Numero 96

Indice

N. Benedetti, M. G. Bistoncini, G. Mayer, L’esperienza delle 150 ore e la didattica della matematica

F. Farinelli, Qualcosa si muove a Trento

D. Mazzei PROGETTO Rob&Idea: osservare, sperimentare, imparare interagendo con i robot 

S. Fisicaro, Bullismo e dintorni

 

Presentazione

L’articolo L’esperienza delle 150 ore e la didattica della matematica, N. Benedetti, M. G. Bistoncini, G. Mayer, dopo una breve informativa storica sulla prima applicazione dell’art.10 dello Statuto dei lavoratoti (legge 300 /1970) nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro metallurgico (CCNL 1973) che garantiva   l’introduzione di un monte ore retribuito per lo studio individuale, ricostruisce l’avvio della “scuola delle 150 ore” nell’anno scolastico 1973-1974. Il testo dà conto delle  nuove modalità organizzative e culturali, che in quegli anni hanno attraversato il sistema formativo italiano dalla scuola all’università, mettendone in  luce   importanti aspetti innovativi, che ancora oggi potrebbero fornire indicazioni preziose: la formazione dei docenti che, per scelta, affrontavano questo lavoro e l’articolazione degli assi disciplinari in percorsi didattici interdisciplinari,  in particolare per l’insegnamento del settore  matematico/scientifico, che viene qui  trattato in modo specifico.  

Il disegno di legge approvato dalla provincia autonoma di Trento  introduce nella scuola, entro l’area della docenza, tre nuove figure professionali: “docente esperto”, “docente ricercatore”, “delegato all’organizzazione”.  Per l’accesso a questo tipo di attività, che in prospettiva dovrebbe coinvolgere il 40% dei docenti, si prevedono concorsi per   insegnanti di ruolo con cinque anni di servizio. F. Farinelli, in Qualcosa si muove a Trento, evidenzia gli aspetti positivi di un testo  che illustra i campi di azione delle tre figure e, nello stesso tempo, indica quali saranno i necessari passaggi successivi per l’ attuazione di questo ddl provinciale.  Il provvedimento che  Trento starebbe per attuare  potrà  diventare una sorta di  apripista  a livello nazionale?  Questa la questione  di fondo. L’articolo  indica con precisione le difficoltà  che, alla luce di quanto fatto/non fatto/malfatto finora in relazione alle carriere del personale ed ai tanti problemi  della scuola dell’autonomia, si dovrebbero/dovranno affrontare a livello nazionale. 

D. Mazzei in PROGETTO Rob&Idea: osservare, sperimentare, imparare interagendo con i robot” illustra un lavoro di confronto, di progettazione e, infine, di realizzazione  di una serie di riflessioni  e di azioni didattiche che, nel corso degli anni, alcuni docenti, operanti in vari indirizzi di scuola, hanno portato avanti ed infine messo a punto. L’articolo è interessante sia perché evidenzia bene l’importanza di concrete forme di collaborazione interdisciplinare nei vari livelli e indirizzi del sistema formativo, sia per il senso   di soddisfazione che, nell’apprendere  cose nuove in forme sperimentale,  si accompagna al  gusto e al piacere della scoperta.

In  Bullismo e dintorni, S. Fisicaro, presenta il difficile equilibrio tra  esperienze e ricordi della scuola del passato, che alcuni sembrano ritenere  ancora  validi oggi, ed i tanti conflitti che la scuola, attualmente, si trova ad affrontare in una complessa e contraddittoria babele di parole e di concetti, all’interno della quale si confondono diritti e doveri  e si generano conflitti spesso insanabili, questi sì veramente diseducativi. Come esempio di questi “irrisolti diseducativi “ viene assunto il problema della valutazione, che spesso ormai viene ridotto semplicisticamente al dilemma voto numerico o no o, peggio, meglio quattro che tre, dibattito in cui spesso scompare il diritto di chi impara ad essere guidato in un percorso di miglioramento e di consapevolezza