ClanDESTINI (cinquantunesima puntata)

“L’ho chiamato Z1a-Nun.”

“Perché?” volle sapere Kamal.

“Perché se c’è una cosa che ci unisce, è che siamo tutti e tre innamorati di quella suora” Totuccio alzò le spalle “Almeno credo.”

“Anche Didier?” s’informò Kamal senza negare per sé l’appartenenza al club degli innamorati impossibili.

Totuccio aveva la sua macchina portatile per la chemio – il biberon, lo chiamava – e la sistemò meglio sotto il giubbetto. Per godersi la passeggiata nel giardino dell’Ospedale, l’aveva messa dentro un marsupio che gli faceva soltanto un sacco di pancia, come diceva lui.

Annuì “Me l’ha confessato lui, dopo aver visto il suo coraggio quando le ha strappato via la freccia.”

“E che vuol dire Zeta uno a? Nun sta per suora, immagino.”

“Nun-z1a. Non l’ha chiamata così l’Uomo Mascherato?”

“Nunzia sì…ora lo vedo ZIANun, Nunzia, complimenti, mi spiace solo di non poterlo spiegare a suor Annunciazione.”

“Una app che serve per corteggiare nell’anonimato? Può essere un’idea… ci penserò mentre faccio la chemio!”

Kamal assentì, gli seccava sempre quando Totuccio faceva cenno anche indiretto alla sua malattia. “Vedi di non fartela rubare.”

“Non ti fidi di nessuno, ti fidi almeno di tua madre?”

“E tu ti fidavi di tuo padre?”

Totuccio accusò il colpo e non replicò. “

Mia madre mi ha tradito, come ha tradito tutta la comunità del villaggio. E per fortuna nel Saharawi, non siamo bigotti con la legge islamica… sennò a fare l’amore con mio padre, figurati, un bianco che poi è scomparso… finiva lapidata.”

“E tuo padre ti ha tradito pure?” chiese Totuccio.

“Non era un mafioso come il tuo ma ha abbandonato me e mia madre, perché aveva una missione da compiere e stronzate del genere. Trovano sempre un motivo, magari devono salvare il mondo! Ma è finita che è scappato via dopo averla messa incinta.”

“Quando deve andar male… conosco gente che ha dovuto aspettare anni per concepire.” Totuccio alzò le spalle per liquidare le beffe del destino. “Potremmo dire che con Z1a-Nun, la persona corteggiata viene a conoscenza dell’identità di chi usa l’app solo se anche lei avrà inviato al suo corteggiatore il suo ‘Mi piace’. È semplice e con uno scopo preciso… Ne ho parlato con Linda e mi ha portato da Natis… Non sono, non siamo ancora abbastanza bravi per ottenere qualcosa che possa avere un risultato commerciale.”

“Si aprirà un grande mercato” sorrise Kamal “quando le suore potranno finalmente sposarsi… magari con i preti!”

I due ragazzini risero contenti.

Poi Kamal gli chiese “Mi sembra un’idea che aiuta a contrastare una delusione amorosa? Io almeno la vedo così.”

“È successo anche a me. La delusione amorosa, dico. Mi piaceva, le lontananze le facevo ma forse non era vero amore. Comunque non le ho detto niente, considerate anche le mie condizioni di salute… e lei si è messa con uno più grave di me, che adesso è vivo per miracolo ma è vivo e lo portano in giro nei convegni per farlo vedere.”

Kamal sorrise “Sai? Dobbiamo noi tutti diventare sviluppatori, adesso, e ci dobbiamo riuscire in poco tempo… prima che mi caccino dall’Italia.”

“Malati e clandestini sì, ma mica siamo scemi. Ci metteremmo anche meno se Didier fosse qui con noi!” Totuccio ne era certo “Ne hai saputo più niente?”

“No, ma credo di sapere dove si trova ora.”

Kamal raccontò a Totuccio della cartina geografica che avevano trovato nella Panda di Natis: c’era tracciata una linea che andava a morire in direzione del Canale di Suez, dove finiva la carta. Poi si ficcò una mano in tasca e tirò fuori un foglietto. “

La carta se l’è presa Didier, ma io mi sono segnato i numeri che c’erano scritti sopra. Eccoli: 02 01 N045 20E.”

“È un codice segreto” esclamò Totuccio “dobbiamo sapere che significa, decrittarlo!”

“Secondo me è molto più semplice: sono le coordinate geografiche di un posto lungo la costa somala.” Kamal s’interruppe per aiutare Totuccio a sistemarsi su una panchina del giardino “Con tutto il trambusto che c’è stato in questi ultimi giorni abbiamo fatto appena a tempo ad accennare a Linda la questione.”

“E che ha detto?”

“Che anche secondo lei potevano essere coordinate geografiche, ma poi quando si è trattato di cercare il posto che quei numeri indicavano ha voluto sapere dove avevamo trovato la cartina.”

“E voi le avete detto che l’avevate presa a Natis.” aggiunse Totuccio.

“Se è per questo gli avevamo rubato anche la Panda… così lei se l’è cavata dicendo ‘Allora chiedetelo a lui cosa indicano quelle coordinate, la carta è sua e dovete restituirgliela subito’. Naturalmente noi non l’abbiamo fatto.”

“Perché?”

