La Musica nella scuola dell’Infanzia. Verso un sistema integrato 0-6

Si è concluso venerdì 3 maggio il Convegno internazionale “La Musica nella scuola dell’Infanzia. Verso un sistema integrato 0-6” promosso dal MIUR in collaborazione con il Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica (CNPAM) e dai tre Istituti “Via Pareto” di Milano, “Angelo Maria Ricci” di Rieti e “Amerigo Vespucci” di Vibo Marina, scuole polo a livello nazionale per la diffusione delle attività musicali.
Il Seminario, rivolto a docenti dell’Infanzia, docenti e Dirigenti Scolastici di ogni ordine e grado ha visto intrecciarsi uno stato dell’arte e un livello di ricerca psicopedagogica e didattica della musica in tema di apprendimento e formazione nella scuola dell’Infanzia.
Due giorni particolarmente intensi che hanno coinvolto esperti del settore, docenti, studenti dei corsi delle facoltà di Scienze della Formazione e di didattica della musica nella splendida cornice del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.
Il Prof. Berlinguer, Presidente del CNAPM, ha introdotto sottolineando che se l’arte è cultura allora non può esistere una scuola senza logica e fantasia: il sogno è fondamentale per sviluppare la creatività e il desiderio, elementi essenziali alla base dell’atto di apprendere di ogni bambino.
Giancarlo Cerini ha ricordato come la scuola dell’Infanzia sia il luogo di incontro privilegiato e primigeno con la cultura e quanta forza evocativa possa esercitare la musica nel creare una “cornice emozionale”: è proprio dall’intrecciarsi di emotivo e cognitivo secondo un approccio olistico che sarà possibile sviluppare nella fascia 0-6 anni competenze trasversarsali, soft skills e abilità per la vita.
Partendo dal D. Lgs. 65 del 2017 si è poi posto l’accento sulla trasversalità della musica e sulla centralità del suo apprendimento non solo nei diversi gradi di istruzione, ma soprattutto nei primissimi anni di vita se non già in fase prenatale. La centralità del suo insegnamento emerge non solo dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo, ma anche dai più recenti studi in merito alle neuroscienze e alla ricerca didattico-musicale: i linguaggi espressivi e in particolare le esperienze sonore e musicali di produzione e fruizione stimolano lo sviluppo cognitivo, linguistico, l’attenzione, la memoria e la coordinazione motoria stessa del bambino. La musica agisce da stimolatore della sua espressione emotiva e sociale ed è alla base del suo sviluppo cognitivo.
Una trentina i relatori che hanno documentato e mappato un lavoro già in atto da tempo nel tentativo di creare una comunità di professionisti riflessivi in vista della stesura di specifiche Linee Guida.
La visione teorica e pratica che ne è emersa ha dato uno spaccato ampio e approfondito del tema.
Il sistema integrato ha una lunga strada da percorrere e per Ermanno Puricelli, coordinatore del Gruppo di lavoro “Primo ciclo: 0-6” del MIUR, serve un Piano d’Azione Nazionale governato da obiettivi strategici, una formazione iniziale e in servizio del personale, il ruolo di Enti locali e Regioni, un cronoprogramma, banche dati e visione d’insieme.
Diversi gli specialisti, i docenti, i professionisti e i ricercatori che si sono avvicendati fra cui si ricordano Reggio Children, la Piazza Incantata, Learn Create, Voice Book Radio che ha seguito in diretta l’evento registrando le relazioni e commentando con interviste ad hoc ai relatori. Performance di Ciro Paduano e del gruppo docenti di Latina “Musica maestre!”, di Galya Ovchinnikova e
Cristina Metalli con un inedito Mussorgskji hanno chiuso la prima giornata di lavoro.
Presso l’ITIS Galilei si è svolta la seconda parte del Convegno con testimonianze ed esperienze didattiche innovative che hanno rilanciato la sfida che ci attende verso un sistema integrato di musica all’Infanzia.
Concludendo l’On. Berlinguer ha sottolineato come sia una novità politica il consenso e la convergenza sulla proposta di innovazione del sistema 0-6, novità che è responsabilità e che merita grande attenzione perché il cambiamento della scuola è già in atto ed è inarrestabile e non può che passare dall’apprendimento pratico della musica.

Rossella Viaconzi