A proposito di formazione a distanza: note rispetto alla situazione odierna

La situazione di emergenza sta spingendo molti soggetti politici e istituzionali, non solo le agenzie che si occupano di educazione, verso forme comunicative indicate, spesso, come formazione a distanza. Questo modo di operare avviene, spesso, senza un ragionamento rigoroso su cosa cambi quando non è possibile il rapporto diretto tra le persone. Ci si rivolge quindi ai tecnici chiedendo indicazioni sui software e sui supporti informatici utili. Tale esigenza sussiste, anche se le tecnologie sono diventate progressivamente più semplici da utilizzare, con costi nettamente inferiori rispetto al passato. Resta aperto il problema di cosa si comunica e come avviene la comunicazione.

La questione non è nuova: la formazione a distanza non è una modalità educativa recente ed è stata utilizzata per anni, soprattutto in realtà dove la contiguità non era possibile a causa delle grandi distanze (per esempio l’Australia o, in molte aree, gli Stati Uniti) o quando si voleva comunicare con realtà culturali vicine alla propria (per esempio la Spagna in relazione al Sud America o la Gran Bretagna in relazione al Commonwealth). In passato, le modalità di trasmissione erano più complesse (si usava la radio o la posta, con la quale avveniva l’invio di testi scritti o cassette e, solo in seguito, videocassette). Tutto questo è superato con l’avvento delle comunicazioni on line. Tuttavia, è emerso con chiarezza che alcune delle regole fondamentali mantengono la loro validità.

Precisamente:

  1. E’ molto importante nell’istruzione a distanza l’utilizzo di anticipatori cognitivi. Ciò vuol semplicemente dire che si forniscono (su supporto scritto, nella comunicazione on line, nelle lezioni ex cathedra) informazioni sugli obiettivi dell’azione. Queste possono essere, per esempio, distinte in due parti:
        • la prima, generale, dicendo: «il percorso che si propone ha quale obiettivo….» «la lezione di oggi si propone», seguito da una sequenza dall’uno all’altro dei diversi obiettivi. Gli stessi obiettivi devono funzionare come titoli di paragrafi di un testo ed essere ripresi quando si passa da un’argomentazione a un’altra;
        • la seconda, specifica, dicendo: «il primo concetto si focalizza su….». Poi, a seguire, “il secondo…”. e così via….». Tale sequenza è importante sempre, ma nella formazione a distanza ha un grosso rilievo perché non si riesce mai a seguire tutto passo passo e bisogna permettere di tornare su quanto proposto. I diversi concetti possono essere utilmente richiamati nella fase conclusiva della presentazione.

Nessun esperto, qualunque sia il suo livello, può essere, inoltre, lasciato in totale libertà, non per impedirgli di esprimere il suo pensiero ma per fare si che le sue idee siano comprese.  Una lezione a distanza non è un piccolo filmato di un docente che parla come se fosse in un’aula. Ciò vale anche se opera su una chat che offre la possibilità di un confronto.

2. È essenziale suggerire idee di ancoraggio. Ciò vuol dire semplicemente aiutare le persone a collegare una cosa ad altre che già sa. Si possono usare, anche in questo caso, due modalità:

      • la prima è conseguente a quanto detto sopra, passando da un concetto all’altro, li si può collegare l’uno all’altro ed, eventualmente, anche una lezione alla precedente;
      • la seconda è relativa a immagini che leghino la nozione a qualcosa di concreto: esempi e rappresentazioni grafiche.

In entrambi i casi è necessario sapere chi si ha davanti. La formazione a distanza funziona come una classe virtuale dove il docente deve conoscere i partecipanti. Una lezione a distanza si differenzia in questo da una trasmissione televisiva o da una tavola rotonda in chat anche se questa prevede un dibattito. Nella formazione a distanza anche un dibattito è utile, ma va organizzato e guidato.

  1. È fondamentale essere puntuali nell’indicazione delle sequenze di apprendimento. Nel caso della formazione a distanza, è essenziale dare il tempo alla persona di organizzarsi mentalmente, per passare da un argomento all’altro. Ciò implica due conseguenze complementari:
      • la predisposizione di testi ad hoc. Non è corretto supporre che parti di un libro usati nell’istruzione tradizionale siano automaticamente soddisfacenti per l’educazione a distanza. C’è bisogno di una paragrafazione puntuale e di definizioni chiare, sulle quali sia possibile ritornare, poiché queste uno degli aspetti centrali del processo cognitivo;
      • l’accompagnamento del testo di immagini, schemi, grafici che siano trasmessi durante la lezione on line e siano presenti nel testo che verrà inviato prima o dopo la lezione.

