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L’apprendimento che accompagna il corso della vita

Pubblicato il: 08/05/2009 17:35:19 -


Partire dall’istantanea scattata ai giovani di oggi per produrre miglioramenti che avranno effetto sugli studenti di domani è sicuramente una strategia sensata, che tuttavia sconta gravi difficoltà.
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Con quali strumenti è possibile intervenire per adeguare conoscenze e competenze degli studenti che oggi (non nel futuro!) si misurano con la necessità di fare scelte per orientarsi nel mondo del lavoro o dello studio? L’indagine OCSE PISA Programme for International Student Assessment rileva dal 2000, con cadenza triennale, le competenze degli studenti quindicenni; la presentazione dei risultati in Italia ha rappresentato e continua a rappresentare un momento traumatico per l’evidente debolezza del sistema scolastico italiano, che, come sembra, non riesce a fornire ai giovani, che hanno concluso o stanno per concludere percorsi scolastici obbligatori, le competenze fondamentali necessarie per intraprendere una formazione efficace verso il lavoro o il proseguimento degli studi.

La reazione ministeriale è passata dall’offuscamento dei risultati di PISA 2000, alla presa d’atto dei complessi problemi che producono i risultati che si collocano al di sotto della media internazionale. Gli studenti italiani dovrebbero infatti recuperare, per raggiungere almeno il livello dei punteggi medi OCSE, un gap che i dati Pisa 2006, i più recenti a disposizione, esprimono nelle cifre riportate nella tabella in fondo (si noti che la distanza degli studenti degli istituti professionali di stato è molto superiore a quella indicata dal punteggio medio).

Analisi dei dati, studi specifici volti a interpretare le correlazioni tra condizioni socio/economico/culturali e performance degli studenti, caratteristiche di funzionamento e di collocazione territoriale delle scuole, insieme a una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta alle stesse scuole, sono le iniziative con le quali si cerca, oggi, di contribuire a migliorare un quadro sicuramente preoccupante. Partire dall’istantanea scattata ai giovani di oggi per produrre miglioramenti che avranno effetto sugli scolari di domani è sicuramente una strategia sensata, che tuttavia sconta una grande difficoltà: con quali strumenti sarà possibile intervenire per adeguare conoscenze e competenze proprio di questi studenti che oggi, e non nel futuro, già si misurano con la necessità di fare scelte per orientarsi nel mondo del lavoro o dello studio, essendo penalizzati dal possesso di debolissime competenze?

Sarà possibile che interventi di educazione permanente e di formazione continua rappresentino opportunità di apprendimento dopo e fuori dalla scuola per i quindicenni di oggi? Il lifelong learning, l’apprendimento che accompagna il corso di vita, è questa una soluzione realistica nel nostro paese? Si potrebbe rispondere affermativamente, ma il problema è più complesso. Basta fare un semplice confronto tra i dati che rilevano le performance dei quindicenni nei vari paesi e quelli che rilevano la percentuale di popolazione adulta che, negli stessi paesi, partecipa ad attività di istruzione e formazione (IALS – International adult literacy survey e ALL – Adult Literacy and Lifeskills). Finlandia, Danimarca e Svezia sono i paesi in cui la partecipazione supera il 50% della popolazione tra i 25 e i 64 anni di età, in Usa, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Germania e Svizzera la percentuale si colloca sopra il 40%, in Australia, Canada, Repubblica Ceca, Irlanda tra il 20 e il 30%, in Italia, Ungheria, Polonia, Portogallo sotto il 20%.

Che cosa hanno in comune i paesi in cui è più alta la percentuale di partecipazione? Sono in genere i paesi in cui i quindicenni raggiungono livelli molto elevati di competenza o almeno si attestano sulle medie dei punteggi OCSE, e, nello stesso tempo, sono i paesi in cui la partecipazione alle iniziative di lifelong learning è meno condizionata dal possesso di un titolo di studio superiore al diploma. Costruire un sistema di lifelong learning in Italia, in definitiva, significa misurarsi prioritariamente con questi problemi.

Per approfondire:
www.pisa.oecd.org

www.oecd.org

www.invalsi.it

COMPETENZA lettura matematica scienze
MEDIA ITALIA 469 462 475
MEDIA OCSE 492 498 500

Vittoria Gallina

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