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Qualcosa non va nell’esame della terza media: ho fatto un sogno

Pubblicato il: 17/07/2015 19:57:56 -


Sono utili gli scritti, visto che i ragazzi svolgono prove molto simili a quelle di fine anno e la valutazione è dello stesso docente di classe?
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Gli esami di terza media sono finiti. Certo, le prove di passaggio fanno crescere, ma questa volta mi hanno colpito inutilità, sprechi e mancanze.

Qual è la ragione di un orale con 10-12 docenti che contemporaneamente ascoltano e valutano per 30-40 minuti ogni studente, quando durante l’anno si fatica a essere in due per portare la classe a una mostra, o ad articolare una lezione con esperienze e punti di vista diversi? Come valutare nel colloquio la capacità dei ragazzi di effettuare collegamenti e di esporre le materie in modo logico, quando ben raramente le scuole costruiscono una didattica che miri a quegli obiettivi? Come confrontare le scuole, dato che ognuna sceglie le sue modalità di colloquio? Ci sono scuole in cui i ragazzi “fanno show” con PowerPoint, altre in cui portano mappe preparate in anticipo con tanti collegamenti: quanto la qualità di questi prodotti dipende dagli studenti e quanto è legata anche al tipo di famiglia e all’aiuto dei docenti?

L’esame, in teoria, dovrebbe essere su tutto il programma svolto in terza ma, nella maggior parte dei casi, il colloquio si svolge entro l’orizzonte di quanto è stato preparato, non sonda aree lontane. Purtroppo i docenti raramente si confrontano su come si prepara un esame, su come creare appunti, domande, schemi, elenchi di parole nuove con definizioni, su come insegnare ai ragazzi l’arte dello studio a tappe e le tecniche del ripasso… Molti docenti consegnano ai ragazzi i programmi svolti addirittura alla fine di maggio, rendendo pressoché impossibile ripassare e allenarsi ad esporre correttamente quanto appreso.

E poi, a che servono centinaia di firme di tutti i docenti della commissione su ogni documento ufficiale e su ogni compito? Perché poi sprecare altre ore in riunioni collegiali per ratificare ciò che è stato deciso dalle sottocommissioni? Per fortuna ci sono le prove INVALSI, su cui finalmente tutti i ragazzi d’Italia vengono valutati in modo oggettivo.

Dulcis in fundo, in sede di esame i docenti riempiono un ulteriore modulo per dire se i ragazzi sono “competenti”, per esempio, sulla lingua italiana, sulle lingue straniere o sul mondo digitale. È utile quando di fatto sfruttano le stesse informazioni già usate per dare i normali voti, dato che durante l’anno in genere fanno solo una didattica per conoscenze e abilità, ma raramente volta a verificarne l’uso in nuove situazioni (“le competenze”)? Ne escono fuori o copie dell’ultima pagella o pastrocchi che i genitori giustamente non capiscono, perché casuali.

Questi esami durano solo due settimane, è vero, ma a me piacerebbero, invece, in un secondo giorno ulteriori prove nazionali oggettive da unire alle attuali prove INVALSI e poi… Ecco il mio sogno: dieci giorni di megaprogetti di scuola, magari a classi aperte e con esperienze fuori della scuola, con la realizzazione di racconti, foto, video, disegni, sculture, istallazioni, manifesti, mostre, libri, giornali, blog, recite, giochi e partite dei più diversi sport.

Immagine in tesata di gingergeneration.it

Teresa Serafini

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