Si tratta, in sostanza di prevedere sia la presentazione del contenuto in chat sia la sua permanenza anche non interattiva on line. La dinamica tra scritto e osservato è il volano dell’apprendimento che non può rinunciare al testo scritto e alla eventuale richiesta ai partecipanti di trasmettere loro idee in merito.

 

  1. È decisiva l’organizzazione dei tempi. Non si impara grazie alla velocità, ma grazie alla lentezza: la velocità viene quando, grazie alla lentezza si è memorizzato quanto serve, rendendo automatica la risposta. È meglio quindi ridurre le nozioni da trasmettere piuttosto che ampliare la quantità delle informazioni. Ciò richiede due operazioni complesse:
      • la rigorosa selezione dei concetti fondamentali di qualunque contenuto si voglia trattare: l docente deve stabilire quali siano le nozioni ‘irrinunciabili’ perché la lezione si possa ritenere soddisfacente. Queste stesse nozioni non devono entrare in collisione con quanto messo in evidenza nel testo scritto;
      • una formazione all’uso delle fonti e alla ricerca della documentazione on line. La lezione e i testi devono essere d’obbligo brevi, ma corredati se necessario di allegati o, preferibilmente, di indicazioni su come ricercare nuove informazioni, in particolare on line

Risulta importante la distinzione tra attività che consentono l’interazione con il docente o non la consentono, dando luogo a percorsi di autoistruzione piuttosto che di formazione a distanza. Una ulteriore distinzione va fatta tra attività finalizzate alla formazione (in relazione alle quali valgono le indicazioni sopra esposte), le discussioni in chat (utili per dibattere un argomento senza bisogno del materiale di supporto) e tutte le altre modalità di comunicazione e informazione (anche se costituite da conferenze o presentazione di temi vari). In questi casi può anche essere sufficiente il contributo di un esperto senza ulteriori supporti e senza l’insieme dei dispositivi che fanno della formazione a distanza una modalità educativa complessa.

In ragione di quanto esposto, è possibile distinguere tra quattro principali modalità di utilizzo della risorsa informatica a fini culturali ed educativi. Precisamente:

  1. la trasmissione di lezioni, conferenze, dibattiti o altro, di vario livello, senza alcun feedback, salvo la possibile registrazione del numero delle visioni, in grado di dare un segnale di apprezzamento o meno da parte del pubblico, che può raggiungere anche grandi numeri. Si tratta di un insieme interessante e usato per offrire un accesso immediato all’informazione;
  2. la trasmissione di lezioni interattive, in grado di consentire all’utenza di reagire durante l’esposizione o immediatamente dopo. È stata sperimentata anche la possibilità al compresenza on line di due esperte del tema: la prima impegnata nella lezione, la seconda in grado di ricevere in tempo reale le domande scritte per sms o email da parte dei partecipanti. La  seconda docente utilizza una parte del tempo della lezione, quella finale in genere, per rispondere e chiarire. In questo secondo caso, la partecipazione  non può essere elevata anche se può diventarlo se la lezione rimane on line per un utilizzo differito non interattivo;
  3. la trasmissione di lezioni, gruppi di lezioni fino a un intero corso, nella forma A, corredando il tutto con testi scritti, trasmessi on line o dei quali sia suggerito l’acquisto. In questo caso si parla di un corso di autoistruzione che lascia al partecipante la libertà di usare quanto offerto in assoluta libertà dei tempi di utilizzo del pacchetto. Si parla, in questo caso, di ‘istruzione programmata’ se viene previsto un ordine delle sequenze nella didattica e nelle prove di verifica autogestita. In questo caso il numero dei potenziali utenti può essere elevato;
  4. la trasmissione di lezioni, gruppi di lezioni, fino a un intero corso, nella forma B, corredati di quanto è possibile perché la dinamica tra chi trasmette e chi riceve sia costante. La differenza fondamentale rispetto al punto precedente è nel feedback continuo, mentre analogamente accurata deve essere la predisposizione dei materiali didattici, il corredo delle esercitazioni l’insieme delle prove di verifica. È questo propriamente il caso dell’educazione a distanza.

Nel passaggio eventuale da una all’altra delle modalità d’uso dello strumento informatico è di cruciale importanza la costruzione di un archivio corredato di catalogo di quanto realizzato, poiché alcuni prodotti sono utilizzabili in diversi momenti, a seconda degli obiettivi che ci si propone. 

 

 

Saul Meghnagi *Pedagogista, già direttore dell’Istituto Superiore per la Formazione