I Livelli Alfa fra Centri di Accoglienza Straordinaria e CPIA: una nuova mission?

Questo contributo vuole proporre una riflessione sulle differenze fra percorsi di inserimento e apprendimento di apprendenti analfabeti afferenti ai livelli Alfa, facendo riferimento a due specifici contesti dove la scrivente ha operato negli ultimi due anni ossia il Centro di Accoglienza Straordinaria della città di Trento e un CPIA toscano, attingendo a dati quantitativi e qualitativi rilevati. Questo confronto risulta utile alla luce della recente pubblicazione del Sillabo di riferimento per l’italiano L2 in contesto migratorio: livello Alfa (Casi, Minuz 2018) da parte dell’Associazione CLIQ – Certificazione lingua italiana di qualità; un sillabo che potrà dare indicazioni alle istituzioni e agli insegnanti per progettare percorsi formativi adeguati a questa tipologia di utenza. Oggi in seguito alle direttive del Decreto Sicurezza (Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n. 113), emanato dal Ministero dell’Interno, i migranti inseriti nei CAS che non sono già titolari di protezione internazionale non potranno più usufruire dei servizi relativi all’insegnamento dell’italiano, all’assistenza psicologica e dell’orientamento sul territorio. Il provvedimento menzionato impedisce dunque anche ai soggetti più vulnerabili, come gli analfabeti, di avere un supporto linguistico e psicologico per orientarsi nel nuovo contesto in cui si trovano: si configura uno scenario drammatico a cui potrebbero offrire una risposta i CPIA, ridefinendo la propria mission, sulla base di quanto richiamato nel D.P.R. n. 263 del 2012 che li istituisce.

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Katia Raspollini