ClanDESTINI (quarantunesima puntata)

Cola trafficò a lungo con la radio di bordo, mentre la tempesta urlava dal mare e l’apparecchio sembrava rispondere con il verso sgraziato dei gabbiani. Poi riuscì a sintonizzarsi su una rete locale.

“Ho preso RadioIsolanostra, magari non dicono niente, è per i civili, però vediamo…ora fanno musica rock.”

“Alza il volume.”

La musica fu interrotta. Un giornalista con accento palermitano lesse una notizia che li fece sobbalzare.

“Interrompiamo la canzone dei Ghouls ’n Ghosts perché ci sono brutte notizie. Ancora e ancora tragedie di immigrati. Nello stretto di Sicilia, avvistati 8 barconi. In arrivo forse un migliaio di migranti.”

La Guardia di Finanza ha avvistato le imbarcazioni al largo, mentre li sta per ghermire una terribile burrasca. Un’altra dopo quella di qualche giorno fa!

Nello stretto di Sicilia, fuori rotta rispetto alla direzione delle coste dell’isola di Lampedusa, un aereo della Guardia di Finanza ha potuto localizzare gli otto barconi con un numero imprecisato di migranti clandestini. L’aereo si è levato in volo dopo che ieri notte un’imbarcazione partita dalla Libia con a bordo oltre 200 persone aveva lanciato un Sos con un telefono satellitare: «Stiamo affondando».

Dei testimoni hanno riferito che in un’altra imbarcazione, partita dal porto di Zarzis, sulle coste meridionali della Tunisia, vi sarebbero almeno 150 persone.

I dannati della terra provenienti dalla Libia e dalla Tunisia ormai non possono essere raggiunti tempestivamente, prima della prevista burrasca dalle motovedette della stessa Guardia di Finanza.”

Cola, impallidito, si girò verso il comandante “Devono essere da queste parti! Otto barconi! Mille clandestini!”

“Ma no, non sono qui, saranno più verso la Tunisia…”

“Gli aerei non gli puoi dare fiducia… Qui siamo già a forza sei, second’a mia.”

Mister Clumper si afferrò al tavolo della cabina di comando, guardò il suo secondo e gli fece cenno con la mano “Vai sul ponte e incoraggia i marinai, poi guarda se le casse sono ben assicurate.”

Cola assentì. “Magari nessuno incontriamo!”
In breve si scatenò l’inferno, onde alte almeno cinque metri spazzavano la tolda e lo scafo si lamentava con gemiti cupi, un muro d’acqua impediva di vedere oltre.

“Legatevi… o finiremo cibo per i pesci….anche noi!”

Mister Clumper si stava incastrando dietro una tubatura per mantenere la possibilità di movimento. “Vento forte e insostenibile,” urlò “piogge torrenziali” guardò fuori dell’oblò “tuoni e fulmini, ora so che cos’è una tempesta!”

“Guardate là un lampo che si è scaricato nell’acqua, e guardate il vapore” Cola si avvicinò traballando. “Una volta son stato capace di far naufragio senza tempesta in un mare dove si toccava il fondo con i piedi…”

Il comandante stava rispondendo quando l’allarme della vedetta li gelò. “Imbarcazioni in vista. Sembrano cinque o sei, e non sono certo motovedette della Finanza!”

In quel momento attorno ai pescherecci c’erano onde terrificanti e infinite masse d’acqua nere, con inquietanti creste bianche, avevano circondato la loro barca e sbattevano forte su tutta la sua superficie.

“Vedo anch’io dei puntini neri all’orizzonte!” disse l’uomo mascherato agitando un cannocchiale.

Cola si mise le mani nei capelli brizzolati. “Mariaaa! Sono morti!” “Non possiamo interrompere il viaggio per salvarli!? E poi carichi come siamo è già un casino per noi… potremmo anche non farcela…”

Mister Clumper gli fece un cenno. “Noi ce la facciamo quasi sicuro. Loro invece stanno davvero per morire.”

Entrò nella cabina la vedetta. “Sono le solite barcacce di questi poverazzi e la tempesta adesso è da scanto. Una tempesta omerica!”

Si mise a gambe larghe nel centro della cabina, guardò il suo pubblico improvvisato e recitò a gran voce:

“Tacque; e, dato di piglio al gran tridente,
Le nubi radunò, sconvolse l’acque,
Tutte incitò di tutti i venti l’ire,
E la terra di nuvoli coverse;
Coverse il mar: notte di ciel giù scese.… ”

“Sei impazzito?” chiese il comandante preoccupato.

“No, è l’ Odissea, il Libro quinto, lo so a memoria questo pezzo, me l’ha insegnato mio padre, e questo, minchia, è proprio il momento di dirlo! Se non ora quando?”

Cola lo guardò benevolo barcollando verso di lui “E’ un poeta,” spiegò “fa gare di poesia a dispetto, in dialetto e in italiano… ma ancora recita un’altra poesia funebre e quelli vanno a fondo… davanti ai nostri occhi, li vedremo schiattare !”

“Come la mattanza dei pescispada sarà…” assentì la vedetta “ma senza sangue…basta che aspettiamo e se ne vanno a fondo. Aspettiamo?”

