Università straniere e studenti italiani

Mentre il blasonato Ateneo di Cambridge ha iniziato a porre l’attenzione sugli studenti di un liceo romano (Corriere/Scuola e Università ), a Firenze giunge una giovanissima ambasciatrice dell’Università di Montréal, a testimoniare l’interesse verso i nostri liceali da parte del mondo accademico canadese.

L’esperimento è stato fatto al Liceo Machiavelli-Capponi (Firenze) dove l’Università di Montréal – seconda in importanza fra gli atenei canadesi – si è presentata agli studenti fiorentini, che seguono il programma internazionale ESABAC e godono di una forte competenza nella lingua francese.
All’incontro è accaduto qualcosa di straordinario: i ragazzi sono stati catturati da Cindy Côté-Andreetti, giovanissima ambasciatrice dell’Università di Montréal, che con immediatezza, chiarezza ed entusiasmo ha delineato i programmi di studio, le strutture di ricerca e ricreative, i servizi di supporto, le modalità di ammissione e i costi, gli alloggi, la vita nel campus e a Montréal (considerata l’8ª fra le migliori città al mondo per studiare), e soprattutto la possibilità di poter studiare e lavorare (aiutati dalla stessa Università), come fanno tutti i giovani canadesi.
La comparazione fra il sistema universitario canadese e quello italiano è stata fortemente stimolata dai liceali, che più di quanto possiamo immaginare, guardano al resto del mondo con curiosità e timore, con il desiderio di volare alto oltre la sfiducia e il pessimismo che avvelena il loro futuro in Italia e con interesse e determinazione chiedono delucidazioni (riconoscimento dei voti italiani per l’ammissione, rapporto con i docenti, numero di presenze in aula, costo della vita, tasso di disoccupazione giovanile).

E così la giovane Cindy, loro coetanea nell’età e nel linguaggio comunicativo, risponde puntualmente a ogni dubbio, sa entrare nel merito della didattica, dell’organizzazione e delle prospettive di carriera e di lavoro, perché conosce anche il sistema italiano: infatti Cindy sta frequentando l’anno accademico all’Università di Roma Tre, grazie al programma Erasmus+.
L’entusiasmo della vita universitaria canadese contagia i giovanissimi italiani che scoprono una realtà di facilitazione e sostegno agli studi che non pensavano esistesse e lascia perplessi altri, come Federica che si chiede se, all’Università di Montréal, tutto è veramente così efficiente e funzionante? Come se fosse impossibile!
E, infine, Maddalena che scrive: “volevo ringraziarti per l’incontro di oggi, è stata senza dubbio un’iniziativa utile, informativa e quindi molto positiva. Sono in prima persona testimone delle difficoltà di dover scegliere un percorso di vita una volta finito il liceo. Ho notato che oggi gli adulti tendono a pensare che noi ragazzi “nativi digitali” possiamo trovare tutto quello che vogliamo su internet, dalle offerte formative e le guide dei Campus universitari ai test automatici di orientamento, e penso che si scordino che quello che ci serve è un contatto tangibile e umano che ci aiuti a capire cosa realmente ci farebbe piacere fare o studiare. La tendenza di noi ragazzi a non sentirci seguiti da nessuno e alla disinformazione, a mio parere, ci avvilisce e non ci fa sentire sicuri di poter sognare riguardo al nostro futuro…”.

Le buone pratiche collaborative fra il Service d’Admission e du Recrutement dell’Universitè di Montréal, l’associazione NAJS Education di Firenze (in collaborazione con l’Accademia Europea di Firenze) e il Liceo Machiavelli-Capponi, hanno fatto sì che i ragazzi possano allargare lo sguardo oltreoceano e raccogliere i frutti degli sforzi di aver frequentato un liceo a vocazione internazionale. Il Canada che vanta alcuni atenei pubblici fra i migliori al mondo, stando al World University Rankings (2015) e l’Università di Montréal, nel 2014 era all’83° posto fra le Top Universities, mira all’internazionalizzazione e cattura i giovani italiani.

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Immagine in testata dell’Università di Montréal (in Musica e memoria)

Sara Piccolo