In quel momento suor Annunciazione comparve dietro il cancello del giardino.

“Diciamolo a lei” propose Totuccio “se questi numeri indicano un posto in Africa, può essere lo stesso posto dove in questo momento si trova Didier.”

Totuccio agitò un braccio in direzione della suora. “Z1a-Nun”, chiamò a squarciagola. Suor Annunciazione si affrettò verso di loro con un sorriso sulle labbra che la faceva molto bella.

L’innamorata di Totuccio, Kamal e Didier era ancora convalescente per la ferita di freccia che le aveva procurato il fu Killer Bianco.

“Allora come stanno i miei chirurghi? Mi sembra ancora un incubo quello che m’è successo!”

Si sedette con loro su una panchina, era ancora molto pallida.

Totuccio le fece vedere i numeri misteriosi “Se questi numeri indicano una posizione geografica, e addirittura un posto in Africa, può essere lo stesso posto dove in questo momento si trova Didier.”

“Didier”, disse lei, “ma avete mai lavorato con quelle cose che si chiamano app?”

“Stiamo addirittura provando a farne una… nome provvisorio Zeta uno a…”

“Ha ragione” lo interruppe Kamal “C’è sicuramente un’app per trovare quelle coordinate, basta che indichino davvero un posto sulla mappa!”

* * *

Suor Annunciazione chiuse l’i phone. Ora conoscevano il nome del porto. Kamal guardò la monaca. “Didier è in pericolo, con quella gente non si scherza, dobbiamo comunicare il nome del porto d’arrivo, che grazie a te ora conosciamo, a chi è in grado di aiutarlo.”

“E chi è in grado di aiutarlo?” chiese Totuccio con il viso stravolto.

Kamal la guardò e si lanciò a dire “L’uomo mascherato… l’uomo che abbiamo incontrato, l’ultima volta, giù al porto, lungo il molo.”

Suor Annunciazione guardava uno dopo l’altro i due bambini confusa e incerta “Ma come possiamo fare?”

Ci fu una pausa. Kamal le puntò l’indice davanti alla faccia “Tu lo conosci! Ho visto come lo guardavi, eri impietrita, come davanti a un fantasma.”

“È vero” s’affrettò a dire Totuccio “anche lui ti guardava come se ti avesse già conosciuto in un’altra vita.”

Lei rabbrividì. “Ma lui ha negato di essere l’uomo che non avrei mai pensato di rivedere… un pilota che credevo ormai perduto, scomparso.”

“Avrà avuto i suoi motivi, forse doveva salvare il mondo…” Kamal s’interruppe, poco prima aveva pronunciato quelle stesse parole… ma poi scosse la testa “comunque è un uomo eccezionale, l’unico in grado di salvare Didier. E ora questa è la sola cosa che importa, tutto il resto viene in seconda linea.”

Aveva ragione. Kamal aveva ragione e anche Totuccio la guardava con l’aria di chi non ti lascia scampo nella decisione da prendere. “Non sappiamo neanche se è in Africa…” mormorò la suora. “

Lui è andato all’inseguimento delle tre navi e, se è sopravvissuto alla tempesta” concluse Kamal “ormai sarà in qualche parte dell’Africa, non distante dalla costa somala e non distante da Didier.”

“Tu, che cosa sei in grado di escogitare?” Totuccio sembrava avere la voce adulta, non più da bambino.

Suor Annunciazione lo guardò, poi si appoggiò allo schienale della panchina e rimase a lungo in silenzio, guardando l’orologio.
“Devo muovermi in fretta sull’unico canale che posso attivare in così breve tempo: il mio ordine religioso, la missione che gestisce scuole e ospedali in Uganda, Ruanda, Tanzania e Kenia, le regioni intorno al Lago Vittoria… e il Kenia confina con la Somalia.”

“E come faranno a mettersi in contatto con un uomo tanto misterioso e in un’area così vasta?” chiesero i due bambini.

“Non dovranno cercare lui, a questo ci penseranno… i pigmei. Le mie consorelle dovranno soltanto raggiungere le tribù dei pigmei che gli sono fedeli alleate per trasmettergli il nostro SOS sul pericolo che corre Didier a Chisimaio. Nel momento dello sbarco del carico sarà difficile, anche per uno in gamba come lui, rimanere invisibile.”

Kamal parlò a bassa voce, come tra sé. “I pigmei…come i bandar! Come nel fumetto!”

Totuccio si alzò di scatto “Che cosa stiamo aspettando?”

Suor Annunciazione si fece il segno della croce. “Dio mi perdoni… se credo alle ombre che camminano!”

(continua)

(La storia di ClanDESTINI è frutto della fantasia degli autori: qualsiasi riferimento con la realtà, fatti, luoghi e persone vive o scomparse, è puramente casuale).

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L’intervista agli autori, Il giallo d’appendice


La video presentazione di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, Un giallo prezioso: ClanDESTINI


Calcerano e Fiori: il viaggio di Didier, un video riassunto che svela scenari inediti sulla storia di Clandestini

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Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, narratori e saggisti, vivono e lavorano a Roma. Hanno scritto insieme numerosi romanzi polizieschi. Per ulteriori informazioni si possono consultare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calcerano

http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fiori_(narratore)

http://www.luigicalcerano.com

http://www.giuseppefiori.com


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Calcerano e Fiori