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Le raccomandazioni per l’apprendimento in eta’ adulta

Pubblicato il: 30/03/2015 17:48:40 -


l progetto “IT – Implementation of the European Agenda for Adult Learning” 2012-2014
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Il Rapporto alla Commissione europea presenta i risultati del progetto: “IT – Implementation of the European Agenda for Adult Learning” conclusosi nell’ottobre 2014.
Il progetto è stato finanziato per il 75% dalla EACEA – Agenzia Esecutiva per l’istruzione, Audiovisivi e Cultura, nell’ambito del programma Lifelong Learning, e per il 25% da un cofinanziamento nazionale. Il progetto, affidato all’Isfol dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero del Lavoro, ha avuto un duplice obiettivo: da un lato sensibilizzare gli stakeholder nazionali e locali sul tema dell’Adult Learning (AL), dall’altro, diffondere esperienze rilevanti, in relazione all’apprendimento in età adulta, promuovendone la trasferibilità nei contesti meno sviluppati.
Nel Rapporto sono sinteticamente presentati i risultati delle attività di animazione territoriale, comunicazione e promozione di reti svoltesi attraverso i nove focus group tematici e le tre conferenze nazionali. I contenuti dell’apprendimento in età adulta sono stati affrontati nel progetto con un approccio tematico e territoriale. I lavori infatti sono stati sviluppati attorno a tre assi tematici (nuove tecnologie; apprendimenti non formali e informali; cittadinanza attiva e coesione sociale), per declinare le priorità dell’Agenda europea sulle politiche e strategie maggiormente rilevanti in Italia.
Inoltre, è stata utilizzata la metodologia del focus group nelle diverse aree del Paese per valorizzare le sperimentazioni periferiche e contribuire alla loro messa a sistema.

Nelle tre conferenze nazionali (Torino: ICT; Napoli: cittadinanza attiva e coesione sociale; Firenze: apprendimenti non formali e informali), difatti, sono state presentate ai responsabili centrali e regionali le raccomandazioni o le questioni aperte raccolte sui territori.
Le raccomandazioni, presentate in esito al Rapporto, sono il frutto sia delle riflessioni svolte nel corso di tali attività nei focus group e nelle conferenze nazionali, sia delle analisi ricavate dalle interviste a testimoni privilegiati, dalla letteratura nazionale ed europea e dalla lettura dei dati.
Tali raccomandazioni intendono fornire indicazioni evidence-based secondo la logica del “conoscere per decidere”, adottata stabilmente dai principali programmi finanziati dall’Unione europea. Questo con l’obiettivo di fornire un contributo per favorire decisioni politiche e organizzative più adeguate in materia di apprendimento in età adulta per il Paese.

Le raccomandazioni sono argomentate e supportate da evidenze nel testo, se ne riporta qui in sintesi una breve enunciazione:
1. Prevedere uno “statuto” dell’educatore in età adulta e dell’educatore in ambiente tecnologico.
2. Diversificare le nuove tecnologie a seconda dei contesti di apprendimento.
3. Rafforzare la creazione dei Centri per l’Apprendimento permanente di Ateneo.
4. Rivedere il dettato normativo della legge 240 del 2010 nella previsione di un tetto massimo di 12 crediti riconoscibili.
5. Promuovere forme concrete di incentivazione delle Università che operano sul tema del riconoscimento e convalida degli apprendimenti pregressi, al fine di personalizzare e ridurre i percorsi accademici, con l’inserimento delle attività finalizzate a questi obiettivi tra i parametri relativi alla qualità.
6. Rafforzare reti territoriali di centri di informazione e orientamento, sia di natura pubblica sia privata, per gli adulti, in particolare per coloro che appartengono alle fasce più deboli sulle opportunità formative e di lavoro.
7. Promuovere servizi di informazione e di assistenza per le piccole imprese.
8. Rendere la partecipazione alla formazione continua un fattore di valutazione e di sviluppo nelle traiettorie retributive e di carriera.
9. Prevedere all’interno delle sedi produttive la funzione di “tutor dell’apprendimento”.
10. Dare alle imprese formative la possibilità di attribuire crediti formativi riconoscendo competenze acquisite sul lavoro.
11. Promuovere nelle Università popolari l’adozione di una certificazione di qualità.
12. Riconoscere la deducibilità fiscale delle spese di associazione e di frequenza per chi frequenta i corsi promossi dalle Università popolari. 13. R afforzare su tutto il territorio l’utilizzo delle Università Popolari per la formazione di insegnanti di italiano seconda lingua (L2) e per l’offerta di corsi di italiano per stranieri.
14. Rafforzare e aumentare la dotazione dei musei per la didattica museale per rafforzare le competenze di literacy e numeracy e digital skills nella popolazione adulta e nell’apprendimento in famiglia.
15. Prevedere un’offerta di italiano seconda lingua per il lavoro e non limitarsi ad un’offerta di formazione linguistica di base.

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Immagine in testata di Cremona Oggi

Luisa Daniele

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