“Gli altri cinque pescherecci” disse Cola “sono in attesa di ordini altrimenti si allontanano, passandogli di lato senza fermarsi.”

Mister Clumper agitò il cannocchiale “Quegli scafi sgangherati sono pieni solo di carico umano, di disperazione e ora di improvvisa, delusa, speranza di salvezza.”

“Ma gli altri hanno ragione… come noi sono stipati fino all’inverosimile, non solo il carico di bidoni di rifiuti tossici, ma anche le armi!” La vedetta venne gettata per terra e quando tentò di rialzarsi un’ondata fortissima lo spinse in un localetto situato a prua della nave, sullo stesso piano della coperta. Appena entrato, la porta si chiuse.

***

Hansen dal peschereccio che lo aveva preso a bordo, stava valutando la situazione sopravvenuta. Aveva notato che il peschereccio di testa, quello dove si trovavano Cola e Clumper si era fermato, quasi fosse in balia della tempesta.

Raggiunse barcollando la cabina radio e intimò al marinaio “Mettimi in contatto con la radio del comandante”

“Se ci riesco…”

Sull’altro peschereccio Cola e il comandante si guardavano negli occhi senza parlare.

La vedetta era uscita fuori dal localetto ed era rimasta a scrutarli impaurita.

Il primo a parlare fu Cola.

“Comandante, ci passa in testa quello che penso magari io?”

Mister Clumper assentì. “Abbiamo un po’ di tempo prima che il mare diventi un vero inferno. Ce ne possiamo andare, oppure….sì lo penso anche io… Ce la possiamo anche fare se accettiamo il rischio…”

“Il rischio? E don Gerlando?” domandò la vedetta. “Qui il rischio è che poi ci ammazza lui, se usciamo vivi dalla burrasca e torniamo a Montelusa!!”

In quell’istante tra i rumori della radio emerse una voce umana.

“Sono Hansen, comandante, mi sente? Mi risponda presto… mi sente?”

“La sento colonnello, com’è la situazione sul suo peschereccio?”

“Nonostante le avversità. Direi che possiamo farcela…”

“Avversità?” lo interruppe Mister Clumper “una tempesta di inaudita violenza e un migliaio di vite che stanno per inabissarsi, lei me le chiama avversità?”

“Comandante non dimentichi che i suoi ordini, come anche i miei, vengono dal Generale!”

La radio sembrò spegnersi.

“Pronto, pronto” continuava a urlare Hansen.

Poi tirò fuori dal giaccone un telefono satellitare e compose un numero.

Una voce affaticata ma perentoria gli rispose “Colonnello, la sua iniziativa di salire su un peschereccio per seguire il carico doveva essere preventivamente concordata con me.”

“Non c’è stato tempo, Generale, come certamente le avrà riferito Salvatore. Ma ora, mi permetta, il viaggio del carico di armi corre un serio pericolo,”

“Lo so, una tempesta si è abbattuta sul tratto di mare dove vi trovate, ma dovreste uscirne per fine giornata, si tratta di tener duro…”

“Non parlavo della tempesta” lo interruppe Hansen “si tratta di barconi fatiscenti con clandestini a bordo a cui Mister Clumper, se non ho male intuito, vorrebbe fornire soccorso. Va da sé che una tal decisione nelle attuali circostanze annienterebbe tutta la nostra operazione.

Il Generale tacque per qualche istante “Dunque lei con il carico d’armi a bordo proseguirà il suo viaggio?”

“Certamente! Secondo i suoi ordini…”

Il Generale restò ancora in silenzio “Almeno un carico possiamo quindi assicurarlo” sembrava che riflettesse a voce alta “proceda pure, ora mi occuperò di Clumper e degli altri cinque pescherecci.”

La comunicazione fu interrotta bruscamente.

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IL CALENDARIO 2012
Di Lidia Maria Giannini, studentessa. Dono per tutti i lettori e le lettrici di Education 2.0.

L’intervista agli autori, Il giallo d’appendice


La video presentazione di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, Un giallo prezioso: ClanDESTINI


Calcerano e Fiori: il viaggio di Didier, un video riassunto che svela scenari inediti sulla storia di Clandestini

È in libreria “Teoria e pratica del giallo“, la nuova fatica di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori per le stampe di Edizioni Conoscenza.

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Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, narratori e saggisti, vivono e lavorano a Roma. Hanno scritto insieme numerosi romanzi polizieschi. Per ulteriori informazioni si possono consultare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calcerano

http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fiori_(narratore)

http://www.luigicalcerano.com

http://www.giuseppefiori.com


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2011 – “Battere il ferro finché è caldo”, di Luigi Calcerano
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2011 – “La spia di Tel Aviv”, di Luigi Calcerano
2011 – “Un fantasma detective”, di Luigi Calcerano
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2012 – “Meminisse Iuvabit – Sarà bene ricordare”, di Luigi Calcerano
2012 – “Solo un’altra vita”, di Luigi Calcerano
2012 – “Come ti racconto il doping”, di Luigi Calcerano
2012 – “Il breve addio”, di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori
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Calcerano e Fiori