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Greco antico vs greco moderno. TFA e insegnamenti 2/3

Pubblicato il: 11/10/2016 07:52:42 -


Conoscere meglio la Grecia, senza gli stucchi neoclassici e i pregiudizi dei «classicisti puri», ma anche senza attualizzazioni forzate del messaggio degli antichi, permetterebbe di capire meglio la nuova Europa: conoscere la Grecia moderna non è un investimento a rischio, né un bene rifugio, bensì un investimento sicuro, che alla lunga dà esiti migliori rispetto ad un investimento «prudente». Bisogna investire concretamente, senza paura, affinché, nel mondo della scuola e dell’università italiana sia dato ancora spazio allo studio del greco.
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La Grecia è occidente o oriente?

In tutto questo scenario come (ma anche perché) salvaguardare la Grecia e il greco in Italia?

La conoscenza del greco (più teorica che pratica, più scolastica che scientifica) è risorsa preziosa e vitale del nostro sistema, radicata nel liceo classico e non un rudere di una concezione antiquata della cultura umanistica. Lo studio grammaticale della lingua potrebbe anche essere articolato seguendo le metodologie per l’apprendimento delle lingue moderne (dal momento che tal tipo di abilità è stimolata- almeno in teoria- sin dalla scuola primaria).

Per quanto riguarda però la situazione del greco in Italia bisognerebbe fare un’ulteriore riflessione, in quanto, nonostante il calo degli iscritti al Liceo Classico registrato nell’ultimo decennio, l’insegnamento della lingua e della letteratura greca per i cinque anni del liceo è ancora una realtà che coinvolge il numero di studenti (e di famiglie) più alto che non in qualsiasi altra parte del mondo. Non sarebbe inopportuno, quindi, ridisegnare il profilo del futuro docente di greco, con competenze più ampie rispetto a quelle dei suoi maestri: un docente capace di analizzare le evoluzioni semantiche, morfologiche, sintattiche della lingua greca (e non solo quelle fonetiche…) e in grado di fornire alcune informazioni sulla storia della Grecia e del greco post-classico. In seguito alla rivoluzione informatica è impensabile accostarsi ai testi antichi e alla lingua greca così come si faceva prima di tale trasformazione epocale.

Dopo la caduta del muro di Berlino, che ha determinato contatti più ravvicinati con la realtà ortodossa dell’Europa, all’interno della quale la lingua e la cultura greca (essenzialmente post-classica) hanno svolto un ruolo significativo per secoli, sarebbe forse meglio studiare la lingua e la civiltà dei greci, allargando il bagaglio di informazioni e connessioni con la grecità di età bizantina, ottomana e moderna. La prospettiva del “greco continuo”, della continuità esistente all’interno della lingua greca, non è una romantica (ed ideologica) visione della “grecità” capace di valicare i millenni mantenendo un’impossibile “purezza”, ma è un modo di comprendere i fenomeni linguistici e letterari ancora oggi vitali sulle spiagge di Omero.

TFA e insegnamenti universitari di greco moderno

Sin dagli inizi del Duemila, sono state avviate varie iniziative per la promozione della conoscenza della lingua, letteratura e cultura greca moderna, sostenute da varie istituzioni:

* dalle cattedre di Lingua e Letteratura neogreca delle Università del Veneto;

* dalla Comunità dei Greci Ortodossi di Venezia; dall’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia (che promuove essenzialmente la ricerca scientifica post-universitaria e specialistica);

* dal Consolato di Grecia a Venezia; da varie associazioni culturali.

In occasione dell’anno europeo delle lingue (2001) è stata avviata un’iniziativa destinata ad alcuni Licei Classici della Regione Veneto finalizzata allo sviluppo di un interesse nei confronti dello studio della lingua greca intesa anche come testimonianza di una lingua e di una cultura ancora oggi vive in un’area dell’Unione Europea. Si sono compiuti sforzi per trasformare l’apprendimento del neogreco in uno strumento utile per un approccio meno «estraniante» con il greco antico, consentendo agli studenti di individuare elementi di continuità e discontinuità linguistica e culturale. Si è tentato, al contempo, di offrire agli studenti, tramite lo studio della lingua e della cultura greca moderna, una chiave utile per decodificare in maniera più concreta l’ambiente circostante e il territorio.

Le città del Veneto recano, infatti, numerose tracce della presenza greca sul territorio italiano dal Rinascimento in poi, e molti cognomi ricordano un percorso storico e linguistico comune: una migliore conoscenza della presenza greca nella Regione può essere utile per una valorizzazione della dimensione multietnica e multiculturale che Venezia e il suo territorio ha avuto nei secoli che hanno preceduto quello in cui viviamo.

Una conoscenza più diretta della Grecia moderna consente, inoltre, di inquadrare meglio aspetti della storia dell’Europa orientale e balcanica, oltre che alcune dimensioni culturali del vicino Medio Oriente. A tal fine, nel 2005, è stato avviato anche il progetto di «Promozione e diffusione della lingua greca nel Veneto: il neogreco nella scuola italiana», grazie ad un protocollo d’intesa, coordinato dall’Istituto Regionale di Ricerca Educativa del Veneto (I.R.R.E, poi A.N.S.A.S.), dalla Comunità dei Greci Ortodossi di Venezia e dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente dell’Università Ca’ Foscari, il cui scopo principale era la promozione di iniziative destinate ad un diverso e più ampio approccio alla lingua ed alla cultura greca in Veneto.

Nel 2007, per la prima volta, il IX ciclo della S.S.I.S. del Veneto aveva previsto la possibilità di inserire fra le lingue speciali il neogreco. Dal 2010 il progetto, coordinato dal Liceo «Marco Foscarini» di Venezia (con responsabile Alberto Furlanetto), ha assunto una fisionomia più marcatamente connessa con la storia della lingua greca, avviando una nuova fase denominata «Il greco nella scuola del Veneto fra antico e futuro». Il progetto, insignito del «Label Europeo delle Lingue 2011», ha costituito la base di partenza per la richiesta al MIUR di Tirocini Formativi Attivi (TFA) per la formazione dei futuri docenti della scuola italiana.

Nella prospettiva del futuro inserimento della didattica del neogreco nella scuola italiana, l’Università «Ca’ Foscari» ha organizzato le lezioni per la formazione dei docenti prevedendo il 30% del monte ore di didattica della lingua e letteratura greca (antica) e bizantina, accanto alle lezioni di lingua e letteratura neogreca.

In questo modo si è voluto delineare il profilo ideale del docente di lingua neogreca nella scuola italiana: un docente con competenze solide dal punto di vista linguistico, letterario e storico, capace di orientarsi nell’intero percorso millenario della civiltà greca. Sono stati avviati quindi due cicli di TFA per la lingua neogreca e attualmente sono stati abilitati, presso le università Ca’ Foscari di Venezia e La Sapienza di Roma, alcuni docenti che sono in attesa di una classe di concorso e di uno sbocco professionale.

Carpinato C., Greco antico vs greco moderno. Qualche spunto di riflessione. Parte 1

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Caterina Carpinato

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