Il numero 41

Prima e dopo l’uragano: Vittoria Gallina ci presenta i dati dello stato dell’educazione nel mondo prima e dopo l’arrivo della pandemia confrontandoli con quelli della situazione italiana. Michela Mayer ci segnala e discute una legge che potrebbe essere facilmente dimenticata: quella della reintroduzione dell’educazione civica a scuola, non in qualità di materia, ma, come lei stessa scrive, di insegnamento trasversale, e mostra come questa potrebbe essere un’occasione per riflettere e rivedere molta metodologia scolastica tradizionale. Giuseppe de Ninno sogna invece una scuola fuori dalle grinfie della pandemia, dove tutto si svolga in modo fortemente interattivo tra professori e studenti, dove l’apprendimento attivo sia il motore della conoscenza e …dove si potrebbe parlare anche di buchi neri. Roberto Cazzaniga fa un’accurata disamina di un settore spesso trascurato dell’istruzione, quella degli adulti, in particolare nei Cpia, mostrando quanto siano importanti per una crescita culturale e professionale collettiva della popolazione e quali siano le forti criticità che ne condizionano lo sviluppo. Claudio Salone, infine, recensisce un libro, Hotel penicillina, apparentemente lontano da implicazioni didattiche, ma che invece può servire a una riflessione su un modo fortemente interculturale di presentare una storia, legando scienza, industria, lavoro ed emarginazione.