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Un ambiente di apprendimento in videoconferenza

Pubblicato il: 20/12/2011 19:07:46 -


Una bambina affetta da Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1 (SMA 1) non può frequentare la scuola: le insegnanti affrontano l’insegnamento domiciliare con la predisposizione di un contesto di relazione che ricostruisce le condizioni di socialità che sono alla base dei processi di insegnamento-apprendimento. Una esperienza presentata al 2° convegno di Education 2.0.
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Tecnologie e disabilità sono divenute ormai un binomio imprescindibile per una società che si prenda cura di tutti i cittadini. Il caso qui proposto, però, non evidenzia soltanto la positività di strumenti e ausili che possono aiutare le persone disabili ad essere maggiormente autonome, superando o limitando le difficoltà conseguenti ai loro handicap. Per Silvia, una bambina la cui mobilità è fortemente ridotta a causa dell’ipotonia muscolare tipica della malattia, le tecnologie hanno fatto di più, permettendole di vivere pienamente la vita di classe.

In realtà, c’è ancora di più. L’ambiente di apprendimento centrato su un sistema di videoconferenza ha permesso alla sua classe di gestire con più consapevolezza la propria esperienza scolastica, di crescere più rapidamente e di sentirsi maggiormente parte di una comunità locale.

Il difficile problema ha innanzitutto rinsaldato la comunità scolastica: l’idea del progetto è nata nel passaggio tra scuola dell’infanzia e scuola primaria in un rapporto preciso di progettazione della continuità verticale. Le insegnanti hanno quindi stabilito una serie di relazioni e sinergie con soggetti presenti nel territorio, creando una rete di solidarietà e proponendo la scuola come elemento di aggregazione.

ll collegamento in videoconferenza ha previsto l’utilizzo di: Pentium 4; 512 Mb di RAM; velocità del microprocessore 2GHz; sistema operativo Windows XP; collegamento internet ADSL; 2 webcam; 1 scanner; 1 stampante; 1 carrello-scrivania per il trasporto.

Il programma utilizzato per la videoconferenza è Comunicare Pro, un software della Telecom.

Le risorse sono dunque estremamente semplici, ad esclusione del software proprietario della Telecom, che però oggi (l’esperienza ha ormai 5 anni di sviluppo ed è in continuo sviluppo per quanto attiene alle tecnologie) può essere sostituito da piattaforme gratuite del Web 2.0.

Un ambiente di apprendimento, però, non è costituito dalle tecnologie, ma dall’organizzazione degli spazi e dei tempi che esse consentono.

Le insegnanti hanno ripensato la didattica, ridefinendo le attività sul rapporto tra Silvia e la classe, stabilendo un preciso programma settimanale e delle modalità giornaliere di conduzione adatte alle sue necessità. Hanno poi adottato precisi accorgimenti per la gestione dei materiali di lavoro in modo da renderli utilizzabili dalla bambina.

Tutto ciò, a prima vista, potrebbe far pensare semplicisticamente a una serie di limiti imposti alla classe con conseguente riduzione degli apprendimenti e dei risultati. Invece, è esattamente il contrario. La classe ha beneficiato degli apporti di Silvia, che non solo ha uno sviluppo cognitivo del tutto in linea con la sua età, ma ha anche fatto molte esperienze extrascolastiche. La bambina ha potuto quindi esprimere la sua vivacità intellettuale e la sua creatività, proponendosi spesso come punto di riferimento per i compagni.

D’altro canto, la classe ha maturato una precisa consapevolezza delle caratteristiche dell’ambiente di apprendimento che, da un lato necessita di una strutturazione molto puntuale per ottimizzare i tempi e le azioni, ma dall’altro consente anche di rivedere in un unico insieme tutte le situazioni della vita scolastica, inglobando anche momenti informali.

Il senso di presenza della bambina è stato molto forte e la voglia di sviluppare il rapporto e il senso di responsabilità hanno decisamente aumentato la capacità di attenzione degli allievi, migliorato il clima di classe e favorito la metacognizione.

Le insegnanti hanno ricavato una maggiore consapevolezza del fatto che la progettazione della didattica è la costruzione della complessità delle relazioni educative che coinvolgono docenti e allievi, anche nelle dimensioni del cooperative learning, della peer education e dell’apprendimento informale. Esse hanno capito il senso profondo della progettazione individualizzata, che deve coinvolgere tutta la classe e rapportarsi al territorio, configurando la scuola come un’organizzazione inclusiva.

LA DOCUMENTAZIONE DELL’ESPERIENZA
A scuola da casa

Franco Torcellan

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