La prima prova scritta dell’esame di stato 2019

Le reazioni alle tracce dei temi  della maturità 2019 da parte del “colto ed incolto pubblico e dell’inclita guarnigione “, per usare la formula di lontane captatio benevolentiae teatrali, sono state  sostanzialmente positive e totalmente assolutorie del ministro e dei suoi collaboratori. Qualche critica marginale ( mancano le donne, come se fosse la prima volta! Forse manca il pensiero tecnico scientifici???? ecc.) e soprattutto il plauso dei firmatari dell’appello a favore del tema storico, che si sono sentiti ascoltati e ritrovati in quasi tutti i documenti proposti, sono sicuramente  un risultato positivo  per il Miur.

Forse però vale  la pena di porsi  e porre qualche domanda  almeno su  quattro punti relativi a questa prima prova:

  • Tutta l’operazione “maturità” ( dove è finito l’esame di stato?) di questo anno è diventata occasione di un’abile manovra di allineamenti politici , di galleggiamenti e…. , diciamolo  pure, di opportunismi , che si sono rivelati vincenti. L’escamotage di “spalmare” ampi richiami storici  dappertutto, ha tranquillizzato tutti e permesso ai  nostri giovani  di confrontarsi, senza farsi male, con una vulgata accettabile, sicuramente educante, più che educativa, visione della storia patria. Ma tutto questo può essere letto come esito  di una cultura umanistica acquisita attraverso  un rigoroso metodo di riflessione critica e disciplinare?
  • Sicuramente la lotta alla mafia è un dovere di cui ogni cittadino italiano deve essere convintamente consapevole, ma è possibile che addirittura due tracce dovessero essere dedicate al tema? Quale valore educativo può essere attribuito alla vivacissima narrazione dovuta alla penna di Sciascia, e/o alla dolorosa e doverosa  orazione funebre che le parole della   celebrazione ufficiale   dedicano a una eroica vittima  della mafia ( solo della mafia?),che forse proprio dalle istituzioni avrebbe dovuto essere sostenuta e non abbandonata? E’ questo il modo di colmare il vuoto che i libri di storia, sui quali i giovani si formano, “dedicano” ad elementi strutturalmente e oscuramente aggrovigliati nella storia del nostro paese ?
  • Sarebbe stato possibile rendere meno “volatile” l’excursus di Stajano, meno “scontata” la pur giusta perorazione di Montanari  e l’”ambigua”   condanna di un progresso tecnico che  fa  “proprio” male ?
  • Ed infine, la specificità di una prova che dovrebbe verificare l’acquisizione di elementi base di “analisi e interpretazione di un testo letterario” può essere relegata nei due punti conclusivi delle indicazioni relative alle delle due tracce tipologia A? “ Analizza, dal punto di vista formale, il   tipo di versificazione, la scelta e la disposizione delle parole.” E con questo Ungaretti è sistemato!! E “La retorica del capitano vuole essere persuasiva, rivelando gradatamente l’unica verità possibile per spiegare l’uccisione di Salvatore Colasberna; attraverso quali soluzioni espressive (ripetizioni, scelte lessicali e sintattiche, pause ecc.) è costruito il discorso? ?E così anche Sciascia è messo a posto e… chi ha formulato la traccia si mette l’animo in pace.

Una semplice curiosità in conclusione. Attraverso quali forme di monitoraggio il Miur sta raccogliendo dati e informazioni sulle modalità che i docenti esaminatori hanno adottato per garantire agli esaminati valutazioni eque e significative? Dalle griglie di correzione delle prove scritte  e dalle formulazioni contenute nelle  buste di avvio al colloquio potranno venire fuori molti elementi utili per esplorare la cultura diffusa nella scuola italiana oggi. Chi e come  si raccoglie tutto questo e, soprattutto, chi lo studia?