa delle disuguaglianze,   allora significherebbe   tornare al passato,  ad  una istruzione  selettiva e d’élite. Non sarebbe più una “scuola pubblica della Costituzione” sulla quale pure  il Ministro ha giurato.

L’educatore don Milani era talmente  rigoroso   che a Barbiana la scuola era 365 giorni l’anno, 12 ore al giorno e il perdere tempo era considerato un peccato come una bestemmia e, a chi perdeva tempo, l’epiteto più benevolo rivolto era : sei un pecorone

Scuola lavoro

Vi sono anche altre criticità, che necessitano di essere affrontate come il tema  scuola  lavoro, una scelta che ritengo positiva ma  che necessita di essere gestita meglio. Nelle scuole ad indirizzo tecnico  si deve salvaguardare la cultura generale, oggi necessaria anche  nei colloqui di lavoro. Deve essere ampliato l’utilizzo delle 150 ore previste  dai contratti per le   nuove povertà professionali e formative. Si devono abbattere i costi per i libri di testo  utilizzando anche con le nuove tecnologie.. .

I CARE

Nelle celebrazioni per il Centenario  si ripete l’espressione  I CARE.  La Presidente dell’Unione Europea Von der Leyen ha indicato l’I CARE di don Milani come il motto sulla “Responsabilità” per un nuovo Rinascimento Europeo.

Penso che l’I CARE  vada   rivolto soprattutto ai giovani. Quando don Lorenzo incontrava dei giovani  in visita a Barbiana, usava  un’espressione forte: “I bianchi non fanno le leggi per i neri”, per dire che per uscire da una situazione di povertà, di emarginazione, di sfruttamento, di disuguaglianza, occorre in primo luogo prenderne  coscienza e rimboccarsi le maniche… perché questa  va unita all’altra affermazione secondo cui … dobbiamo essere noi a cambiare il sistema e non aspettare che sia il sistema a cambiare noi .

Questo per richiamare i giovani all’impegno personale, a rischiare e lottare per affermare la propria dignità  di studente, di  lavoratore,  di cittadino … Per don Milani  la dignità è una conquista, non il frutto di un regalo o di una concessione.

La nostra società  ha scaricato sui giovani molte disuguaglianze, un lavoro sempre più precario  e un debito pubblico sempre più pesante..

Ricordava  ad una classe  di studenti venuta a Barbiana, che  le cose futili arrivano da sole, ma quelle belle e importanti occorre imporsele con la volontà.

Quest’anno per il Centenario   rileggiamo   gli scritti di Barbiana,  e chiediamoci come insegnanti,  come studenti, come genitori cosa possiamo fare  in più,  rispetto al passato, per uscirne tutti  insieme. Insieme per diritto allo studio e per una scuola inclusiva; insieme   per un   diritto al lavoro  che non sia  fatto di precari e per un welfare che tuteli  i più deboli.

Conclusioni: due citazioni e un invito

Nazareno Fabretti[1] così riassume  “La lezione di Don Milani: ” Nell’impegno per il prossimo non chiedere garanzie di riuscita. Aggredire la realtà per trasformarla, spendere la vita, coinvolgere la coscienza, rimetterci il prestigio e la carriera, i quattrini e l’onore, ma senza esigere la garanzia della riuscita.  Avere la speranza non l’illusione.”

Come diceva di Lettera a una professoressa, Pasolini[2]:  devo dire tutto il bene possibile, non mi è mai capitato di essere così entusiasta, d’essere obbligato a dire agli altri: leggetelo. è un libro che riguarda la scuola, ma nella realtà riguarda tutta la società italiana .

Il 27 maggio 2023 è giorno del centenario della nascita,  nel corso dell’anno sono  numerose    le iniziative di dibattito e studio su don Milani. Il mio invito agli insegnanti è  far conoscere gli scritti di Barbiana ai propri studenti. a partire dalle tre lettere: ai Cappellani, ai Giudici, alla Professoressa

 

[1] Nazareno Fabbretti (Iano1º gennaio 1920 – Salice Terme25 ottobre 1997) è stato un giornalistapresbitero e francescano italiano, membro dell’Ordine dei Frati Minori.

Insieme a figure come don Primo Mazzolaridon Milanipadre Davide Turoldo e padre Ernesto Balducci può essere considerato un precursore del Concilio Vaticano II[1]

 

[2]  documentario “Don Lorenzo Milani e la sua scuola”,   in Viaggio nella lingua italiana—Scrittori non si nasce , a cura di Tullio De Mauro, Giorgio Pecorini, Brunella Toscani, EMI, 1979.

 

Paolo Landi Ex allievo di Barbiana. Autore La Repubblica di Barbiana . Incontrare don Milani progetto didattico su l’uomo l’educatore il profeta.